Presenti almeno quindici persone, che gridano "Libertà, vogliamo la libertà". La protesta, scoppiata a Milano come in altre 26 carceri italiane, è scaturita dopo il blocco delle visite e l'applicazione delle norme anti contagio
Trattative in corso
Dalla strada adiacente al carcere si vedono carta e stracci in fiamme attaccati alle grate di una finestra e getti d'acqua per contenere il rogo. I detenuti, molti dei quali con il volto coperto e in equilibrio precario, si trovano sul punto più alto del penitenziario. Il pm Nobili ha avviato una trattativa, a quanto apprende l'ANSA, con i detenuti per cercare di farli rientrare nelle loro celle. Davanti all'ingresso del carcere di San Vittore è arrivato anche il questore di Milano Sergio Bracco. I pm hanno assicurato ai detenuti che torneranno per monitorare la loro situazione, rassicurandoli nel contempo che non ci saranno irrigidimenti o recriminazioni da parte della polizia penitenziaria nei loro confronti.
La rivolta
Secondo quanto ricostruito finora, i disordini sono partiti dal terzo raggio intorno alle 10 e si sono estesi rapidamente al quinto. Le forze dell'ordine fanno sapere che non risultano esserci feriti all'interno della casa circondariale. In strada, dal lato di viale Papiniano, si è riunito un gruppo di persone tenute a distanza da un cordone di forze dell'ordine. Nel corso della rivolta ci sono stati diversi danni alle strutture, in particolare in due raggi della casa circondariale. Un detenuto ha ingerito metadone ma ora si troverebbe in buone condizioni.
Manifestazione di anarchici in corso
Una trentina di anarchici sta manifestando davanti al carcere di San Vittore in sostegno ai detenuti, gridando al megafono in direzione dei reclusi 'libertà' e chiedendo a gran voce la scarcerazione e l'indulto per arginare il rischio di contagio da coronavirus. Alcuni detenuti sul tetto hanno srotolato due striscioni con scritto 'indulto' e libertà'. Il dialogo, a distanza, prosegue sotto gli occhi delle forze dell'ordine e dei giornalisti che vengono allontanati dagli anarchici e anche minacciati.