Il 19 settembre 1985 moriva a Siena uno degli scrittori italiani più letti e tradotti al mondo. A quarant’anni dalla scomparsa, la sua voce continua a parlare a generazioni di lettori perché la sua attualità non si è spenta: i suoi libri continuano a circolare nelle scuole, nelle università e tra i lettori comuni, confermando il suo ruolo di classico contemporaneo
Sono passati quarant’anni dalla scomparsa di Italo Calvino (1923-1985), uno degli scrittori più amati e influenti del Novecento. La sua parabola letteraria, capace di attraversare generi, sperimentazioni e generazioni di lettori, continua a rappresentare un punto di riferimento imprescindibile per la narrativa italiana e internazionale. Nato a Santiago de Las Vegas, a Cuba, da genitori liguri impegnati nella ricerca scientifica, Calvino crebbe a Sanremo, tra i giardini botanici del padre e le passioni culturali della madre. L’esperienza della Resistenza segnò profondamente la sua formazione: da partigiano della Brigata Garibaldi trasse ispirazione per il suo primo romanzo, Il sentiero dei nidi di ragno (1947), in cui la guerra viene raccontata attraverso lo sguardo innocente di un bambino.
Le opere più importanti
Dopo l’esordio, Calvino intraprese un percorso unico, sempre alla ricerca di nuove forme narrative. Dai racconti fantastici de Le cosmicomiche (1965) e Ti con zero (1967), che fondono scienza, mito e immaginazione, alle celebri trilogie allegoriche come I nostri antenati e Le città invisibili (1972), l’autore mostrò una straordinaria capacità di unire rigore intellettuale e leggerezza poetica. L’ultima opera, Lezioni americane (pubblicata postuma nel 1988), rimane un manifesto letterario di sorprendente attualità, con i suoi valori-guida – leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità – che ancora orientano scrittori e lettori. Lezioni però mai pronunciate, infatti furono preparate per un ciclo di conferenze a Harvard, ma Calvino morì prima di poterle tenere.
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Straordinariamente attuale
L’eredità di Calvino non si limita alle sue opere: la sua figura incarna un’idea di letteratura come esplorazione, dialogo e apertura al mondo. A quarant’anni dalla morte, i suoi libri continuano a essere tradotti, studiati e amati, a dimostrazione di come la sua voce resti viva, capace di parlare al presente e di indicare direzioni future.
Alcune curiosità
Calvino nacque il 15 ottobre 1923 a Santiago de Las Vegas, vicino L’Avana, dove i suoi genitori lavoravano come agronomi e botanici. La famiglia rientrò in Italia quando lui aveva appena due anni. Lo chiamarono Italo per marcare la loro identità italiana all’estero. Calvino era noto per il carattere riservato e una timidezza che compensava con un’ironia sottile, spesso presente anche nei suoi scritti. Da ragazzo amava i fumetti americani (Flash Gordon, Topolino) e il cinema comico di Chaplin, influenze che segnarono la sua fantasia. Nelle Cosmicomiche si divertì a partire da teorie scientifiche reali – dal Big Bang all’evoluzione – trasformandole in favole surreali. Pur essendo uno sperimentatore, non aderì al movimento d’avanguardia letteraria “Gruppo 63” preferendo restare indipendente. Nonostante il legame con Sanremo, Calvino amava molto Parigi, dove visse a lungo, frequentando intellettuali come Queneau e Perec.