I legali difensori avevano presentato ricorso contro l'ordinanza del Tribunale del Riesame di Milano che a maggio ha respinto l'istanza sulla revoca della custodia cautelare in carcere
Il procuratore generale della Cassazione Stefano Rocchi ha chiesto, nell'udienza a porte chiuse davanti alla prima sezione penale della Cassazione, di rigettare il ricorso presentato dai legali di Stefano Binda, condannato in primo grado all'ergastolo per l'omicidio di Lidia Macchi, contro l'ordinanza del Tribunale del Riesame di Milano che a maggio ha respinto l'istanza sulla revoca della custodia cautelare in carcere. La richiesta dell’avvocato di Binda, Patrizia Esposito, contenuta nel ricorso è di ritenere cessate le esigenze cautelari a carico del suo assistito, in carcere a Busto Arsizio. Per Binda inoltre è in corso, davanti alla Corte d'Assise d'appello di Milano, il processo di secondo grado per l'omicidio della studentessa uccisa con 29 coltellate nel gennaio del 1987 in un bosco a Cittiglio, nel Varesotto.