Riscatto della laurea per andare in pensione anticipata, quanto costa e a chi conviene

Economia
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Il riscatto della laurea è uno degli strumenti che permette di anticipare l'uscita dal mondo del lavoro. Ma conviene davvero? In realtà ci sono diverse variabili da tenere in considerazione come l’età, quando si è iniziato a lavorare, la continuità di carriera.

Il tema è tornato sotto l’attenzione del mondo politico in occasione del dibattito sulla Legge di Bilancio per il 2026: inizialmente un emendamento presentato dal governo restringeva gli effetti per coloro che hanno deciso di riscattare i primi tre anni universitari. Di fatto, i mesi riscattati sarebbero valsi meno: un taglio di sei mesi nel 2031, poi 12 mesi nel 2032, 18 mesi nel 2033, 24 mesi per chi matura i requisiti nel 2034 e 30 mesi per chi li matura nel 2035. Sui cambiamenti nell’ambito del riscatto di laurea pesa anche la stretta sulle pensioni anticipate. La stretta, però, è poi saltata.

Quello che devi sapere

Le novità della Manovra

Come detto, inizialmente il governo prevedeva che cambiassero le regole per il riscatto della laurea breve ai fini della pensione anticipata cambiano dal primo gennaio 2031. Con il potenziale nuovo assetto, aveva spiegato il Corriere della Sera, a regime, su un riscatto di tre anni sarebbero contati solo sei mesi ai fini dell'uscita anticipata dal lavoro. Subito la premier Meloni aveva però assicurarto: "Nessuno che ha riscattato la laurea vedrà cambiata l'attuale situazione, qualsiasi modifica che dovesse intervenire varrà solo per il futuro. L'emendamento in questo senso dovrà essere corretto". E poi è arrivato un sub-emendamento alla norma di modifica, in cui è prevista la cancellazione dell'ipotesi di inasprimento dei criteri pensionistici per chi ha riscattato la laurea.


Per approfondire: Pensioni, nuovi emendamenti in Manovra: cosa cambia per il riscatto della laurea

Giorgetti: “Indenni coloro che hanno fatto il riscatto fino adesso”

"Sono stati tenuti indenni tutti coloro che hanno fatto il riscatto fino adesso, quindi sono stati salvati i cosiddetti diritti acquisiti, e anche chi ha iniziato a pagare e non ha concluso”, ha spiegato ancora il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, a margine dell'informativa alla Camera. "Per il futuro uno potrà riscattare ma saprà che quello che versa aumenterà la pensione che riceverà ma non inciderà rispetto alla data di pensionamento, è una logica puramente assicurativa", ha spiegato il ministro.

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Le novità per le pensioni

Nella Manovra dovrebbe rimanere invece l'ipotesi di un allungamento delle finestre mobili per chi vuole andare in pensione anticipata. Nel 2035, secondo l'emendamento del governo, un uomo che ha cominciato a lavorare nel 1991 e che ha una retribuzione bassa dovrà aspettare per andare in pensione prima dei termini rispetto all'età di vecchiaia, dopo 44 anni e due mesi di attività. Nel 2035 infatti, oltre ai 43 anni e 8 mesi di contributi necessari per lasciare il lavoro, cresciuti con l'aumento dell'aspettativa di vita prevista nel 2025 secondo le ultime indicazioni della Ragioneria generale, si aggiungeranno sei mesi di finestra mobile (rispetto ai tre attuali).

Le uscite dal mondo del lavoro

Se con l’emendamento per la pensione anticipata serviranno 44 anni e due mesi, con quella di vecchiaia un lavoratore che avrà compiuto a gennaio 2036 già 67 anni e 10 mesi, ed è quindi nato prima del marzo 1967, potrà uscire in pensione di vecchiaia. Il calcolo non vale per le lavoratrici che dovranno aspettare invece 43 anni e due mesi (42 anni e 8 mesi di contributi + sei mesi di finestra mobile). Quindi in pratica la pensione anticipata può essere raggiunta solo se si è cominciato a lavorare prima dei 23 anni.

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Che fattori prendere in considerazione

Ad ogni modo, per valutare se il riscatto della laurea convenga o meno bisogna prima di tutto considerare l’età in cui ci si è laureati e quanto tempo è passato prima di iniziare un’attività lavorativa. Se si è iniziato a lavorare presto, il riscatto potrebbe convenire di più.

A chi non conviene il riscatto della laurea

Per chi invece inizia a lavorare “tardi”, ovvero dopo i 30 anni, è probabile che l’operazione non serva per anticipare il momento della pensione. C’è poi da considerare anche la possibilità che le soglie necessarie per poter beneficiare della pensione anticipata contributiva non vengano soddisfatte.

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L’opzione della pace contributiva

Per i lavoratori che hanno contributi versati esclusivamente a partire dal 1996 in poi, inclusi gli anni di studi universitari, c’è anche l’opzione della pace contributiva che, salvo proroghe, potrà essere richiesta esclusivamente entro il 31 dicembre 2025. La pace contributiva consente di “tappare” dei buchi di carriera, che intercorrono per esempio tra un cambio di lavoro e l’altro, pagando in proporzione al proprio reddito e alla propria aliquota contributiva, godendo del beneficio della rateizzazione in dieci anni e della deducibilità. 

 

Per approfondire: Pensioni, come funziona la pace contributiva? Ecco chi può fare domanda

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