
Non solo Cleopatra e Agrippina, l'Impero romano è anche una storia di donne
IL LIBRO DELLA SETTIMANA Per secoli la storiografia le ha costrette in un ruolo ancillare e secondario, alimentando i più diffusi stereotipi. Un saggio di Marisa Ranieri Panetta rievoca ora le vicende delle donne protagoniste dell'impero, provandone a restituire il loro reale valore politico
Video e gallery a cura di Filippo Maria Battaglia
Otto donne vissute in poco più di tre secoli: in questo libro, pubblicato da Salerno editrice, l'archeologa Marisa Ranieri Panetta racconta trecento anni di potere all'ombra dei Cesari nel destino delle mogli e delle madri che hanno affiancato coniugi e figli sul trono
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Quasi inevatibile che il libro si apra con Cleopatra (qui interpretata da Liz Taylor). Nessun'altra come lei ha incarnato il fascino d'Egitto ma la sua storia è inevitabilmente intrecciata con l'impero romano
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Cleopatra arriva a Roma il 46 a. C. insieme a duecento cortigiani, tutti alloggiati - racconta Ranieri Panetta - nella villa suburbana di Cesare sulla riva desta del Tevere. E al suo seguito sbarcano nella capitale "ricchi arredi, aromi esotici, vasellame da tavola impreziosito di gemme per ricreare nell'Urbe l'atmosfera sontuosa della reggia alessandrina e stupire i visitatori"
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La lista di chi le rende omaggio è lunghissima: tra loro, anche Cicerone che, racconta sempre Ranieri Panetta, aveva chiesto dei rari manoscritti conservati nella Biblioteca di Alessandria. Una richiesta che non sarà esaudita, scatenando l'ira del grande oratore romano
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Cleopatra si toglierà la vita il 12 agosto del 30 a.C., a 39 anni. Con la sua morte, che contribuirà in modo decisivo ad alimentarne il mito, si fa convenzionalmente terminare l'età ellenistica. Ma - racconta l'archeologa nelle "Donne che fecero l'Impero" - "lungo il Nilo e nella grande Alessandria l'ultima dei faraoni tolemiaci continuò a essere venerata come divinità. Le sue statue ricevevano offerte e preghiere nei templi, e la devozione nei suoi confronti è documentata per quattro secoli dopo la morte"
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La storia di Livia Drusilla (58 a.C.-29 d.C.), futura moglie di Augusto, è meno nota ma non meno affascinante. Il primo episodio raccontato dagli storici risale a una sua fuga, nel 40. a. C. Ha 18 anni, è sposata con il cugino Tiberio Claudio Nerone e lascia la capitale perché durante la guerra di Perugia il marito si è schierato con Antonio. Dopo la sconfitta di questi, il suo nome viene così inserito nelle liste di proscrizione: rischia la pena di morte e la confisca dei beni (questa che vedete è la villa di Livia, costruita molti anni dopo)
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La vicenda di Livia (qui siamo ancora nella sua villa) è significativa anche per un'altra ragione: nonostante sarà accusata di vari intrighi, riuscirà a mantenere una sua dignità storica perché rimarrà una sposa fedele. Questa reputazione, racconta Marisa Ranieri Panetta, è la conferma di quanto la vita intima "divenne il discrimen per condanne o assoluzioni, da parte delle alte cariche della res publica e degli storici, che si accanirono nel dare giudizi sugli aspetti privati"
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"La donna che, nel primo impero, supererà tutti gli ostacoli che gli si porranno davanti raggiungendo il maggior grado di potere esercitato pubblicamente": così Marisa Ranieri Panetta presenta la moglie di Claudio, Agrippina Minore (15-59 d. C), la madre di Nerone
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Il libro di Marisa Ranieri Panetta ("Le donne che fecero l'Impero", Salerno, pp. 260, euro 18) racconta anche le vite di Plotina, di Giulia Domna e delle sue nipoti. E, nel tracciarne le sorti, si sofferma anche sulle loro rappresentazioni, non solo iconografiche, oltre che sulla lunga sfilza di stereotipi che ne hanno segnato la memoria
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