Viaggio alla scoperta dei tesori di un isola piccolina, ma ricchissima di storia e di meraviglie naturali. Stiamo parlando dell'Isola d'Elba, piccolo gioiello toscano da scoprire in famiglia
A cura di Gaia Mombelli
- Nascosto tra le colline del versante orientale dell’isola, nel cuore del Parco Minerario di Rio Marina, in un paesaggio quasi marziano, un lago di origine mineraria: il Laghetto Rosso o Laghetto delle Conche. Il suo nome deriva dal colore distintivo delle sue acque, stupende tonalità di rosso e di giallo. Questa tonalità insolita è il risultato della presenza di ossidi di ferro, in particolare l’ematite, che a contatto con l’acqua piovana rilascia il caratteristico colore rosso, arancio e giallo.
- La spiaggia dell’Ogliera, non lontana da Pomonte, è composta da due spiaggette incastonate tra alte scogliere, appena visibili dalla strada. Da questa spiaggia si può partire per l’avventurosa immersione nei pressi del relitto dell'Elviscot, raggiungibile a nuoto, che appassiona sub e snorkelisti. La nave, naufragata sugli scogli quasi 50 anni fa, richiama appassionati e curiosi.
- Un’esperienza indimenticabile pe ri bambini, vedere i cetacei nel loro ambiente naturale e apprendere le buone pratiche da seguire durante l’attività del whale watching. Insieme a un’educatrice ambientale esperta di cetacei si possono commentare gli avvistamenti e conoscere le 8 specie che popolano l’area marina dell’Arcipelago Toscano, oltre che apprendere le basi delle “buone pratiche” della navigazione a vela nel rispetto del mare e dei suoi abitanti.
- La fortezza del Volterraio è il sito più suggestivo dell’isola, soprattutto se raggiunto al tramonto. La fortezza svetta dai suoi 395 metri incastonata nella roccia da cui emerge come per incanto. Un panorama mozzafiato mostra il profilo della dorsale orientale e all’orizzonte la forma esile dell’isola di Pianosa e l’austera sagoma di Montecristo. Di fronte la parte centrale dell’isola con le olline, gli ampi golfi meridionali e la morfologia del golfo di Portoferraio con alle spalle il massiccio imponente del monte Capanne.
- Sembra che le tartarughe Caretta caretta si trovino proprio bene all’Elba tanto che negli ultimi anni hanno scelto le spiagge dell’isola per deporre le uova. Per questo motivo sull’isola si può andare a caccia delle tracce e collaborare alla difesa delle uova, proteggendo la schiusa. La tartaruga che depone le uova è di grandi dimensioni da 100 a 150 cm di lunghezza, ed è molto pesante; quando esce dall’acqua, trascinandosi, lascia una traccia nella sabbia facilmente riconoscibile.
- La Miniera di magnetite del Ginevro, unica miniera in galleria ancora visitabile sull’isola, è il giacimento più grande d’Europa ed è considerata una riserva strategica di ferro dallo stato italiano, tanto da essere tutt’ora tutelata per la sua importanza. Muniti di caschetto e grazie all’aiuto delle guide, si potrà scendere “nella pancia dell’isola” . Come vivevano i minatori? Quali abitudini permeavano la piccola comunità dedicata agli scavi? Cosa voleva dire lavorare sottoterra?
- Nel cuore dell’isola, sul crinale che congiunge il monte Perone alla vetta del Capanne, si trova il Santuario delle farfalle, un sentiero tematico dove è possibile ammirare nel loro habitat naturale una delle più preziose popolazioni di farfalle. Giasone, Macaone, Cleopatra, Silvano Azzurro e Vanessa del Cardo e Vanessa Atlanta sono i nomi di alcune delle specie che abitano l’isola. L’ambiente fresco, luminoso e ricco di fiori permette alle farfalle, soprattutto nei mesi estivi, di rifugiarsi e nutrirsi al ripara dal caldo.
- La Biodola o Cavoli? Padulella o Sansone? Sabbia o rocce? Qual è la spiaggia giusta per il tuo umore oggi? L’isola ne offre un’ampia scelta, ben oltre 200. Gli appassionati di snorkeling possono trovare in Sant’Andrea la loro meta ideale, mentre Marina di Campo è perfetta per le famiglie.
- Si tratta dell’antico vino che discende dagli etruschi di cui andava matto Napoleone, un vino che fa perdere la testa. Questo nettare dal colore brillante è particolarmente pregiato perché realizzato secondo un processo rigorosamente naturale, tramandato da generazioni: si produce soltanto con l'essiccazione degli acini di vite aleatico. Basti pensare che da 100 kg di uva si ricavano al massimo 22 litri di vino.