Lo scrittore torna in libreria con "Tasmania", un romanzo pubblicato da Einaudi. E durante "Incipit", la rubrica di libri di Sky TG24, dice: "Gli eventi accaduti negli ultimi anni hanno disarcionato il concetto di futuro, impedendo la possibilità di estrapolarlo dal presente"
Un romanzo sul futuro: così Einaudi presenta l'ultimo libro di Paolo Giordano, "Tasmania", ed è dunque inevitabile che l'intervista a Giordano parta proprio da qui, da com'è cambiato cioè il nostro rapporto con il tempo rispetto alle generazioni precedenti. "Gli eventi accaduti negli ultimi anni hanno disarcionato il concetto di futuro, impedendo la possibilità di estrapolarlo dal presente", spiega lo scrittore durante 'Incipit', la rubrica di Sky TG24. "II libro racconta anche questo disorientamento proprio quando sta per arrivare: l'idea cioè che il futuro che abbiamo davanti non sia necessariamente una conseguenza coerente di quello che conosciamo".
"Tasmania" è un romanzo che parla di crisi: personali, collettive, ambientali, e in cui realtà e finzione si mischiano a partire dal suo protagonista, uno scrittore nato lo stesso giorno di Giordano e che, come Giordano, è anche un fisico . "L'impatto della realtà, e anche la sua invadenza, è stata per me così forte negli ultimi anni da rendermi sospetta qualunque forma di finzione pura", dice. "Eppure io sono innanzitutto un romanziere. Di qui mi sono chiesto: come si combina il lavoro che faccio con questo nuovo presente?". La risposta, per Giordano, sta nella necessità di "certi ormaggi in grado di garantire un'assunzione di realtà. Scrivendo e leggendo questo libro, devo cioè poter pensare che tutto sia vero, anche se quasi tutto ciò che scrivo non lo è".