Il piano Ue per la casa, dagli aiuti alle norme sugli affitti brevi: cosa prevede

Economia
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Dopo una consultazione lunga mesi, la Commissione Ue, il 16 dicembre, ha dato i dettagli dell'atteso piano sulla casa, con la luce verde ottenuta all'ultimo collegio dei commissari del 2025. "L'Europa deve assumersi collettivamente la responsabilità della crisi abitativa che colpisce milioni di nostri cittadini e agire di conseguenza. È in gioco la nostra democrazia", ha sottolineato il commissario per l'Energia e l'Edilizia residenziale, Dan Jørgensen

Quello che devi sapere

I prezzi degli alloggi sono aumentati del 60%

Ma in cosa consiste il piano casa? Prima di tutto va chiarito che il progetto interviene in un ambito in cui le competenze in capo ai singoli Paesi restano diverse. Il punto di partenza, per Bruxelles, comunque, è quello di provare a risolvere concretamente una preoccupante emergenza.

 

Secondo i dati disponibili, tra il 2013 e il 2024 i prezzi degli alloggi sono aumentati del 60%, i permessi per gli edifici residenziali sono calati del 20% e le occupazioni sono aumentate della stessa percentuale. Per colmare il divario tra domanda e offerta nel prossimo decennio, la Commissione stima che dovrebbero essere aggiunti circa 650.000 alloggi all'anno agli attuali livelli di nuova offerta (circa 1,6 milioni all'anno). La fornitura di queste unità abitative aggiuntive costerebbe circa 150 miliardi di euro all'anno. "Oltre un milione di europei è senza tetto", ha ricordato intanto Jørgensen, parlando alla Plenaria dell'Eurocamera.  

 

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Gli investimenti

Il piano è articolato in più punti. Innanzitutto prevede di allentare le regole sugli aiuti di Stato per sostenere finanziariamente alloggi a prezzi accessibili e per i progetti di social housing. Di fatto, nascerà una nuova categoria di alloggi a prezzi accessibili tra le categorie esentate dalla notifica per le quali non esiste un tetto massimo di compensazione.  

 

Verrà poi costituita una piattaforma di investimento ad hoc, con la partecipazione della Banca europea per gli investimenti (Bei).

 

L'Ue, inoltre, programma "nuovi investimenti nel settore dell'edilizia abitativa nell'ambito del Quadro finanziario pluriennale (Qfp), compresi ulteriori 10 miliardi di euro di investimenti stimati nel 2026 e nel 2027 nell'ambito di InvestEU e almeno 1,5 miliardi di euro provenienti dalle proposte degli Stati membri e delle regioni di riprogrammare i fondi di coesione nell'ambito della revisione intermedia".

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Affitti brevi

Poi c'è il capitolo che riguarda gli affitti brevi, per il quale nella prima metà del 2026 ci saranno misure mirate. L'obiettivo è quello di aumentare la trasparenza a carico degli affittuari e definire delle zone sottoposte a stress abitativo.  

 

Piano "dedicato alla classe media"

"Qualcuno pensava che chiedessimo solo soldi per fare solo qualche casa popolare in più, invece la Commissione ha recepito in pieno tutta la nostra impostazione presentando un piano molto ampio", ha sottolineato Irene Tinagli, presidente della commissione Casa al Pe laddove la presidente del gruppo S&D, Iratxe Garcia Perez, ha sottolineato il ruolo dei Socialisti per il varo del pacchetto. "Nel piano sono necessari i riferimenti a territori e legalità", ha dal canto suo avvertito la vice presidente del Pe, Antonella Sberna, coordinatrice del gruppo Ecr nella commissione Casa. Il piano dell'Ue, ha sottolineato la vice presidente della Commissione, Teresa Ribera, "è dedicato alla classe media".

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Le reazioni spagnole

Tra i primi a dare un parere positivo al piano europeo c'è stato il ministero della Casa spagnolo: "Un passo determinante per articolare una risposta comunitaria del problema dell'accesso alla casa, che riguarda tutti i paesi dell'Ue", ha commentato il dicastero diretto da Isabel Rodriguez. Secondo fonti ministeriali, "si allinea perfettamente con la politica del governo spagnolo", che si fonda su tre principali obiettivi: costruire più abitazioni a prezzi accessibili, aumentare la regolamentazione del settore per frenare fenomeni come gli affitti turistici o stagionali, soprattutto nelle zone "in situazione di stress immobiliare", e offrire maggiore supporto a chi fa fatica ad accedere al mercato libero.

 

E sempre dalla Spagna anche il sindaco di Barcellona, Jaume Collboni, ha accettato con entusiasmo le nuove misure. Ma ha anche sottolineato che “affinché questo lavoro possa continuare nel prossimo decennio, il prossimo bilancio a lungo termine dell’Ue deve consentire alle regioni e alle città di definire e realizzare interventi che affrontino la crisi abitativa sia a breve che a lungo termine, alleviando la pressione sulle grandi aree urbane e promuovendo il ruolo strategico delle città di piccole e medie dimensioni”.

 

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