Introduzione
Si avvicina la fine dell’anno, e con essa la scadenza per approvare la Legge di Bilancio per il 2026. Il testo della Manovra per adesso è ancora fermo in Commissione al Senato, e deve essere approvato da entrambe le Camere entro il 31 dicembre 2025 per evitare il rischio di un esercizio provvisorio.
Quello che devi sapere
L’iter della Manovra in Parlamento
Attualmente il testo della Legge di Bilancio per il 2026 è in Commissione al Senato, dove sono in discussione gli emendamenti presentati al testo originale e dove pochi giorni fa sono state dichiarate inammissibili 105 proposte di modifica. Non esiste una data limite entro cui la Manovra deve approdare in Aula, ma secondo varie fonti l’obiettivo sarebbe quello di fare arrivare il testo a Palazzo Madama entro il 15 di dicembre: questo permetterebbe di approvare la Manovra e mandarla poi alla Camera dei Deputati, senza avere particolari problemi di tempi ed evitare il rischio dell’esercizio provvisorio.
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Che cos’è l’esercizio provvisorio
Come detto, la Legge di Bilancio deve essere approvata entro il 31 dicembre del 2025 per poter entrare in vigore il giorno successivo, il 1° gennaio 2026. Qualora non si riuscisse a rispettare la tempistica, ci sarebbe il rischio del cosiddetto esercizio provvisorio: come specificato dall’articolo 81 della Costituzione, “l’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi”. Questo significa che il Parlamento dovrebbe approvare un testo specifico che lo permetta.
Quali sono i rischi dell’esercizio provvisorio
Durante l’esercizio provvisorio lo Stato dovrebbe limitarsi a gestire le operazioni di ordinaria amministrazione, senza poter spendere per specifiche misure non strettamente previste. Inoltre, l’eventuale necessità di affidarsi all’esercizio provvisorio potrebbe causare un crollo della fiducia di investitori e mercati, con gravi conseguenze a cascata sul bilancio pubblico. Si tratta, insomma, di una circostanza da cercare di evitare perché potrebbe provocare seri problemi allo Stato.
Il via libera dell’Ue alla Manovra
Nei giorni scorsi comunque è stato completato un altro importante step verso il via libera alla Manovra per il 2026: la Commissione europea infatti ha approvato il Documento programmatico di Bilancio dell'Italia che, secondo l’esecutivo dell’Ue, rispetta l'incremento massimo della spesa netta previsto dalla raccomandazione del Consiglio. Questo vuol dire che il nostro Paese potrebbe uscire dalla procedura per deficit eccessivo nella prossima primavera. “L’approvazione di Bruxelles ci conferma che siamo sulla buona strada, percorsa con responsabilità e serietà”, ha spiegato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
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A che punto è l’accordo sulla Manovra
A dettare i tempi dell’approvazione della Legge di Bilancio per il 2026 è anche la necessità di trovare un accordo tra le forze di maggioranza e tra l’esecutivo e i soggetti coinvolti dal testo. Se l’intesa politica sembra esser stata raggiunta, in particolare per quanto concerne l’aumento dell'Irap a carico delle banche, si sta ancora cercando la quadra con gli istituti stessi. A presentare la proposta per chiudere la partita a riguardo sarà il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti.
L’intervento in Manovra sulle banche
A ottobre governo e banche avevano trovato l’accordo su un incremento di due punti dell'Irap, ma adesso la richiesta sarebbe quella di accettare un’ulteriore aggiunta che potrebbe essere di 0,25 oppure di 0,5 punti. Sarebbe comunque prevista una franchigia di 90mila euro per tutelare gli istituti più piccoli. L’Abi, l’associazione di categoria che riunisce le banche, non appare però entusiasta: viene infatti fatto notare che il 50% delle risorse della Manovra ‘pesa’ sugli istituti, con misure onerose per il sistema. Inoltre la franchigia di 90mila euro sarebbe considerata troppo bassa perché lascerebbe fuori solo i piccolissimi.
I tempi degli emendamenti in Commissione
Non è comunque solo il tema delle banche a frenare l’approvazione della Manovra: i partiti infatti, dopo l’inammissibilità di diversi emendamenti presentati, stanno riprovando a mettere in gioco le loro proposte con differenti formulazioni. L'avvio delle votazioni in Commissione Bilancio al Senato è previsto non prima del 9 dicembre, e questo potrebbe mettere a rischio l’approdo in Aula il 15 dicembre. Non è però escluso che le varie proposte dei partiti possano essere compattate in un maxi-emendamento, così da evitare tempi troppo lunghi e lo spauracchio dell’esercizio provvisorio.
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