
Guerra in Ucraina, Russia minaccia di chiudere il gas: gli scenari e le conseguenze
La Russia ha minacciato di interrompere le forniture di gas all’Europa in caso di sanzioni sul petrolio. Secondo uno studio della Fondazione Eni-Enrico Mattei, pubblicato dal Corriere della Sera, lo stop “è un’eventualità da scongiurare con forza” perché costringerebbe l’Italia a imporre un razionamento del gas

La Russia ha minacciato di interrompere le forniture di gas all’Europa attraverso il Nord Stream 1, il gasdotto che collega Mosca alla Germania, sulla scia delle ipotizzate sanzioni contro il petrolio russo
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La tensione causata dalla guerra in Ucraina rischia così di travolgere anche il settore energetico, finora essenzialmente escluso dalle sanzioni occidentali. Cosa accadrebbe in Italia se davvero si fermasse la fornitura di gas dalla Russia?
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A questo domanda ha provato a rispondere la Fondazione Eni-Enrico Mattei, con uno studio pubblicato dal Corriere della Sera. Secondo l’analisi lo stop all’importazione dalla Russia “è un’eventualità da scongiurare con forza” perché costringerebbe l’Italia a imporre un razionamento del gas
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Per arrivare a questa conclusione lo studio ipotizza uno scenario in cui le forniture di gas dalla Russia sono azzerate da adesso fino alla fine del prossimo inverno, cioè a marzo del 2023
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Per gestire la situazione lo studio ipotizza che si dia priorità al sistema elettrico nazionale, per evitare interruzioni della corrente elettrica. Sarebbe comunque necessario tenere in considerazione sia un forte aumento del prezzo dell’energia - stiamo fino a 100 euro a megawattora in più - e lo stop all’importazione di elettricità, poiché gli altri Paesi avrebbero le stesse difficoltà dell’Italia

Se si riuscisse a realizzare questo piano, si aprirebbero comunque dei buchi rispetto alla domanda per usi civili e industriali: mancherebbero, secondo le stime delle studio, tra gli 8,9 e i 10,5 miliardi di metri cubi di gas

Infine, ricorda lo studio, l’eventuale riapertura delle centrali a carbone causerebbe un aumento delle emissioni “di oltre 30 milioni di tonnellate” rispetto alla situazione di normale approvvigionamento di gas