Tangenti, Altitonante resta ai domiciliari: “Può compiere ancora reati”
LombardiaIl Gip ha respinto l’istanza di revoca della misura sostenendo che il consigliere lombardo di FI, arrestato per corruzione e finanziamento illecito, è ancora “influente”
Deve restare ai domiciliari Fabio Altitonante, il consigliere lombardo di Forza Italia arrestato per corruzione e finanziamento illecito nell'inchiesta della Dda di Milano su un vasto sistema corruttivo in Lombardia, che ha portato a 43 misure cautelari. Il Gip Raffaella Mascarino ha respinto l'istanza di revoca della misura sostenendo, da quanto si è saputo, che il politico, che si è dimesso da sottosegretario all'area Expo per la Regione Lombardia, è ancora "influente" e potrebbe continuare a commettere i reati per cui è ai domiciliari. Il suo legale, l'avvocato Luigi Giuliano, sta valutando di impugnare il provvedimento.
L'interrogatorio
Altitonante si era difeso nell'interrogatorio di venerdì scorso sostenendo che un presunto finanziamento illecito da 25mila euro era "in realtà un versamento regolare e dichiarato, ma non per me, per la campagna elettorale di Pietro Tatarella", altro 'azzurro' che è ora in carcere, anche con l'accusa di associazione per delinquere. Anche i legali di Tatarella (non ha risposto nell'interrogatorio di garanzia), gli avvocati Nadia Alecci e Luigi Giuliano, stanno lavorando per ricorrere al Riesame contro la misura cautelare. "Non ho preso soldi né come corruzione, né come finanziamento illecito", aveva detto Altitonante al Gip, Raffaella Mascarino, a cui aveva cercato di spiegare che quei 25mila euro, versati dall'imprenditore Daniele D'Alfonso (arrestato con l'aggravante di aver favorito una cosca della 'ndrangheta), sarebbero stati dichiarati nella campagna per le Politiche 2018 del compagno di partito Tatarella, ormai ex consigliere comunale milanese, ex vicecoordinatore lombardo di FI e candidato alle Europee. Con quei soldi, stando alla versione di Altitonante, Tatarella, suo "mandatario elettorale", avrebbe organizzato un evento di comici e avrebbe fatto un volantino nel quale, oltre al voto per se stesso, si promuoveva anche quello per Altitonante, che era candidato alle Regionali. Per quel denaro, tra l'altro, Altitonante è anche accusato di corruzione perché in cambio si sarebbe speso per "far ottenere il rilascio del permesso a costruire" su un immobile "di proprietà della moglie di Luigi Patimo", manager anche lui arrestato e che interrogato ha negato la mazzetta. Altitonante si era difeso ancora dicendo che non avrebbe fatto pressioni per quella pratica ma che era solo un "interessamento".