Marco Carta: "Non vedo l'ora del processo, sono tranquillo"
LombardiaCosì il cantante parla del procedimento che dovrà affrontare per furto aggravato in concorso per l’episodio avvenuto alla Rinascente di Milano. "Le critiche social mi hanno fatto male", aggiunge
"Sono tranquillo per settembre, anzi: non vedo l'ora", ha detto oggi, giovedì 20 giugno, Marco Carta, in occasione della presentazione milanese del suo nuovo album e della sua autobiografia, riguardo al processo che dovrà affrontare per furto aggravato in concorso per l’episodio avvenuto alla Rinascente di Milano, in cui erano state sottratte alcune magliette. Finito in manette insieme a una donna, l’arresto di Carta non era stato convalidato, anche se risulta comunque indagato per furto aggravato in concorso. Il processo si terrà, appunto, a settembre.
Le parole di Marco Carta
"Le critiche social mi hanno fatto male", ha aggiunto il cantante riferendosi alle reazioni alla notizia del suo fermo. "Bisognerebbe avere un patentino per i social - ha detto ancora Carta -, passare un esame. Non è possibile scrivere insulti pesanti a muso duro e a cuor leggero. Io ho una bella corazza ma sono un essere umano, ero spezzato e mi sto ricongiungendo ora". Per Carta anche i media hanno le loro colpe: "La stampa stessa - ha osservato - ha fatto dei titoli pesanti. A volte è una questione di acchiappa click, ma mi sarebbe piaciuto che ci fossero stati alcuni articoli diversi nel titolo perché spesso ci si sofferma a leggere solo quelli e si hanno informazioni errate". Per quanto riguarda ciò che è successo all'interno della Rinascente, di cui parla anche nella sua autobiografia, il cantante ha detto: "Non ero conscio, altrimenti mi sarei dissociato o l'avrei impedito". Le magliette infatti sono state trovate nella borsa della donna che era con lui.
Il caso sul Pride di Modena
Carta è finito al centro anche di un'altra polemica, con uno degli organizzatori del Pride di Modena che ha scritto sui social che l'artista avrebbe chiesto 8000 euro per la sua partecipazione. "Il mio manager mi ha spiegato che gli organizzatori si erano messi d'accordo con il mio promoter che purtroppo essendo esterno a questa vita non ha questa sensibilità e ha visto l'evento come un'opportunità di lavoro, poi comunque ho visto nelle mail che aveva chiesto un prezzo inferiore agli 8000 e che non è stato scortese, come è stato scritto", ha detto il cantante. "Perché mandare una marea di fango quando invece si dovrebbe parlare di amore? Non lo trovo tanto coerente, sarei andato volentieri e gratuitamente come farò con il Matera Pride". L'auspicio ora è che "il disco porti a farmi rivedere come un artista. Lo spero perché c'è tanta sincerità in entrambi i lavori".