Il corpo dell'uomo, 47enne, è stato rinvenuto questa mattina vicino a una panchina nei pressi di un supermercato. Il cadavere non mostra segni di violenza, ma gli accertamenti sono ancora in corso
Nishanta Wewalage, clochard cingalese di 47 anni, è stato trovato privo di vita questa mattina vicino a una panchina nei pressi di un supermercato in via Colletta, all'angolo con viale Umbria, a Milano. A dare l'allarme è stato un passante, pochi minuti dopo le 7, che ha chiamato il 112. Una volta giunti sul posto i medici del 118 non hanno potuto far altro che constatare il decesso dell'uomo. Il cadavere non mostra evidenti segni di violenza, ma gli accertamenti sono ancora in corso da parte della polizia di Stato.
Il ricovero nel 2017
A quanto riferisce il Comune, l'uomo nel 2017 su segnalazione dell'ospedale dov'era ricoverato era stato accolto presso il servizio Post-Acuta, struttura riservata ai senza tetto che escono dagli ospedali ma hanno bisogno di cure particolari e quindi non possono andare in un dormitorio ordinario. L'uomo aveva lasciato la struttura spontaneamente dopo pochi giorni. L'8 gennaio il Comune ha ricevuto dal Policlinico la richiesta per un posto in accoglienza ordinaria per l'uomo. L'amministrazione ha chiesto quindi di inviarlo al Casc (Centro aiuto Stazione Centrale) per svolgere i test e la visita medica necessari per l'accoglienza nei centri, ma il 47enne non si è mai presentato.
Il piano freddo
Per quanto riguarda la situazione del piano freddo, fa sapere il Comune, ci sono circa 1.800 persone accolte nelle strutture. CSono un centinaio i posti ancora liberi e se si riempiranno anche questi il Comune aprirà altre strutture fino ad arrivare ad un massimo di 2.700 posti.
L'assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato: "Dormitori comunali sono pericolosi"
"Purtroppo continuano a causa del freddo i decessi dei clochard che dormono per le vie di Milano". Afferma l’assessore regionale alla Sicurezza, polizia locale ed immigrazione, Riccardo De Corato. "Nonostante le temperature scendano anche sotto lo zero, molti homeless preferiscono restare per strada piuttosto che entrare nei dormitori comunali, vere e proprie zone franche per la delinquenza principalmente straniera, dai quali rischiano poi di uscire derubati di quel poco che possiedono. Il Comune - conclude De Corato - cominci a controllare ciò che accade all’interno dei dormitori e si pensi ad altre soluzioni".