Amianto, a Milano si attendono da due anni motivazioni della sentenza

Lombardia
Foto di Archivio (Agenzia Fotogramma)

"Non risultano ancora depositate le motivazioni" del verdetto, scrive tra gli altri l'Associazione italiana esposti amianto. Il presidente del Tribunale di Milano assicura: "A gennaio"

A Milano si attendono ancora le motivazioni della sentenza con la quale il Tribunale di Milano, il 19 dicembre 2016, due anni fa, aveva assolto nove ex manager Pirelli per 28 casi di operai morti o ammalatisi, secondo l'accusa, a causa dell'amianto. "Non risultano ancora depositate le motivazioni" del verdetto "della Dr.ssa Anna Maria Gatto", lo scrive il Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro, Medicina Democratica e l'Associazione italiana esposti amianto in una segnalazione ai vertici del Tribunale, spiegando che la prescrizione corre e che non possono impugnare. All'epoca, il PM Maurizio Ascione aveva chiesto condanne comprese tra i quattro anni e mezzo e i nove anni di reclusione per sei ex dirigenti Pirelli e l’assoluzione per altri tre imputati.

La ricostruzione dei fatti

Gli ex dirigenti dell'azienda erano stati assolti con formula piena il 19 dicembre 2016 nel processo cosiddetto 'Pirelli bis' con al centro le accuse di omicidio colposo e lesioni gravissime per quasi 30 casi di operai morti o ammalatisi, secondo l'accusa, a causa dell'amianto, dopo aver lavorato negli stabilimenti milanesi dell'azienda tra gli anni '70 e '80. Le motivazioni avrebbero dovuto essere depositate dopo 90 giorni (i termini sono stati poi prorogati più volte). Ora, le tre associazioni hanno deciso di depositare "una segnalazione" al presidente del Tribunale milanese, Roberto Bichi, e al presidente della quinta sezione penale, Ambrogio Moccia (Anna Maria Gatto è ora presidente del Tribunale di Pavia), per denunciare "un grave nocumento per le parti civili rappresentate dall'avvocato Laura Mara".

Rischio prescrizione

"La prescrizione corre con grave danno per le parti civili" e "le vittime e le loro associazioni senza le motivazioni della sentenza non possono neanche presentare appello", mentre "non si ferma la conta dei morti fra chi ha lavorato alla Pirelli, in attesa di una giustizia che non arriva mai, altri ex lavoratori continuano ad ammalarsi e morire". Il legale Laura Mara ha chiarito che le ragioni del lunghissimo ritardo nel deposito delle motivazioni "sono a noi ignote". 

Il presidente del Tribunale: "Le motivazioni a gennaio"

Dopo la segnalazione, il presidente del Tribunale di Milano, Roberto Bichi, ha assicurato che le motivazioni "saranno depositate entro gennaio". Bichi ha comunicato di aver contattato Anna Maria Gatto, che le sta scrivendo e che "il motivo del ritardo è collegato al trasferimento a Pavia" del magistrato come presidente del Tribunale, ai molti impegni per riorganizzare quel Tribunale e anche a problemi personali. Bichi ha evidenziato il "lodevole impegno" del giudice che, sebbene fosse già applicata come presidente a Pavia quando era ancora in corso il dibattimento, ha deciso di portare a termine il processo, e ha spiegato che Gatto "sta lavorando anche il sabato e la domenica" per completare le motivazioni e depositarle, "consapevole della situazione che si è creata".

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