Mostre d'arte e i musei gratis a Padova da non perdere a febbraio 2024

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Diverse le mostre e gli appuntamenti in programma in questo mese di febbraio a Padova. E torna la domenica gratis ai musei il 4 febbraio

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Diverse le mostre e gli appuntamenti in programma in questo mese di febbraio a Padova. (MOSTRE A MILANO - MOSTRE A NAPOLI - MOSTRE A ROMA - MOSTRE A VENEZIA - MOSTRE A TORINO - MOSTRE A FIRENZE)

Gli eventi

Musei gratis

Per questa prima domenica del mese, 4 febbraio, sono diversi i musei gratis anche a Padova. Con la possibilità per famiglie e turisti di poter vistare le mostre in programma.

Pengo. Vibrazioni cosmiche

Chiude il 25 febbraio alla Galleria Cavour la mostra "Pengo. Vibrazioni cosmiche". Il percorso espositivo si concentra principalmente su quattro serie pittoriche: Visioni interiori (dal 2013), Visionarie presenze (dal 2014), Geometrie del vuoto (dal 2018) e Vibrazioni cosmiche (su tela dal 2019; su plexiglass dal 2023), conseguenti l’una all’altra come le tappe di un percorso interiore in togliere, verso l’invisibile.

Da Monet a Matisse. French Moderns 1850-1950

A Palazzo Zabarella fino al 12 Maggio 2024 è visitabile la mostra "Da Monet a Matisse. French Moderns 1850-1950", che presenta 59 opere provenienti dalla straordinaria collezione europea del Brooklyn Museum.

La Cappella degli Scrovegni nella fotografia tra ‘800 e ‘900

Fino al 7 aprile 2024 il Museo Eremitani di Padova propone la mostra "La Cappella degli Scrovegni nella fotografia tra ‘800 e ‘900". Curata dai Musei Civici, Biblioteche Civiche e Ufficio Patrimonio Mondiale e promossa dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, la mostra ricostruisce attraverso un percorso espositivo composito la straordinaria fortuna visiva della Cappella degli Scrovegni.

La raccolta della manna di Paolo Fiammingo

Fino al 17 marzo 2024 sarà ospitata nella Sala Marcello del Castello di Monselice "La raccolta della manna" di Paolo Fiammingo. Il maestro anversese fu collaboratore di Jacopo Tintoretto e si specializzò a Venezia con una prolifica bottega e una produzione di genere orientata sul paesaggio nella quale la tradizione fiamminga si mescola con quella veneziana. La tela torna al Castello di Monselice per la prima volta da quando, negli anni Settanta, Vittorio Cini ne fece dono alla Fondazione Giorgio Cini.

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