Immobili abbandonati, con la Manovra da gennaio sarà più difficile passarli allo Stato
EconomiaIntroduzione
A meno che non venga stralciato in extremis il comma 13 dell’articolo 129 della Legge di Bilancio per il 2026, cosa ormai alquanto improbabile, a partire dal nuovo anno rinunciare a un proprio immobile abbandonato potrebbe diventare più laborioso. Il governo ha infatti inserito nel testo della Manovra finanziaria delle nuove procedure burocratiche da completare, discostandosi tra l’altro – seppur solo in parte - da una recente pronuncia delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione. Ed è un tema che tocca molti italiani: gli immobili vacanti sono più di 600mila, secondo dati Istat. Ecco cosa c’è da sapere.
Quello che devi sapere
Case abbandonate, la pronuncia della Corte di Cassazione
Lo scorso 11 agosto, con la sentenza n.23093, le Sezioni Unite della Cassazione (l’organo collegiale che interviene per garantire che la legge sia interpretata, e quindi applicata, in modo uniforme dai tribunali di tutta Italia), avevano ricordato che vige il principio della rinuncia abdicativa per gli immobili abbandonati, ovunque essi si trovino sul territorio nazionale. E cioè: i proprietari, secondo la Corte, possono disfarsi di un immobile con un semplice, purché formale, atto notarile, con il quale disporre il trasferimento della proprietà allo Stato (da trascrivere nei registri immobiliari). Chiaramente, insieme alla proprietà, si trasferiscono anche gli oneri relativi alla manutenzione dell’edificio, i debiti ancora da pagare e in generale tutte le responsabilità legate alla proprietà. Passaggio molto importante è che secondo le Sezioni Unite non servirebbe alcun motivo specifico per liberarsi dell’immobile.
Ti potrebbe interessare anche: Il piano Ue per la casa, dagli aiuti alle norme sugli affitti brevi: cosa prevede
La disciplina italiana dei beni immobili vacanti
Nel nostro ordinamento, la situazione dei beni immobili vacanti è disciplinata dall’articolo 827 del codice civile, secondo cui “i beni immobili che non sono in proprietà di alcuno spettano al patrimonio dello Stato”. Le Sezioni Unite hanno quindi solamente espresso un principio generale su come andare effettivamente a trasferire tale proprietà.
Per approfondire: Mercato immobiliare in Italia, ecco le città dove si acquistano più case: i dati
La rinuncia abdicativa
L’istituto individuato è quello della rinuncia abdicativa, atto unilaterale con cui i proprietari possono dire addio al proprio immobile abbandonato. Si tratta di un atto non recettizio, cioè non ha bisogno di essere “accettato” dallo Stato per produrre i suoi effetti.
Le novità della Legge di Bilancio 2026
Dal 1° gennaio 2026 in poi le cose cambieranno. “L’atto unilaterale di rinuncia abdicativa alla proprietà immobiliare, cui consegue l’acquisto a titolo originario in capo allo Stato ai sensi dell'articolo 827 del codice civile, è nullo se allo stesso non è allegata la documentazione attestante la conformità del bene alla vigente normativa, ivi compresa quella urbanistica, ambientale, sismica”. La disposizione si applica anche “nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione, anche con riferimento alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3”, si legge nel testo della Legge di Bilancio.
L’intento del governo
Con le disposizioni della Manovra, il governo di Giorgia Meloni ha voluto limitare l’efficacia e la validità dell’atto di rinuncia abdicativa, chiedendo ai proprietari di dimostrare la “conformità del bene alla vigente normativa, ivi compresa quella urbanistica, ambientale, sismica”. Perché lo ha fatto? Per bloccare una pratica diffusa nella realtà, cioè quella di liberarsi di immobili non conformi alla legge – magari perché abusivi, pericolanti e senza alcuna produzione di reddito – che finiscono così per diventare un onere economico non indifferente per le casse pubbliche, da decenni in costante e critico affanno.
Cosa cambia? La nullità della rinuncia abdicativa
Quello che cambia nella pratica, oltre alla necessità di presentare i documenti richiesti, è che l’atto di rinuncia abdicativa, in mancanza dei nuovi requisiti, sarà nullo: non produrrà alcun effetto dal punto di vista giuridico e la proprietà non passerà allo Stato.
Le problematiche e la “corsa” a disfarsi degli immobili
Il problema è che la maggior parte degli immobili che solitamente restano vacanti non sono conformi alle normative vigenti citate dalla Legge di Bilancio e le procedure per sistemare le cose sono lunghe e costose, se non infattibili. Per questo c’è chi ha parlato di “corsa” a disfarsi di tutto il patrimonio inagibile di immobili entro il 31 dicembre.
Per approfondire: Case occupate, la Cassazione chiarisce: la presenza di un minore non impedisce sfratto