Autobus incendiato a Milano, l’autista al Gip: ho sentito voci bimbi in mare e ho agito

Lombardia
Foto di archivio (Fotogramma)

Lo avrebbe dichiarato Ousseynou Sy davanti al Gip, ribadendo che voleva fare "un gesto clamoroso" contro "la politica italiana e mondiale sull'immigrazione". Per il suo legale il 47enne ha mostrato segni evidenti di squilibrio, ma il giudice non è d’accordo

Ha agito dopo aver sentito dalle "voci dei bambini che stavano morendo nel Mediterraneo" che gli avrebbero chiesto di fare qualcosa di "clamoroso affinché questo non accada più". Lo ha dichiarato Ousseynou Sy davanti al Gip. Si è svolto venerdì 22 marzo al carcere di San Vittore, l’interrogatorio dell’autista che due giorni fa ha sequestrato un bus con 51 studenti di una scuola media di Crema a bordo e gli ha dato fuoco (LE FOTO). Il suo intento - avrebbe detto al giudice – era quello di "cambiare la politica italiana e mondiale sull'immigrazione" e "fare sì che gli africani restino in Africa, ma che venga accolto in Europa chi è in viaggio". Per il suo difensore, Davide Lacchini, l’attentatore avrebbe mostrato segni di squilibrio. Ma il giudice non è d’accordo: "Era più o meno tranquillo".

Sy: “Volevo un impatto internazionale”

Sy voleva compiere "un'azione dimostrativa" e avere "non un impatto nazionale, ma un massimo impatto internazionale" a riferirlo è il suo legale, Davide Lacchini, spiegando che l'uomo davanti al Gip "ha lodato la politica italiana sulle migrazioni" e che il suo messaggio era "nessuno dall'Africa deve venire in Europa". Sy, in sostanza, ha ribadito quanto aveva già detto ai Pm "e l'elemento nuovo – ha proseguito il legale – è il fatto che ha dato dei segni di squilibrio che a mio parere richiedono un approfondimento con una perizia psichiatrica". Lo stesso difensore ha parlato di "evocazioni" e "invocazioni" da parte dell'uomo, ma senza precisare meglio. L'avvocato ha riferito che il suo assistito "ha esposto le sue ragioni davanti al giudice con un certo vigore". In sostanza, Sy avrebbe affermato ancora una volta di aver compiuto quel gesto eclatante come "rivendicazione" per i bimbi migranti morti nel Mediterraneo, ribadendo la sua volontà di non voler fare male a nessuno e che il bus ha preso fuoco in modo accidentale.

Si cerca ancora il video girato da Sy

A chi gli ha chiesto se l'uomo si sia pentito, il difensore ha risposto: "non si è parlato di questo oggi". Lacchini ha affermato che il suo "assistito ha lodato la politica italiana in tema di migrazioni, perché è l'unico Paese, secondo lui, che salva le vite e spende per questo milioni di euro". L'autista ha ripetuto, inoltre "di aver fatto un video" inviato ai suoi conoscenti, "ma gli inquirenti non l'hanno ancora trovato". Come aveva già detto a chi è andato a trovarlo in carcere, Sy ha parlato anche "dello sfruttamento economico dell'Africa da parte dell'Europa". Secondo la sua versione, infine, lui voleva arrivare con il bus a Linate e pendere una aereo "per andare in Senegal". Il coltello l'aveva con se perché "durante i turni serali gli autisti si portano degli strumenti di difesa".

Le parole del Gip

"Non mi è sembrato" così ha risposto il Gip di Milano, Tommaso Perna, ai cronisti che gli hanno chiesto se durante l'interrogatorio Sy avesse manifestato segni di squilibrio, come ha riferito il suo difensore. A chi gli ha chiesto se l'uomo era tranquillo, il giudice ha risposto "più o meno".

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