Milano, Fabrizio Corona assolto per la vicenda dei contanti nel controsoffitto

Lombardia
Fabrizio Corona (ANSA)

La Procura generale non ha presentato ricorso in Cassazione su questa imputazione caduta in primo grado e in appello, mentre nello stesso processo a Milano l'ex re dei paparazzi è stato condannato in secondo grado a sei mesi

Per Fabrizio Corona è definitiva l'assoluzione dall'accusa di intestazione fittizia di beni per la vicenda dei circa 2,6 milioni di euro trovati in parte in un controsoffitto e in parte in Austria, che lo aveva riportato in carcere nell'ottobre del 2016. La Procura generale, infatti, non ha presentato ricorso in Cassazione su questa imputazione caduta in primo grado e in appello, mentre nello stesso processo a Milano l'ex re dei paparazzi è stato condannato in secondo grado a sei mesi (un anno in primo grado), ma solo per un illecito fiscale su una cartella esattoriale che nulla aveva a che vedere con il caso dei contanti.

Il ritorno in carcere

Nel frattempo, l'ex agente fotografico è tornato in carcere a fine marzo per una serie di violazioni dell'affidamento terapeutico che aveva ottenuto per curarsi dalla dipendenza dalla cocaina.  

Le motivazioni

Depositate le motivazioni a fine dicembre, la Corte di Appello di Milano aveva spiegato che non può essere ritenuto un'intestazione fittizia di beni "il deposito in un'abitazione privata" di contanti. Un deposito che in questo caso era stato "reso occulto per ragioni attinenti la necessità di prevenire sottrazioni", ossia solo per evitare che quel denaro venisse rubato, e lo stesso discorso vale per "somme custodite in cassette di sicurezza". Inoltre, nelle motivazioni la Corte ha confermato anche che quei contanti non erano altro che i "proventi in nero delle attività lavorative" dell'ex agente fotografico, che ha poi saldato i debiti tributari. "Sedici mesi di carcere per Fabrizio e sette per Francesca Persi (la sua collaboratrice che custodiva i soldi, ndr) senza motivo", aveva spiegato l'avvocato Chiesa dopo la sentenza. 

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