Introduzione
Nonostante i servizi di sharing mobility siano ormai radicati nelle abitudini degli italiani, il modello del car sharing sta mostrando crepe strutturali. I servizi nel 2024 erano 42, uno in meno rispetto al 2023. Lo scorso anno le flotte di auto sono aumentate del 9%, ma nel 2025 si è assistito a un drastico calo del 17%. Ecco i numeri del fenomeno e i motivi della crisi.
Quello che devi sapere
Lo stop di Zity a Milano
A partire dal 18 dicembre il servizio di car sharing Zity nel capoluogo lombardo non è più disponibile. La società ha specificato che la decisione è avvenuta a causa delle “circostanze del mercato e della sostenibilità a lungo termine del business nel suo formato attuale” che “ci hanno portato a rivalutare la nostra operazione”. Zity era attiva a Milano dal 2022 e ha spiegato che il servizio è stato integrato nell'app Mobilize Share, piattaforma che “rimane pienamente operativa a Milano”.
Per approfondire: Car sharing, Zity lascia Milano: servizio interrotto dal 18 dicembre
I cambiamenti di Enjoy
Enjoy, un operatore storico di car sharing, nel 2025 ha iniziato una corposa riduzione del numero dei veicoli in servizio. Di recente sono state comunicate le modalità operative per il noleggio dei veicoli. A partire dal 12 gennaio 2026 a Milano, Torino e Firenze, e dal 21 gennaio 2026 a Roma e Bologna, i veicoli avranno come punto di riferimento esclusivamente gli Enjoy Point, aree dedicate all’interno delle stazioni di servizio Enilive, aeroporti e stazioni ferroviarie, dove i clienti potranno iniziare e terminare i noleggi. Gli Enjoy Point saranno attivati in numerose stazioni di servizio Enilive che si trovano in punti strategici. Con l’introduzione di questa nuova modalità, i clienti non potranno più avviare e terminare il noleggio in un qualsiasi punto dell’area di copertura. Inoltre, l’accesso alle Ztl non sarà più consentito e, in caso di parcheggio sulle strisce blu, anche a bordo di Enjoy sarà necessario pagare il ticket secondo le tariffe stabilite dalle amministrazioni locali. Cambiano anche i metodi di pagamento: per noleggiare un veicolo sono abilitate solo le carte di credito/debito e PayPal (e non più le carte prepagate); e i voucher potranno essere utilizzati solo se nell’App è stato inserito un altro metodo di pagamento valido (carta di credito/debito o PayPal).
Per approfondire: Enjoy, nel 2026 nuove modalità per il noleggio: cosa cambia e in quali città
La crisi
Questi due esempi recenti indicano un sistema in difficoltà. L’offerta è in calo: meno veicoli, servizi e operatori. E si concentra sempre di più nelle grandi città. Secondo l’ultimo rapporto Aniasa, l’associazione nazionale dell’autonoleggio e della sharing mobility, il settore del car sharing è in sofferenza: ormai è concentrato a Roma e a Milano, dove circola l’80% della flotta complessiva. Nel 2024 sono stati effettuati poco più di 4,2 milioni (-16%) di noleggi di vetture (erano 5 milioni nel 2023 e 10 milioni nel 2019) da 330mila utenti attivi iscritti (su 1,2 milioni di persone che hanno sottoscritto il servizio).
Meno mezzi
Si è ridotta ulteriormente la flotta di mezzi su strada, a circa 3.300 unità (tutte ibride ed elettriche), metà delle quali restano mediamente non disponibili a causa dei furti (parziali e totali) e dei danneggiamenti che da sempre colpiscono questi veicoli. Tanti utenti si lamentano delle condizioni in cui trovano le vetture al momento in cui le prenotano: incidentate, sporche e con problemi tecnici. Le aziende del settore, dal lato loro, lamentano costi di manutenzione e servizio troppo alti e incuria da parte di alcuni utenti.
Un modello che si sta spostando verso trend diversi
La sola piccola nota positiva è l’aumento delle durate dei noleggi (in media 126 minuti), un trend che proietta il settore verso formule giornaliere, diverse da quelle orarie con cui era stato ideato. La modalità d'uso insomma tende ad avvicinarsi ai noleggi tradizionali, mentre per i piccoli spostamenti si preferiscono monopattini e bici a noleggio.
Il monito del settore
Il presidente dell’Aniasa, Alberto Viano, ha lanciato un appello: “Senza un adeguato supporto da parte delle istituzioni nazionali e locali, questo business - di supporto strategico al trasporto pubblico locale, al decongestionamento dei centri urbani e alla salvaguardia dell’ambiente - rischia di contrarsi ulteriormente nei prossimi anni”.
Il lato economico
Come riporta Il Corriere della Sera, i dati di Assosharing (associazione italiana della mobilità condivisa) indicano che ogni veicolo genera perdite per 400 euro al mese da aggiungere ai costi operativi elevati. La crisi del modello interessa tutta Europa, non solo l’Italia, con annunci di varie aziende intenzionate ad abbandonare il business in diverse città o Paesi.
Per approfondire: Sharing mobility, oltre 50 milioni di noleggi nel 2024 ma servizi in calo. I dati