L'obiettivo è trasferire all'Autorità europea dei mercati finanziari la supervisione di tutte le principali infrastrutture di mercato dell'Unione, incluse le piattaforme su cui si negoziano azioni e obbligazioni
L’Unione Europea tenta una nuova accelerazione sul fronte della finanza. Bruxelles ha deciso di intervenire con un pacchetto di riforme ad ampio raggio che punta a ridisegnare la vigilanza sui mercati e a superare una frammentazione considerata sempre più dannosa: l'obiettivo è rafforzare un’Europa che investe poco, cresce lentamente e perde terreno rispetto a piazze più attrattive, a partire dagli Stati Uniti.
A presentare le misure è stata ieri, giovedì 4 dicembre, la commissaria Ue ai Servizi finanziari, Maria Luís Albuquerque, che ha usato parole nette per avvertire sugli effetti del mantenimento dello status quo. Il nuovo impianto prevede modifiche a 18 regolamenti e una scelta politica precisa: concentrare nell’Esma, l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati con sede a Parigi, i poteri di supervisione sulle Borse europee. Una sorta di Consob continentale, chiamata a risvegliare il progetto rimasto per anni in sospeso dell’unione del mercato dei capitali.
Albuquerque: "Non possiamo permetterci di scegliere di non agire"
Per l'Italia significa portare sotto l'authority con base a Parigi la vigilanza prudenziale e organizzativa di Borsa Italiana, tenendo sotto Consob il controllo su abusi, manipolazioni e sospensioni cautelative degli scambi. Questo è solo uno dei tasselli del maxi-pacchetto legislativo presentato da Bruxelles, per accelerare la marcia verso l'Unione del Risparmio e degli investimenti. La Commissione Ue getta quindi il cuore oltre l'ostacolo con un corposo set di proposte sui fronti finanziari più disparati. Persino la Germania, un tempo la più 'brontolona' sull'idea dell'autorità unica, sembra essersi ormai allineata. Quanto ai Paesi più piccoli oggi di traverso, potrebbero doversi piegare a una riforma che andrà avanti a maggioranza qualificata. "Scegliere di non agire, tollerare barriere e frammentazione, porta solo a un'Europa che investe troppo poco, cresce troppo lentamente e perde terreno geopoliticamente ed economicamente. Non possiamo permettercelo", ha avvertito la commissaria Ue Albuquerque. "Siamo a un bivio, e vanno fatte scelte: in Europa - ha ricordato ancora la politica portoghese - ci sono più di trecento luoghi di negoziazione, più o meno sei volte quelle degli Usa. Il Vecchio Continente, poi, ha una capitalizzazione di Borsa che vale il 70% del Pil, contro un valore al 270% oltreoceano. E' una "mancanza di scala che soffoca la capacità dell'Europa di finanziare innovazione, crescita e autonomia strategica", ha ricordato la commissaria.
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Cosa prevede la riforma
La corposa riforma introduce tra l'altro il nuovo status di "operatore paneuropeo", che consentirà ai gruppi attivi in più Paesi di accorpare licenze e attività con un'unica autorizzazione europea, riducendo costi e duplicazioni. L'obiettivo è appunto quello di ridurre la frammentazione rimuovendo barriere nazionali, e rendendo più semplice operare in tutta l'Unione. Vanno poi create condizioni più favorevoli per investimenti in innovazione, tecnologie pulite, biomedicina, intelligenza artificiale o difesa, che richiedono capitali ingenti che i soli bilanci pubblici non possono sostenere. E servirà per costruire un mercato dei capitali più semplice e coerente, dove le imprese ottengono sempre la stessa risposta in qualunque angolo dell'Unione si trovino. La quarta idea portante del pacchetto riguarda direttamente i cittadini: spingere una parte dei risparmi oggi fermi sui conti correnti - quasi 10mila miliardi - verso strumenti che possano offrire più rendimento, grazie a procedure più snelle per la distribuzione dei fondi d'investimento e a un sistema che favorisca maggiore concorrenza e costi più bassi.
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Prevista anche un'infrastruttura per i titoli su blockchain
Nell'insieme, Bruxelles immagina un sistema che non solo integri le attività tradizionali, ma che sia anche pronto alle tecnologie emergenti: l'Ue prepara anche, ad esempio, l'infrastruttura per i titoli su blockchain, ma dentro un perimetro europeo e regolato, in modo da coniugare innovazione e sicurezza. Secondo la Commissione, l'obiettivo finale è un mercato dei capitali che funzioni davvero come uno solo lungo tutta la catena dell'investimento, capace di aumentare la liquidità, ridurre i costi e convogliare molto più risparmio privato verso crescita, innovazione e transizione verde. "Il nostro attuale sistema è il risultato di scelte del passato e può essere ridisegnato", ha aggiunto Albuquerque. "Il costo dell'inazione cresce silenziosamente. Non abbiamo tempo da perdere". Intanto in Italia il comitato politiche macroprudenziali (che riunisce Bankitalia, Mef, Consob, Ivass e Covip) avvisa come "i rischi connessi con la diffusione delle criptoattività potrebbero aumentare per via delle crescenti interconnessioni con il sistema finanziario e della frammentazione regolamentare a livello internazionale". Anche per questo "su iniziativa del ministero dell'Economia e delle finanze sono stati avviati approfondimenti sull'adeguatezza dei presìdi esistenti in tema di investimento - diretto ed indiretto - in criptoattività da parte di investitori al dettaglio".