Il primo evento in Italia interamente dedicato al Fotogiornalismo riparte con la quinta edizione nelle più prestigiose sedi museali ed espositive della città veneta. Più di 40 autori, talk, conferenze e workshop, oltre a un’esposizione dedicata al primo anno di guerra in Ucraina firmata dai più grandi professionisti che hanno lavorato al fronte. Il direttore artistico Bononi: “Il fotogiornalismo rende ciascuno consapevole del proprio ruolo fondamentale anche nelle questioni più geograficamente lontane”
Dalla Colombia alla Russia, dagli Stati Uniti al Senegal, dal Pakistan all’Ucraina, dal Laos al Kuwait. È un viaggio intorno al mondo - per vederlo, certo, ma anche per provare a capirlo - quello che di nuovo quest’anno trova la sua cornice nella città di Padova grazie all’IMP - Festival Internazionale di Fotogiornalismo. Il primo Festival in Italia interamente dedicato al mondo del Fotogiornalismo torna con la sua quinta edizione dal 26 maggio al 25 giugno, portando le opere di oltre 40 autori internazionali nelle più prestigiose sedi museali ed espositive della città veneta, proiettandone il patrimonio artistico, architettonico e monumentale sulla scena culturale nazionale e internazionale: da Palazzo Moroni al Palazzo della Gran Guardia, dalla Cattedrale Ex Macello alla Galleria Cavour. All’evento - ideato da Irfoss A.p.s. e realizzato con il contributo del Comune di Padova - Assessorato alla Cultura e promosso dall’Università degli Studi di Padova in collaborazione con Emergency, FotoEvidence with World Press Photo, AIRF, Prospekt Photographers, Parallelozero e Fondazione Romano Cagnoni - anche ospiti d’eccellenza come il grande Uliano Lucas, uno dei padri fondatori del fotogiornalismo italiano, i direttori di FotoEvidence New York David Stuart e Svetlana Bachevanova, quattro workshop con alcuni dei più affermati autori sulla scena internazionale e oltre 30 tra talk, visite guidate e conferenze aperte al pubblico.
L’esposizione dedicata alla guerra in Ucraina
All’IMP - Festival Internazionale di Fotogiornalismo ci sarà anche un’esposizione collettiva dedicata al primo anno di guerra in Ucraina, curata da FotoEvidence New York e firmata dai più grandi professionisti che hanno lavorato al fronte: il Premio Pulitzer 2023 Evgeniy Malolekta, Paula Bronstein, Fabio Bucciarelli, John Stanmeyer, Narciso Contreras, Giulio Piscitelli, Diego Ibarra Sanchez e molti altri.
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Le mostre di IMP 2023
Fra le tantissime esposizioni, IMP ospita l’incredibile inchiesta sulla tratta di bambine dal Pakistan della fotografa indiana Smita Sharma, la guerra segreta del Laos del reporter Raffaele Petralla, il Kuwait surreale di Gabriele Cecconi e la mostra dedicata al premio ISPA promosso dall’agenzia Parallelozero per promuovere il tema della sostenibilità ambientale. E ancora: la straordinaria mostra Biafra: Anno Zero dedicata a uno dei più iconici progetti del celebre fotoreporter Romano Cagnoni, recentemente scomparso. Ad affiancarla i capolavori dei vincitori del World Press Photo come il progetto sulle città aeroporto di Giulio Di Sturco, il baby boom tra i guerriglieri della giungla colombiana raccontato dalla spagnola Catalina Martin Chico, il nazionalismo tra i giovani in Russia e negli Stati uniti dell’americana Sarah Blesener, l’incredibile dietro le quinte della Fashion Week senegalese negli scatti dell’inglese Finbarr O’Reilly.
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Il Direttore Artistico Bononi: “Il fotogiornalismo connette i quattro angoli del mondo”
“L'idea che sta alla base della nascita di IMP - spiega Riccardo Bononi, fotogiornalista e Direttore Artistico del Festival internazionale - è la convinzione che il fotogiornalismo oggi sia il più rapido accesso alle storie e ai dibattiti internazionali e in grado di connettere i quattro angoli del mondo; una modalità per rendere ciascuno partecipe e consapevole del proprio ruolo fondamentale anche nelle questioni più controverse e geograficamente lontane”.