Milano, caso Bellomo: inchiesta archiviata, per il Gip non c’è reato

Lombardia
Foto di archivio (ANSA)

L’ex consigliere di Stato era indagato per stalking e violenza privata su quattro studentesse della scuola di preparazione alla magistratura ‘Diritto e scienza’

L’inchiesta sull’ex consigliere di Stato, Francesco Bellomo, accusato di stalking e violenza privata su 4 studentesse della sede milanese della scuola di preparazione alla magistratura ‘Diritto e scienza’ e difeso dall’avvocato Beniamino Migliucci, è stata archiviata quest’oggi dal Gip, Guido Salvini, che ha accolto l’istanza della procura. Bellomo, divenuto noto per il dress code che imponeva alle sue studentesse e borsiste, a luglio era anche stato arrestato dal Gip di Bari per maltrattamenti però il Riesame ha revocato i domiciliari e riqualificato le accuse. Il Gip di Milano ha spiegato che, “sebbene molte delle richieste rivolte alle borsiste appaiano inconferenti con quelle che sono i normali caratteri di un rapporto di collaborazione accademica e siano state sovente avanzate con insistenza attraverso telefonate in tarda serata e invio di email, non può ritenersi che le stesse valgano ad integrare una condotta abituale di molestia e minaccia".

L’inizio dell’iter giudiziario

Lo scorso 9 luglio Bellomo era stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. L’uomo doveva rispondere dei reati di maltrattamento nei confronti di quattro donne, tre borsiste e una ricercatrice, alle quali aveva imposto anche un dress code, ed estorsione aggravata ai danni di un'altra corsista. Era inoltre indagato anche per i reati di calunnia e minaccia ai danni del presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte. L'accusa, contenuta nell'ordinanza di arresto per maltrattamenti ed estorsione nei confronti di cinque ex borsiste, risale al settembre 2017, quando Conte era vicepresidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa e presidente della commissione disciplinare chiamata a pronunciarsi su Bellomo.

La revoca dei domiciliari

Alla fine di luglio Bellomo è tornato in libertà. La decisione è stata presa del tribunale del Riesame, in parziale accoglimento dell'istanza della difesa, riqualificando i reati. Il tribunale della Libertà di Bari ha riqualificato i reati da maltrattamenti in concorso in tentata violenza privata aggravata e stalking, e da estorsione in violenza privata. I giudici hanno quindi sostituito la misura cautelare degli arresti domiciliari con quella del "divieto temporaneo, per la durata di 12 mesi, di esercitare attività imprenditoriali o professionali di direzione scientifica e docenza, interdicendogli in tutto le attività ad esse inerenti".

La richiesta d’archiviazione

Nel frattempo, i pm milanesi Cristian Barilli e Antonia Pavan avevano richiesto l’archiviazione del caso poiché non erano emersi nell’indagine "atti idonei ad integrare detta condotta di sopraffazione, né un'abitualità di comportamenti volti ad incidere negativamente sulla serenità e l'integrità psicofisica delle allieve". Inoltre, secondo la procura, non vi era "abitualità della condotta" ed era "da osservare come molti dei contatti intervenuti tra Bellomo e le studentesse non siano stati posti in essere in via unilaterale da parte dell'indagato, ma si siano iscritti nell'ambito di una rete di scambi connotata da reciprocità".

Le parole del Gip

Secondo il Gip, "di certo era decisamente poco consona ad un corso per la preparazione dell’esame di magistratura la circostanza, riferita da numerose studentesse, secondo cui la proposta di diventare borsiste nasceva dall’immagine esteriore delle ragazze e non dall’essersi distinte per conoscenze giuridiche nella prima fase delle lezioni. Ma anche questa circostanza in sé non è di rilievo penale”. Il giudice prosegue: “L’attività svolta dal dottor Bellomo nella gestione della sua scuola ha avuto come conseguenza la destituzione da Consigliere di Stato, ma con questo si esauriscono le conseguenze di un comportamento, pur certamente singolare perché, per quanto concerne almeno il segmento milanese del corso di Scienza e Diritto, non si ravvisano condotte rilevanti sul piano penale. Si ravvisa inoltre che molti dei contatti rinvenuti tra Bellomo e le studentesse non siano stati posti in essere in via unilaterale da parte dell’indagato, ma si siano iscritti nell’ambito di una rete di scambi connotata da reciprocità tra l’indagato e le studentesse”, conclude il Gip.

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