Lavoro, ipotesi doppia detassazione su aumenti contrattuali fino a 35mila euro: le novità

Economia
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Una proposta presentata da Fratelli d’Italia alla Legge di bilancio 2026 punta ad ampliare la platea di lavoratori dipendenti che potrebbero vedere una tassazione più leggera in busta paga sugli aumenti frutto di rinnovi contrattuali. Ecco di quanto

Quello che devi sapere

Accordi sottoscritti entro il 2026

Punto di partenza della misura è l’introduzione di un’imposta sostitutiva, pari al 5%, per gli accordi sottoscritti entro il 2026 e riconosciuti ai dipendenti con redditi fino a 28mila euro.

 

Per approfondire: La rubrica di Carlo Cottarelli: “Cosa dice la National Security Strategy di Trump sull’Europa”

Gli aumenti salariali

La definizione di una finestra temporale entro la fine del prossimo anno mira soprattutto a includere gli aumenti salariali connessi ai rinnovi contrattuali previsti per il biennio 2025-2026 che non hanno ancora raggiunto un'intesa, dal comparto metalmeccanici a quello delle telecomunicazioni.

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Verso imposte sostitutive al 5 e al 10%

Il nuovo subemendamento, a firma del senatore Matteo Gelmetti (Fdi), prevede inoltre l’estensione della detassazione alla fascia compresa tra 28mila e 35mila euro ma in questo caso con un’imposta sostitutiva raddoppiata al 10%.

Il nodo delle coperture

La modifica riappare tra gli emendamenti “riformulati” dopo la prima inammissibilità legata alle coperture. A garantire le risorse sarebbe il Fondo sociale per l’occupazione e la formazione con uno stanziamento pari a 167,4 milioni per il 2026 e a 26,9 milioni per il 2027.

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L’obiettivo

Il tema degli stipendi resta uno dei nodi più delicati affrontati nella Manovra. Il dialogo avviato tra governo e sindacati punta a dare una “boccata d'ossigeno” a intere categorie di lavoratori che vedono ogni aumento contrattuale eroso dalle tasse. Come chiarito nell’articolo 4 del disegno di legge di Bilancio 2026, la finalità del pacchetto di interventi sugli stipendi è quella di “garantire un riallineamento delle retribuzioni al costo della vita e rafforzare il rapporto tra performance e paga”.

I vincoli di bilancio

La via è però stretta. Come ribadito più volte dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ogni proposta di modifica rispetto al testo base licenziato dal governo il 17 ottobre scorso deve rispettare i vincoli di bilancio. Dopo la sospensioni dettata dall’emergenza Covid, l’Italia ha avviato un percorso di rientro dal disavanzo eccessivo del deficit salito oltre il 7%

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Le modifiche in Manovra

L’esecutivo non ha fatto mistero di voler rientrare sotto la soglia del 3% già il prossimo anno, decisione che impone un equilibrio ferreo tra voci di spesa e coperture. Per questo motivo, nell’esame parlamentare sono subentrate modifiche che puntano a “fare cassa”, dalla tassazione sulle transazioni finanziarie al contributo chiesto alle banche fino all'aggravio sui pacchi extra-Ue sotto i 150 euro.

 

Per approfondire: Manovra 2026, maxi-emendamento del governo. Dagli affitti ai dividendi: cosa cambia

Il doppio binario

Senza dunque alterare l’impianto di una Manovra che dovrebbe rimanere sotto la soglia dei 20 miliardi di euro, sul fronte degli aumenti contrattuali avanza l’ipotesi di approdare ad un “doppia” detassazione con l’inclusione di una fascia di reddito media che rischia di vedere vanificati i benefici a causa dell’Irpef. Viene tuttavia esclusa un’estensione maggiore che avrebbe posto un problema di coperture. 

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Uil: "Risposta diretta per 4 milioni di lavoratori"

La riproposizione della detassazione sugli aumenti in busta paga incontra il plauso dei sindacati, a partire dalla Uil che parla di “risposta diretta per circa 4 milioni di lavoratori”. In una fase in cui i rinnovi procedono a rilento e l’inflazione minaccia i salari reali, la sigla ponte l'accento su un intervento che mira ad alleggerire il peso fiscale sui contratti già rinnovati nel biennio 2024-26. “La nostra battaglia continua, a cominciare dalla richiesta sia di innalzare il tetto da 28mila a 35mila euro sia di estendere gli effetti del provvedimento ai contratti firmati nel 2024 e con ratei che maturano nei prossimi anni”, è stato il commento del segretario generale Uil, Pierpaolo Bombardieri.

Sangalli (Confcommercio): “Detassare aumenti terziario e turismo"

Per il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, la spinta alla ripresa dei consumi, di cui si vedono segnali in vista del Natale, passa dalla detassazione degli aumenti contrattuali anche “per i contratti maggiormente rappresentativi che coinvolgono oltre cinque milioni di lavoratori del terziario e del turismo".

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Confesercenti: “Detassazione al 5% per contratti commercio e turismo"

Sulla stessa linea è il commento di Confesercenti che al governo chiede di estendere la detassazione al 5% anche ai contratti di commercio e turismo firmati nel 2024. Secondo l’associazione di categoria, la misura metterebbe in tasca ai lavoratori circa 148 milioni l’anno. “Un beneficio che però deve essere riservato alle imprese che applicano contratti di qualità, firmati da organizzazioni realmente rappresentative, una scelta per premiare chi rispetta le regole, rafforzare la concorrenza leale e legare tra loro crescita dei salari, legalità e sviluppo del sistema produttivo" conclude la nota.

 

Per approfondire: Manovra, stretta sui pagamenti per i professionisti che lavorano per la Pa: cosa sappiamo

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