Stipendi, aumenti da gennaio 2026: dal taglio Irpef ai Ccnl, come cambiano le buste paga
EconomiaIntroduzione
Con l'inizio del nuovo anno le buste paga dei lavoratori italiani dovrebbero gonfiarsi grazie a un intreccio di misure fiscali e rinnovi contrattuali: dal taglio dell’Irpef alla tassazione agevolata sugli straordinari, fino agli sgravi sugli incrementi retributivi nel settore privato. A contribuire saranno le nuove intese dei Ccnl, firmate o attese nei prossimi mesi: non è un caso, infatti, che l’Istat stimi, già nel prossimo anno, un avanzamento degli stipendi pari al 2,4%. Ecco cosa sapere.
Quello che devi sapere
Il recupero (in parte frenato)
Secondo l’Istituto di statistica, la strada da recuperare è ampia: a settembre, le paghe contrattuali reali erano ancora più basse dell’8,8% rispetto ai valori registrati all’inizio del 2021. Nell’analisi pubblicata la scorsa settimana sulle prospettive economiche per il biennio 2025-2026, emerge che nel terzo trimestre dell’anno in corso gli aumenti retributivi hanno continuato a superare il tasso d’inflazione, pur mostrando un ritmo meno sostenuto rispetto ai tre mesi precedenti.
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Le motivazioni
Ma perché questa frenata? La ragione è stata attribuita alla quasi immobilità dei servizi privati e al brusco rallentamento dell’industria, elementi compensati solo marginalmente da un lieve impulso positivo nel pubblico impiego dovuto all’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale.
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Le previsioni
Le previsioni indicano per il 2025 un rialzo pro capite delle retribuzioni del 2,9%, sufficiente, come nel 2024, ad assorbire completamente la crescita dei prezzi, mentre il 2026 dovrebbe chiudersi con un incremento del 2,4%.
La tassazione sul lavoro notturno
La manovra finanziaria punta a introdurre per tutto il 2026 una tassazione ridotta su lavoro notturno, prestazioni festive e ore extra, applicabile ai dipendenti con redditi fino a 40mila euro; sulle maggiorazioni sarà imposta una flat tax del 15%. Nel settore pubblico sembra essere in arrivo un’analoga agevolazione fiscale sul salario accessorio, con lo stesso livello d’aliquota e con un limite massimo di 800 euro annui per chi non supera i 50mila euro di reddito.
La flat tax e i nuovi Ccnl
Sembra inoltre essere prevista una flat tax del 5% sugli aumenti contrattuali per i dipendenti del privato con stipendi fino a 28mila euro, applicabile anche alle intese che verranno firmate nel 2026: un intervento che, secondo le stime, riguarderà circa 3,3 milioni di lavoratori. A spingere ulteriormente la progressione salariale saranno i nuovi Ccnl, tra cui i rinnovi 2025-2027 della Pubblica amministrazione, e gli accordi più recenti, come quello dei metalmeccanici che interessa oltre un milione e mezzo di addetti e prevede un incremento minimo di 205 euro tra il giugno 2025 e il giugno 2028.
Gli aumenti previsti nel settore scolastico
Lo stesso dicasi anche per il settore scolastico, dove il prossimo anno sono previste diverse novità a livello contrattuale: con la firma ormai alle porte del Ccnl 2022-24, circa un milione e trecentomila dipendenti riceveranno tra gennaio e febbraio 2026 un incremento medio di 70 euro, somma che si aggiungerà a un analogo importo già corrisposto da oltre dodici mesi sotto forma di indennità di vacanza contrattuale; nelle stesse settimane verranno poi liquidati gli arretrati economici, che dovrebbero attestarsi intorno ai 1.600 euro a lavoratore. Successivamente, come stabilito dalle organizzazioni sindacali all’Aran, prenderà avvio il confronto per definire il nuovo contratto 2025-27. Su questo punto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha sottolineato a Orizzontescuola.it che il rinnovo in scadenza nel 2027 non potrà poggiare unicamente sui fondi previsti dalla precedente manovra, ma dovrà essere sostenuto da ulteriori risorse da inserire nella prossima legge di Bilancio; al momento, precisa, sono previsti aumenti di circa 140 euro lordi medi e l’estensione dei buoni pasto anche al personale delle scuole, con una crescita complessiva delle retribuzioni vicina ai 300 euro lordi.
Il ritocco Irpef
Il ceto medio guarda poi con attenzione al ritocco dell’Irpef, che riduce dal 35% al 33% l’aliquota relativa allo scaglione reddituale compreso tra 28mila e 50mila euro. Circa un terzo dei contribuenti beneficerà di questa misura: secondo le valutazioni dell’Ufficio parlamentare di bilancio, il vantaggio medio annuo sarà di 408 euro per i dirigenti, 123 euro per gli impiegati e 23 euro per gli operai; i lavoratori autonomi otterranno mediamente 124 euro, mentre i pensionati si fermeranno attorno ai 55 euro.
La pensione
Per quanto riguarda l’uscita dal mondo del lavoro, chi deciderà di rimandare il pensionamento nonostante abbia già raggiunto i requisiti potrà ancora nel 2026 usufruire del cosiddetto bonus Giorgetti, che garantisce un incremento del 9% in busta paga mediante l’esonero dalla quota di contributi IVS normalmente trattenuta al lavoratore.
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