Ue, salta lo stop ai motori termici dal 2035. In arrivo incentivi per mini auto elettriche
MotoriIntroduzione
La Commissione europea ha deciso di introdurre "un meccanismo di incentivazione" sotto forma di "supercredito" da sfruttare entro il 2034, per dare modo ai costruttori di veicoli di "sovrastimare il contributo" delle mini auto elettriche per il raggiungimento dell'obiettivo complessivo di emissioni di CO2 del proprio parco veicoli. Ma questa è solo una delle novità del testo sull’automotive presentato a Bruxelles nell’ambito di un progetto di riforma del settore che ora dovrà essere negoziata tra Parlamento e Consiglio europeo. Ecco cosa sapere.
Quello che devi sapere
Le minicar elettriche
La misura sulle minicar è pensata per "incentivare fortemente" i costruttori a produrre e commercializzare volumi più elevati di veicoli elettrici di piccole dimensioni. Per accelerare la diffusione di veicoli elettrici piccoli e a basso costo, la Commissione europea ha annunciato una sottocategoria normativa all'interno del pacchetto che comprenderà veicoli elettrici di lunghezza fino a 4,2 metri.
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Flessibilità verso auto e furgoni
Il pacchetto omnibus dedicato al comparto include inoltre una serie di interventi di semplificazione alle norme già vigenti. Per l'obiettivo 2030 relativo ad auto e furgoni, viene introdotta un'ulteriore flessibilità consentendo il banking & borrowing per il periodo 2030-2032. Questo sistema serve a ridurre la rigidità delle regole, pur mantenendo la pressione verso la decarbonizzazione. In questo modo, i produttori hanno più margine per pianificare investimenti e lanciare nuovi modelli elettrici senza rischiare sanzioni immediate. Un'ulteriore flessibilità è concessa al segmento dei furgoni, dove l'adozione dei veicoli elettrici è stata strutturalmente più difficile, con una riduzione dell'obiettivo di CO2 per i furgoni dal 50% al 40% entro il 2030. La Commissione propone inoltre un emendamento mirato agli standard di emissione di CO2 per i veicoli pesanti, con una flessibilità che agevola il rispetto degli obiettivi 2030.
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Ammorbidito lo stop ai motori termici dal 2035
Il pacchetto sull'automotive include la revisione del regolamento sugli standard CO2 dei nuovi veicoli, ammorbidendo di fatto lo stop ai motori termici previsto dal 2035: le case automobilistiche dovranno ridurre le proprie emissioni del 90%, non più il 100%, entro il decennio, con la neutralità climatica che viene mantenuta con un meccanismo di acquisto dei crediti per il rimanente 10%. In questo modo si lascia spazio sul mercato anche ad altre tecnologie come ibride plug-in e range extender, così come biocarburanti ed e-fuel, fortemente sostenuti rispettivamente da Italia e Germania.
Stellantis: "Da Ue primo passo ma quadro non sufficiente"
Il pacchetto automotive della Commissione Ue "riconosce che l'attuale quadro normativo non è adeguato alla transizione energetica", ma le proposte "non affrontano in modo significativo le questioni che il settore sta affrontando". Così Stellantis commenta le proposte Ue. "In particolare, il pacchetto non fornisce una traiettoria praticabile per il segmento dei veicoli commerciali leggeri, che si trova in una situazione critica, né le flessibilità richieste dal settore per le auto entro il 2030". Stellantis apprezza il sostegno alle auto piccole, come auspicato dal presidente John Elkann in più occasioni.
Ridotti oneri e costi per i produttori europei
L'Automotive Omnibus ridurrà gli oneri amministrativi e i costi per i produttori europei, aumentando la loro competitività globale e liberando risorse per la decarbonizzazione. La Commissione stima che le imprese risparmieranno circa 706 milioni di euro all'anno, portando i risparmi amministrativi derivanti da tutti gli omnibus e dalle iniziative di semplificazione presentate finora dalla Commissione a circa 14,3 miliardi di euro all'anno. Tra le altre cose, si propone di ridurre il numero di atti legislativi secondari che saranno adottati nei prossimi anni e di semplificare i test per nuovi furgoni e camion, con i nuovi furgoni elettrici che saranno esentati dall'installazione di tacigrafi intelligenti e dispositivi di limitazione della velocità. Ciò ridurrà i costi mantenendo i più elevati standard ambientali e di sicurezza. Il lancio dei furgoni elettrici nel trasporto domestico è sostenuto da misure che li pongono sullo stesso piano dei furgoni a combustione interna per quanto riguarda i tempi di riposo dei conducenti e le regole.
Il sostegno alle batterie "made in Europe"
Il pacchetto comprenderà un piano di sostegno alla filiera delle batterie made in Europe da 1,8 miliardi di euro. Nell'ambito del Battery Booster, 1,5 miliardi di euro sosterranno i produttori europei di celle tramite prestiti senza interessi. Ulteriori misure politiche mirate sosterranno gli investimenti, creeranno una catena del valore europea delle batterie e favoriranno innovazione e coordinamento tra gli Stati membri. Queste misure miglioreranno la competitività dei costi del settore, garantiranno le catene di approvvigionamento a monte e sosterranno una produzione sostenibile e resiliente nell'Ue, contribuendo a ridurre i rischi derivanti dai principali attori globali.
Per le flotte aziendali
Il testo si occupa anche della decarbonizzazione delle flotte aziendali con obiettivi nazionali vincolanti per i veicoli a zero e basse emissioni. Avere più veicoli di questo tipo sul mercato, sia nuovi che usati, porterà benefici a tutti i clienti. Poiché le auto aziendali percorrono chilometraggi annui più elevati, ciò comporterà anche maggiori riduzioni delle emissioni. Inoltre, i veicoli a zero o basse emissioni e Made in the Eu diventeranno un prerequisito per beneficiare di sostegni finanziari pubblici.
Industria sotto pressione e resistenze politiche
Il bando dei motori termici è sempre stato considerato un caposaldo del Green Deal, ma ha incontrato una forte opposizione da parte dell’industria automobilistica. Come ha sottolineato il Financial Times, i costruttori sostengono che la transizione stia procedendo più lentamente del previsto, frenata dalla diffusione non uniforme delle colonnine di ricarica e dalla domanda ancora incerta. Anche governi chiave come quelli di Germania e Italia hanno espresso perplessità: il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha recentemente dichiarato che un ammorbidimento delle regole rispecchierebbe meglio la realtà del mercato globale, dove le auto a combustione continueranno a circolare per decenni.
Divisioni tra gli Stati membri
Non tutti i Paesi sono favorevoli a una revisione. Francia e Spagna hanno difeso apertamente il divieto, sostenendo che il futuro dell’automotive europeo deve essere esclusivamente elettrico. Allo stesso tempo, Parigi e Madrid hanno lasciato spazio a meccanismi di flessibilità, come incentivi aggiuntivi per i veicoli realizzati con materiali prodotti in Europa, per proteggere un settore colpito dall’aumento dei costi energetici e dalla concorrenza cinese a basso prezzo.
Vendite in crescita, ma non senza ombre
La Commissione avrebbe dovuto riesaminare la normativa solo il prossimo anno, ma ha anticipato i tempi sotto la spinta delle pressioni industriali, evitando per ora commenti ufficiali. Questo avviene nonostante un forte incremento delle immatricolazioni elettriche: tra gennaio e ottobre le vendite sono salite del 26%, arrivando a rappresentare il 16% del mercato europeo delle nuove auto, grazie soprattutto a modelli più accessibili prodotti in Europa e in Cina.
Il fronte ambientalista e i costruttori
Le organizzazioni ambientaliste vedono con preoccupazione un possibile dietrofront, ritenendo che indebolirebbe la posizione dell’Europa rispetto alla Cina, oggi leader nella mobilità elettrica. I grandi gruppi automobilistici, da Stellantis a Renault fino a BMW, riconoscono invece che l’elettrico rappresenta la direzione inevitabile, ma sottolineano come la redditività dei nuovi modelli sia inferiore rispetto a quella dei veicoli tradizionali. Anche Thomas Schäfer, alla guida del marchio Volkswagen, ha ribadito che la strada è segnata, pur chiedendo maggiore elasticità normativa per accompagnare consumatori e imprese in una transizione più realistica.
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