Presentati oggi a Francoforte alla Fiera Internazionale del Libro i dati del Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia, a cura dell’ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori. L’editoria italiana registra un giro d’affari che sfiora i 3,4 miliardi di euro, in linea rispetto ai massimi raggiunti nel post-pandemia e che conferma l’Italia come quarta industria editoriale europea
- L’editoria italiana si conferma prima industria culturale del Paese con un giro d’affari (valore del venduto) pari a 3.388 milioni di euro nel 2022, in crescita di quasi 300 milioni rispetto ai valori registrati nel 2019. Sono i dati del Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia, a cura dell’ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori, presentati oggi a Francoforte alla Fiera Internazionale del Libro
- Il 2022 si configura come un anno di assestamento (-1,5%) rispetto all’anno precedente. Nel conteggio è compreso il mercato trade (saggistica e narrativa venduta nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione), l’editoria scolastica, quella universitaria e professionale (comprendendo quest’ultima anche database e piattaforme digitali), la vendita di diritti, le vendite alle biblioteche e altro ancora
- Le copie vendute nei nove mesi 2023 sono state 69,9 milioni, in calo di un milione rispetto l’anno precedente (-1,5%) ma in crescita di quasi nove milioni rispetto al 2019
- Nel panorama europeo, l’editoria italiana si colloca quarta come valore del venduto sul mercato nazionale (3.338 milioni: sono stati esclusi 50 milioni di export), dietro a Germania (9.444 milioni), Regno Unito (5.327 milioni) e Francia (5.094 milioni). Il mercato spagnolo ha un valore del venduto pari a 2.719 milioni
- Nel 2022 sono stati pubblicati in Italia 83.950 titoli di libri a stampa, con una flessione dell’1,5% rispetto al 2021, un anno eccezionale in cui era stata riprogrammata l’uscita di diversi titoli causa pandemia. Il dato del 2022 conferma l’ampiezza dell’offerta editoriale: la crescita delle novità rispetto al 2010 è del 37,8%
- In calo invece la produzione di e-book a 37.177 titoli, ma il dato è influenzato da una diversa catalogazione: e-book di diverso formato con diverso codice ISBN ora vengono conteggiati una volta sola
- La crescita della proposta annuale si accompagna all’ampliamento del catalogo vivo oggi pari a 1.393.199 titoli. Un ampliamento possibile grazie anche al commercio elettronico che offre l'opportunità di rispondere a una domanda sempre più frammentata e varia
- Per quanto riguarda i prezzi, nonostante l’inflazione il prezzo medio di copertina alla produzione (e quindi non ponderato sulle vendite) nel 2022 è di 19,87 euro, in linea con i valori del 2021 e del 2020 e inferiore al dato del 2010 (21,6 euro). Il prezzo medio di copertina del venduto (dato ponderato sulle vendite) è invece 14,84 euro, lo stesso valore del 2021 e inferiore a quello del 2020 (15,08 euro)
- I generei più venduti nel 2023 vedono in testa la narrativa straniera (19,8%), mentre la narrativa italiana si ferma al 13,7% ma registra una crescita del 4,6% rispetto al 2022. Leggera flessione nelle vendite dei libri per bambini e ragazzi
- La sola editoria trade (saggistica e narrativa venduta nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione) nei primi nove mesi del 2023 ha avuto vendite pari a 1.033,5 milioni di euro, in crescita dello 0,2% rispetto l’anno precedente. Le copie vendute sono state 69,9 milioni, in calo dell’1,5% rispetto l’anno precedente
- Più in dettaglio, 1.777 milioni di euro è la spesa riferita a libri a stampa venduti nel 2022 nelle librerie, store online, supermercati, fiere e festival, cartolibrerie. L’editoria scolastica vale invece 776 milioni di euro, 444 milioni di euro il digitale (di cui 104 ebook e audiolibri, il resto piattaforme e servizi), 226 milioni il rateale, 165 milioni come somma di b2b, biblioteche ed export
- Se guardiamo ai canali di vendita nel settore trade (dati aggiornati ai primi sei mesi del 2023), le librerie fisiche pesano per il 53,9%, l’e-commerce per il 41,3%, la grande distribuzione per il 4,8%. Il commercio elettronico in particolare si attesta sui valori raggiunti per la prima volta nel 2020 con la pandemia, mentre le librerie si confermano primo canale di acquisto con la maggioranza assoluta delle vendite
- Secondo l’indagine condotta da Pepe Research per AIE, nel 2022 sono il 71% i cittadini tra i 15 e i 74 anni che dichiarano di aver letto almeno un libro, di carta o elettronico, oppure ascoltato un audiolibro negli ultimi 12 mesi, tre punti percentuali in più rispetto al 2019 (68%)
- Nel dettaglio, nel 2022 legge il 90% del campione nella fascia 15-17 anni, l’89% nella fascia 18-24, per poi scendere al 79% tra i 25 e i 34 anni, 78% tra i 35 e i 44 anni, 66% nella fascia 45-54 anni, 59% tra i 55 e i 64 anni per poi risalire al 63% tra i 65 e i 74 anni
- Per quanto riguarda il tempo dedicato alla lettura, il 21% dei lettori legge per più di 5 ore la settimana, il 16% tra le 3 e le 5 ore, il 14% massimo 3 ore a settimana, il 18% al massimo 2 ore a settimana, il 13% massimo un’ora, il 18% legge ma non nell’ultima settimana
- Negli ultimi vent'anni l’Italia ha mantenuto una forte apertura verso la produzione editoriale straniera facendo crescere, allo stesso tempo, la produzione nazionale e la sua internazionalizzazione grazie allo sviluppo di nuove professionalità. Nel 2022 l’Italia ha comprato dall’estero i diritti di traduzione di 9.432 titoli e ha venduto all’estero 7.889 diritti di traduzione di opere italiane. Nel 2010 gli acquisti erano stati 9.009 e le vendite 4.217, nel 2001 gli acquisti erano stati 5.400 e le vendite 1.800
- In particolare, nel 2022 i generi più venduti alle case editrici straniere sono stati i libri per bambini e ragazzi (35%), la saggistica di divulgazione (20%), la narrativa adulti (19%), manualistica non universitaria (9%), fumetti (5%)
- L’Europa è la prima area di sbocco nella vendita di diritti, con il 62% degli acquisti; seguono Asia 18%, America Latina 6%, Medio Oriente (5%), Africa 4%, USA e Canada 3%
- I Paesi europei dove si è esportato di più nel 2022 sono Spagna, Francia, Polonia, Grecia e Germania