“Le decisioni in quel momento difficile, ma facile da analizzare col senno di poi, le ha prese l'esecutivo e noi imprenditori le abbiamo seguite", sottolinea il presidente di Confindustria Lombardia e di Officine meccaniche rezzatesi
"Ammesso e non concesso che noi industriali abbiamo fatto pressioni per tenere aperte le aziende, al dunque siamo rimasti impotenti davanti alle scelte della politica". Sono le parole del presidente di Confindustria Lombardia e di Officine meccaniche rezzatesi, Marco Bonometti, in un'intervista a La Stampa. “Nessuna pressione” da parte degli industriali per evitare la creazione di una zona rossa nel Bergamasco: "Di quella zona rossa non si è mai parlato nei dettagli, l'idea era di chiudere le province di Bergamo e di Brescia, ma il governo ha optato per l'intera Lombardia. Le decisioni in quel momento difficile, ma facile da analizzare col senno di poi, le ha prese l'esecutivo e noi imprenditori le abbiamo seguite" (LA DIRETTA - GLI AGGIORNAMENTI IN LOMBARDIA).
L'incontro con il governatore Attilio Fontana
L'11 marzo con il presidente della Lombardia Attilio Fontana "ci incontrammo per un protocollo d'intesa per permettere alle aziende che potevano continuare senza mensa, con le distanze, con le protezioni e con lo smart working, di farlo. Abbiamo sempre salvaguardato le attività essenziali, dal settore alimentare al farmaceutico. Senza la Dalmine sarebbero finite le bombole d'ossigeno", sottolinea Bonometti. "Tutte quelle che non potevano rispettare le regole si sono fermate”.