Sci, quanto può costare un weekend sulla neve all’Immacolata? Tutti i prezzi
EconomiaIntroduzione
Con l’arrivo dei primi fiocchi di neve, molte famiglie stanno già mettendo mano ai conti per capire quanto servirà per concedersi un fine settimana tra piste da sci e montagna. A questo proposito la società Snowit ha analizzato per Il Sole 24 Ore tutte le cifre, dagli alberghi agli skipass: ecco cosa sapere
Quello che devi sapere
L’aumento dei prezzi degli skipass
Negli ultimi anni il conto complessivo per una vacanza sulla neve è lievitato sensibilmente, trascinato soprattutto dall’impennata del prezzo degli skipass: secondo le rilevazioni di Assoutenti, le tariffe sono cresciute in media del 38% rispetto all’inverno 2021/2022, con alcune aree che sfiorano un rialzo del 40%. Oggi un biglietto giornaliero può toccare gli 86 euro nei comprensori del Dolomiti Superski e gli abbonamenti di stagione superano senza difficoltà i 1.700 euro. Anche il resto dell’offerta turistica – hotel, ristorazione e servizi vari – ha comunque registrato rincari significativi.
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Quanto spende una coppia per andare in montagna?
Per un breve soggiorno sulla neve nel fine settimana di Sant’Ambrogio (5–7 dicembre, da venerdì a domenica), a cui si aggiunge il lunedì dell'Immacolata festivo, una coppia deve mettere in conto l’esborso per due pernottamenti con colazione, tre giornate di skipass e il noleggio dell’attrezzatura. Le cifre variano notevolmente: si parte da circa 549 euro a Bardonecchia, in Piemonte, e si può arrivare fino a 1.365 euro sull’Alpe di Siusi, in Alto Adige. Se invece a organizzare la trasferta è un nucleo familiare con un bambino, il margine di spesa cresce ulteriormente: Bardonecchia rimane l’opzione più accessibile, mentre le destinazioni più costose risultano Alpe di Siusi (1.950 euro) e Ortisei (1.940 euro).
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I rincari complessivi e le località prese in esame
La società Snowit segnala un rincaro medio complessivo del 6% rispetto all’inverno 2024/25, mentre il prezzo degli skipass sale intorno al 4%. È questo l’intervallo economico evidenziato dalla ricerca, che ha stimato quanto serve mettere in preventivo per una fuga di tre giorni nel weekend che tradizionalmente inaugura la stagione sciistica. L’indagine ha preso in considerazione 20 località dotate di comprensori sciistici, selezionate per offrire una rappresentanza equilibrata delle principali aree montane italiane:
- La Thuile
- Pila (Aosta)
- Bardonecchia
- Domobianca
- Monterosa
- Madesimo
- Aprica
- Bormio
- Chiesa Valmalenco
- Ponte di Legno
- Madonna di Campiglio
- Andalo
- Folgaria
- Ortisei
- Alpe di Siusi
- Brunico–Kronplatz
- Sappada
- Cimone
- Corno alle Scale
- Ovindoli
- Roccaraso
I profili analizzati
Nella ricerca vengono presi in esame due profili-tipo che rispecchiano alcune delle principali categorie di turisti della stagione invernale. Da un lato c’è la coppia adulta, che mette in conto tre giornate di skipass, due pernottamenti in strutture a 3 o 4 stelle e il noleggio dell’attrezzatura. Dall’altro, viene considerato il caso di due genitori in viaggio con un figlio, per i quali si aggiungono lo skipass per tutti i componenti del nucleo e tre ore di lezione con un maestro di sci, oltre al soggiorno e al noleggio completo dell’equipaggiamento.
I costi degli hotel
Non ovunque sono presenti hotel di categoria superiore, ma anche uniformando il confronto alle sole strutture a tre stelle, il divario resta evidente: trascorrere un weekend in Alto Adige costa circa il doppio rispetto a località analoghe del Piemonte. A incidere non è soltanto l’alloggio, perché anche skipass e noleggio risultano sensibilmente più onerosi, quasi raddoppiati per entrambe le tipologie di viaggiatori. La differenza, va detto, rispecchia anche un’offerta di impianti più ampia e un ventaglio di servizi generalmente più strutturato.
Dove si spende meno
Osservando le diverse aree montane, emergono differenze marcate sul fronte dei prezzi. In Valle d’Aosta, La Thuile risulta più vantaggiosa rispetto a Pila; in Lombardia i costi più contenuti si trovano ad Aprica, subito seguita da Madesimo. In Trentino, invece, Folgaria si rivela nettamente più economica rispetto sia a Ponte di Legno sia a Madonna di Campiglio. Spostandosi sull’Appennino, Corno alle Scale si conferma più conveniente rispetto alle mete abruzzesi come Ovindoli e Roccaraso, anche se queste ultime offrono comprensori molto più ampi.
I trasporti
L’indagine ha esteso la valutazione anche a una voce spesso trascurata ma decisiva: il costo necessario per raggiungere le destinazioni sciistiche. I costi di spostamento verso le principali mete sciistiche italiane variano in modo significativo a seconda della città di partenza e della destinazione scelta, influenzando in maniera rilevante il budget complessivo di un weekend sulla neve. Le località più vicine ai grandi centri del Nord risultano generalmente le più convenienti: destinazioni come Andalo, Aprica, Folgaria o Ponte di Legno richiedono esborsi complessivi che, tra carburante e pedaggi, oscillano spesso tra i 60 e i 130 euro per un viaggio di andata e ritorno. Gli importi aumentano sensibilmente quando si prendono in considerazione mete più lontane o situate nelle aree montane orientali, come Sappada, oppure negli Appennini, come Ovindoli e Roccaraso, dove la distanza fa rapidamente lievitare la spesa, superando talvolta i 250 o 300 euro per chi parte dal Nord Italia. Anche all’interno della stessa regione alpina si notano differenze: alcune zone del Trentino mantengono un buon equilibrio tra chilometraggio e costi, mentre località più rinomate dell’Alto Adige tendono a risultare più onerose.
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