Koh-i-Nur, storia del diamante che fece perdere (letteralmente) la testa a mezzo mondo

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Filippo Maria Battaglia

©Getty

IL LIBRO DELLA SETTIMANA La gemma più famigerata della storia è al centro di un saggio che ne rievoca la vicenda, incrociando battaglie epiche, decapitazioni, tremende razzie, oltre ai destini di alcune delle più importanti dinastie 

Si chiamava "Trono del pavone" e probabilmente  è stato il più sfarzoso seggio reale mai realizzato al mondo. Sentite qui: "L'esterno del padiglione doveva essere di smalto lavorato e intarsiato di gemme, e l'interno fittamente incrostato di rubini e granati e altri gioielli e e sorretto da colonne di smeraldo. In cima a ciascun pilastro, dovevano esserci due pavoni tempestati di gemme, e tra essi un albero incastonato di rubini e diamanti, smeraldi e perle".

A volerlo nel 1628, quando era all'apice del potere, era stato Shah Jahan, l'imperatore Moghul rimasto immortale anche per aver fatto costruire il Taj Mahal in India.

Shah Jahan faceva parte della più importante dinastia imperiale indiana di religione musulmana: regnava su una popolazione di circa cento milioni di sudditi, più o meno equamente distribuiti tra l'India, il Pakistan e il Bagladesh di oggi.

Il Trono e il diamante

I Moghul, però, non erano soltanto appassionati di arte. Disponevano di risorse incomparabili con cui patrocinarle e il "Trono del pavone" avrebbe dovuto innanzitutto rappresentare questo: un'egemonia che aveva solo in parte a che fare con il gusto per l'arte.

Quel trono, che portò via sette anni di lavori e oltre dieci milioni di rupie prima di finire incredibilmente disgregato, accoglieva anche il "Koh-I-Nur", il diamante più famigerato del mondo. La sua storia è al centro di un saggio scritto a quattro mani da Willyam Darlymple e Anita Anand, intitolato semplicemente "Koh-I-Nur" e pubblicato nella collana dei Casi di Adelphi (trad. S. D'Onofrio, pp. 254, euro 22).

 

La storia di un mito tra decapitazioni e razzie

Chi si imbatterà in questa vicenda, scoprirà presto che "Koh-I-Nur", finito al centro di desideri e appetiti di almeno tre continenti, in realtà non è affatto la più grande e preziosa gemma al mondo. Ad oggi, coi suoi 105,602 carati entrati da tempo ad adornare la corona reale inglese, è solo al 19esimo posto. Ma questo conta fino a un certo punto perché la storia di questo diamante ricostruita da Darlymple e Anand ha solo apparentemente a che fare con preziosi e monili. Pagina dopo pagina, diventa il pretesto perfetto per raccontare un'epopea ricca di battaglie epiche, di decapitazioni e di efferate razzie.

Il "Koh-I-Nur" incrocia dinastie secolari, eserciti indomabili e anche un po' di geopolitica. E la sua storia finisce così col restituirci un ritratto all'altezza delle altri grandi narrazioni di Darlymple, a cominciare dal monumentale "Ritorno di un re" con cui Darlymple è diventato un autore di culto.

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