Rozzano, uccise ex suocero per vendicare abusi sulla figlia: chiesti due ergastoli

Lombardia
Immagine di archivio (ANSA)

Il pm di Milano ha chiesto una condanna nei confronti del 35enne che lo scorso febbraio sparò al parente indagato e per il suo complice 27enne. Il processo è stato rinviato al 9 gennaio per la sentenza

Il pm di Milano, Monia Di Marco, ha chiesto due condanne all'ergastolo per il 35enne che lo scorso febbraio, a Rozzano (nel Milanese), sparò e uccise l'ex suocero, indagato per avere abusato della nipotina di 8 anni, e per il complice 27enne, che guidava lo scooter da cui sono partiti i colpi. Il processo è stato rinviato al prossimo 9 gennaio per la sentenza.

Le fasi giudiziarie

La richiesta per omicidio premeditato aggravato è stata formulata durante il rito abbreviato davanti al gup Aurelio Barazzetta. L’accusa ha contestato invece la premeditazione a entrambi e, oggi, ha formulato richiesta di ergastolo per gli imputati, con lo sconto di pena sull’isolamento diurno previsto dal rito abbreviato.
Il gip di Milano, Teresa De Pascale, lo scorso giugno aveva accolto la richiesta del pm Di Marco e del procuratore aggiunto, Letizia Mannella, di mandare a processo, con rito immediato, i due, che poi avevano optato per l’abbreviato.
Il padre, in particolare, si era costituito poco dopo l'omicidio.

L'ipotesi sull’omicidio

Tra le ipotesi investigative, era stata vagliata anche quella che il 63enne fosse stato attirato in una "trappola" per portare a termine una "vendetta" nei suoi cofronti. L’uomo sarebbe dunque stato invitato appositamente a tornare a Rozzano, dove non passava più da mesi, da Napoli, dove era tornato a vivere. Questo sarebbe accaduto solo pochi giorni prima di essere ucciso.

La vicenda

Lo scorso 25 febbraio, al Palazzo di Giustizia di Milano, si era concluso un incidente probatorio nel quale la bimba di otto anni aveva parlato degli abusi che avrebbe subito dal nonno. E in quell'occasione, davanti al giudice e alla madre della piccola (ossia la figlia del 63enne ucciso), era arrivata la conferma dei racconti già resi dalla bambina alla polizia in un'audizione protetta. Circa due ore dopo, secondo la ricostruzione degli eventi, il nonno della bambina era stato ucciso con cinque colpi di pistola in una "esecuzione", come si legge negli atti, all’interno di un parco di Rozzano.

Le parole del padre davanti al pm

Secondo la ricostruzione della dinamica, il padre si era armato per compiere un atto di "giustizia privata", ossia vendicarsi delle violenze subite dalla figlia e andate avanti per circa due anni. Davanti al pm, il genitore, difeso dall’avvocato Lucio Antonio Abbondanza, aveva dichiarato: "Quando l’ho visto, ho avuto un black out improvviso, immediato". L’uomo aveva anche sostenuto che il suo amico, e presunto complice, non era a conoscenza di ciò che lui avrebbe fatto.

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