Incendio ospedale Bergamo, simulato rogo identico per perizia tecnica

Lombardia
Le immagini dei soccorsi (ANSA)

Le fiamme, controllate dai vigili del fuoco, sono state appiccate in una stanza uguale a quella in cui è morta la 19enne, contenente anche gli stessi mobili materassi e lenzuola. Lo scopo è capire in che modo l'incendio si sia propagato così rapidamente 

Proseguono le indagini sull’incendio scoppiato lo scorso 13 agosto al terzo piano della torre sette dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, nel quale perse la vita una 19enne ricoverata in Psichiatria. Oggi, nell’ambito della perizia tecnica disposta dalla Procura, è stato appiccato dai vigili del fuoco un rogo identico - ma controllato - in una stanza uguale a quella in cui è morta la giovane, contenente anche gli stessi mobili materassi e lenzuola. Uno dei punti chiave da chiarire è infatti il motivo per cui le fiamme si propagarono tanto rapidamente da non consentire al personale di raggiungerla e salvarla.

Forse un gesto autolesionistico

La settimana scorsa, è stata eseguita l’autopsia sul cadavere della 19enne, dal quale è emerso che a causare il decesso sono state le ustioni e le esalazioni di monossido di carbonio. Inoltre, sono state individuate sul corpo anche tracce di un accendino bruciato, con il quale, forse, la giovane ha appiccato l’incendio nella sua stanza. L’esame autoptico sembra dunque confermare l’ipotesi che si sia trattato di un gesto autolesionistico. Ora si attendono i risultati dell’esame tossicologico.  

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