Kunihiro Giuliano, proprietario del ristorante Sushisen di Roma, e Stefano Costi, uno degli ideatori di via Japan, disegnano una mappa del cibo di strada del Giappone. Ecco le specialità da non perdere (foto: Saverio Nami). LA FOTOGALLERY
A cura di Stefania Leo
Il Giappone ha una tradizione gastronomica antichissima. La cura per la materia prima e la sua cottura la rendono una delle cucine più salutari al mondo. Inoltre, il Paese del Sol Levante vanta anche una grande tradizione di street food (foto: Saverio Nami per Asse Communication)
I 10 dolci della cucina giapponese. FOTO
Kunihiro Giuliano, patron chef del ristorante Sushisen di Roma, inizia dai Takoyaki. Si tratta di polpo fritto o grigliato, di forma sferica, tipico della cucina di Osaka. Si cucina dopo aver preparato una pastella fatta con una speciale farina di grano al cui interno viene posto un pezzo di polpo (foto: Kunihiro Giuliano/Sushisen)
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Altri ingredienti da aggiungere prima della cottura sono i ritagli di tempura (tenkasu), zenzero marinato e cipolla verde. Quando sono pronti, vengono guarniti con salsa otafuku per takoyaki o equivalente, alga aonori tritata, maionese e katsuobushi (fiocchi di tonnetto striato essiccato e affumicato) (foto: Saverio Nami per Asse Communication)
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Lo Yakitori è uno spiedino di pollo cotto in salsa. Il termine compare per la prima volta nei libri nel periodo Edo, all'interno di un menù presentato a Komoro-jo (un castello situato attualmente nelle vicinanze della prefettura di Nagasaki). Si pensa che "yakitori" indicasse la carne di uccello selvatico grigliata. Lo Yakitori Tare Tezukuri è uno spiedino di polpa di coscia di pollo con salsa teriyaki e verdure di stagione. (foto: Kunihiro Giuliano/Sushisen)
Con la restaurazione Meiji, il consumo di carne in Giappone si diffuse e si cominciò a mangiare anche quella di pollo. Ma queste pietanze, servite dai ristoranti, erano eccessivamente costose: le persone comuni non potevano permettersele. Perciò, usando gli avanzi e i resti del pollo provenienti da questi ristoranti, si preparavano gli spiedini da grigliare (foto: Saverio Nami per Asse Communication)
Iniziò così la vendita di Yakitori sulle bancarelle di strada, nei pressi dei sentieri e dei ponti dei templi, durante le fiere. Trattandosi di spiedini, potevano essere consumati senza bisogno di adoperare le bacchette. "Oggi nei locali specializzati le donne mangiano gli Yakitori staccando la carne dallo spiedino con le bacchette, ma mangiarlo direttamente dal bastoncino non è maleducazione", spiega Giuliano (foto: Saverio Nami per Asse Communication)
Chi ha visitato il Giappone conoscerà bene il Ramen: è a Hokkaido che si può vivere la più intensa esperienza gastronomica con questi spaghetti in brodo. Possono essere serviti in vari modi (foto: Saverio Nami per Asse Communication)
In Italia il ristorante Sushisen è tra i locali che ritira gli spaghetti della Nishiyama Seimen, una delle più antiche case produttrici che dal 1950 firma i migliori sapori del Giappone. "Ogni giorno ne vengono serviti solo dieci perché preparare il brodo richiede tempo e attenzione ai dettagli", aggiunge Giuliano (foto: Kunihiro Giuliano/Sushisen)
Gli Udon sono spaghettoni spessi, fatti con farina di grano. Come i ramen, possono essere consumati immersi in calde zuppe fumanti o freddi, da intingere in brodi saporiti. Possono anche essere saltati in padella, diventando così Yakiudon (foto: Kunihiro Giuliano/Sushisen)
Il Donburi è la classica "schiscetta" che i giapponesi usano durante i pic-nic o in pausa pranzo, al lavoro. Con la parola "don" si indica la scodella. Il Donburi è preparato solitamente con pesce, carne, verdure e altri ingredienti, serviti sul riso (foto: Kunihiro Giuliano/Sushisen)
I Gyoza sono la versione giapponese dei celebri ravioli di carne cinesi (jiaozi). Si tratta di mezzelune di pasta, farcite con carne di maiale macinata e verdura. Sono consumati come antipasto, cotti al vapore o alla piastra. Si diffusero in Giappone dopo la Seconda guerra mondiale (foto: Saverio Nami per Asse Communication)
Amate dai bambini (ma anche dagli adulti) le Korokke sono la versione giapponese delle crocchette di patate. Arrivate dalla Francia alla fine dell'Ottocento, sono state rielaborate secondo le disponibilità locali. A differenza di quelle francesi, non hanno il formaggio. Sono fatte quindi con patate lesse e carne macinata, anche se le varianti sono tantissime (foto: Flickr - Chanin M)
L'Okonomiyaki è una frittella che ricorda i pancake americani. In Giappone ne esistono molte varianti. Quella più famosa è della regione Kansai, e ha fatto sì che l'okonomiyaki diventasse famoso in tutto il mondo anche col nome di pizza di Osaka (foto: Saverio Nami per Asse Communication)
Ma l'Okonomiyaki è nato a Hiroshima prima della Seconda Guerra Mondiale. Diventa famoso nel Dopoguerra come una specie di crepe, preparata con gli ingredienti degli aiuti umanitari spediti in Giappone. Al grano si aggiunsero poi uova, carne di maiale, cavoli e salse (foto: Saverio Nami per Asse Communication)
Le Yaki Imo sono patate dolci cotte su legna, consumate solitamente da metà dell'autunno a tutto l'inverno. I food truck di Yaki Imo sono diffusi in tutte le città
Noto anche come omusubi, l'Onighiri è uno spuntino composto da una polpetta di riso bianco, con un cuore di salmone o tonno (ma anche altro). Vengono aggiunti anche condimenti come il sesamo (foto: Saverio Nami per Asse Communication)
La cucina giapponese abbonda di fritti e fritture. La tradizione vuole che la Tempura, una delle tecniche più antiche e famose, sia stata introdotta dai portoghesi nel XVI secolo. Un'altra tecnica di frittura nota è il Karaage, che dà origine a frittelle di pollo. Gli ingredienti sono marinati nella salsa di soia aromatizzata e poi fritti (foto: Saverio Nami per Asse Communication)
Noto anche come Kushiage, il Kushikatsu è un piatto giapponese di carne e verdure infilzate, fritte in padella. In giapponese il termine “kushi” si riferisce agli spiedini usati, mentre “katsu” indica una cotoletta di carne fritta (foto: Saverio Nami per Asse Communication)
I dolci giapponesi venduti in strada sono moltissimi. Tra questi c'è il Taiyaki,un croccante wafer a forma di pesce, ripieno di marmellata di fagioli rossi (azuki) (foto: takahito/Flickr)
Diffusissimo in Giappone, ma anche in Occidente, è poi il Dorayaki, una specie di pancake ripieno della stessa marmellata (foto: Hiromi Cake)
Infine c'è il Dango, uno spiedino di mochi assortiti, dolcetti fatti con farina di riso. Può essere preparato sia dolce che salato. Viene servito su uno spiedo, accompagnato anche da tè verde (foto: Saverio Nami per Asse Communication)
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