Introduzione
In queste settimane il metano europeo ha registrato una nuova frenata, scivolando sotto la soglia dei 30 euro per megawattora: nella giornata del 24 novembre la contrattazione si è fermata attorno ai 29,2 euro, un livello che non si vedeva da circa un anno e mezzo. Un beneficio che in molti stanno già notando sulle bollette: ecco cosa sapere.
Quello che devi sapere
Prezzo in picchiata
Se si considera che a febbraio le quotazioni orbitavano intorno ai 52 euro, il ridimensionamento supera di slancio il 25%, segnando una delle correzioni più marcate degli ultimi mesi. Una notizia che va quasi in controtendenza rispetto a quanto ci si aspetta in questo periodo: la flessione del prezzo sul TTF di Amsterdam, barometro principale per le transazioni di gas nel continente, arriva infatti in un periodo dell’anno che di solito vede aumentare le tariffe a causa dell’impennata dei consumi legata al freddo e agli impianti di riscaldamento.
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Le ragioni
Ma perché sta succedendo? A spingere verso il basso i valori sembra concorrere soprattutto un mercato internazionale del GNL decisamente fornito, ma un ruolo ancor più determinante potrebbe essere esercitato dall’ottimismo crescente su un possibile cessate il fuoco in Ucraina, percepito dagli operatori come un fattore di distensione sui mercati energetici.
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I prezzi
Per il mese di ottobre 2025, l’ultimo per cui è disponibile il costo della materia prima sulle bollette del gas, il valore unitario è pari a 0,353 €/m³, corrispondenti a 33,05 €/MWh. Da inizio estate, però, il listino del PSV (Punto di Scambio Virtuale) ha seguito un andamento costantemente discendente: dai 0,418 €/m³ di giugno (39,14 €/MWh) si è scesi a 0,392 €/m³ a luglio (36,68 €/MWh), poi a 0,38 €/m³ in agosto (35,59 €/MWh) e infine a 0,373 €/m³ in settembre (34,89 €/MWh). Queste oscillazioni non incidono solo su chi è ancora nel servizio tutelato: anche gli utenti del mercato libero con forniture a prezzo variabile risentono delle stesse dinamiche, poiché i venditori applicano quasi sempre una formula basata sul PSV maggiorato di uno spread.
Bollette della luce alleggerite
Un vantaggio evidente che si ripercuote anche sulle bollette della luce, che risultano essere alleggerite. Il motivo è semplice: il valore registrato sul TTF tende a muoversi in modo molto vicino ai prezzi del metano trattato nel mercato all’ingrosso italiano, il PSV, parametro da cui l’Arera ricava la tariffa mensile destinata ai clienti vulnerabili rimasti nel regime di tutela, aggiornandola retroattivamente.
Perché succede
In Italia la produzione di corrente deriva in larga parte da impianti alimentati a gas e, per la quota restante, da sorgenti rinnovabili come fotovoltaico, eolico, geotermia e idroelettrico. Il valore della materia prima che compare in bolletta viene definito sul mercato del giorno prima, dove vige il meccanismo del prezzo marginale: il costo finale dell’energia corrisponde infatti alla tariffa dell’ultima fonte necessaria per soddisfare la domanda, che normalmente è proprio la più onerosa, ossia il gas. Di conseguenza, se il metano continua a mantenersi su livelli più bassi e mostra una tendenza stabile alla riduzione, anche il costo dell’elettricità è destinato a seguire la stessa traiettoria, con una diminuzione attesa delle bollette della luce.
Come contribuisce la guerra in Ucraina
A contribuire ci sono anche i dialoghi tra le parti in merito al conflitto in Ucraina. Vari esponenti coinvolti nei colloqui, tra cui il Segretario di Stato Marco Rubio, hanno manifestato un certo ottimismo, ritenendo plausibile che si possa raggiungere un’intesa a breve. L’attenzione degli operatori economici è ora puntata soprattutto sulla risposta che l’Europa sta mettendo a punto. L’ipotesi allo studio di Unione europea e Regno Unito mirerebbe a eliminare dalla bozza americana gli elementi considerati più favorevoli a Mosca, in particolare quelli che ridurrebbero significativamente le capacità difensive dell’Ucraina. In cambio, gli Stati occidentali proporrebbero a Mosca un reinserimento graduale nei circuiti economici internazionali. Uno scenario di questo tipo riapre la strada, seppur con flussi più limitati rispetto al passato, a un eventuale ritorno delle forniture di gas russo verso l’Europa.
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