Tassa etica su produzione materiale porno, creator potrebbero dover pagare il 25% in più
EconomiaIntroduzione
L'Agenzia delle Entrate ha pubblicato la risposta a un interpello presentato dalla tech company Fiscozen che chiedeva chiarimenti sull’applicazione al forfettario della tassa etica, sui criteri di calcolo e su cosa viene considerato pornografia. Ecco cosa è emerso.
Quello che devi sapere
I chiarimenti
Da quanto comunicato, la tassa etica sulla produzione di materiale pornografico si applica anche alle Partite Iva in regime forfettario, oltre che al semplificato e all’ordinario. Stabilire se un contenuto sia da considerare pornografico, invece, sembra dipendere in parte da chi lo produce e in parte dall’Agenzia delle Entrate, che valuterà caso per caso.
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In cosa consiste la tassa etica
La “tassa etica” è un’imposta aggiuntiva del 25% calcolata sui redditi legati alla produzione, distribuzione, vendita e rappresentazione di materiale pornografico. Si applica a chi ha un reddito d’impresa, agli esercenti arti e professioni, alle società di persone e assimilati.
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Cosa si intende per materiale pornografico
Per materiale pornografico, come specificato nella risposta dell’Agenzia all’interpello firmato dagli esperti fiscali Marina Tarallo e Fabio Barbati, si intendono “i giornali e ogni opera teatrale, letteraria, cinematografica, audiovisiva o multimediale, anche realizzata o riprodotta su supporto informatico o telematico, in cui siano presenti immagini o scene contenenti atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti”. Si spazia quindi dalle piattaforme come Onlyfans alla letteratura, dai video con attori professionisti agli ormai superati giornali in edicola.
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Le conseguenze per i creator
Secondo una stima di Fiscozen, prendendo in esame i circa 85.000 creator digitali italiani attivi sulla sola Onlyfans, l’estensione della tassa sui redditi dei forfettari potrebbe comportare da oggi accertamenti dell’Agenzia delle Entrate su oltre 45.000 professionisti dell’intrattenimento per adulti, il 53% circa del totale. Il restante 47% è in regime semplificato o inquadrato come società ed è sempre stato considerato soggetto di questa tassazione extra fin dalla sua introduzione nel 2006.
Tassa extra anche per forfettari
“Dopo una prima risposta insoddisfacente all’interpello fatta dal nostro team di esperti fiscali e la conseguente richiesta di riesame – spiega Elena Battistini, commercialista partner di Fiscozen – risulta ora chiaro che anche i contribuenti forfettari sono soggetti alla tassa extra, ma alcuni dei nostri clienti hanno sollevato dei dubbi su cosa verrà effettivamente inteso per pornografico e chi dovrà pagarla”.
L’esempio delle foto dei piedi
Ad esempio, una persona che percepisce un reddito dalla diffusione di foto dei suoi piedi, dato che le immagini non contengono atti sessuali espliciti, non dovrebbe aver prodotto materiale pornografico. Stesso discorso per l’autoerotismo, che non implica la reciprocità o la presenza di più persone, oppure per la semplice nudità o per la simulazione di un atto sessuale. In base alla risposta dell’Agenzia delle Entrate, questi casi dovrebbero essere esclusi dal pagamento della tassa etica”.
I calcoli per la tassa addizionale
Secondo la risposta all’interpello, “l’addizionale per i forfettari si dovrà applicare alla quota di reddito determinato forfettariamente (ricavi/compensi * coefficiente di redditività) riferito alla produzione/vendita del materiale”. In altre parole, ipotizzando che una persona in regime forfetario al 5% con codice Ateco di altre rappresentazioni artistiche (coefficiente del 67%), incassi 10.000 euro in un anno, tutti derivanti da vendita di materiale pornografico, dovrà pagare: 335 euro di imposta sostitutiva del regime forfetario (che diventano 1005 in caso di aliquota al 15%), contributi se iscritta alla gestione separata INPS per 1.747 e 1.675 euro di tassa etica.
Il rischio dell’imposta extra
“Speriamo che i controlli futuri sui creator seguano davvero questa linea, anche perché, altrimenti, migliaia di Partite Iva rischierebbero di dover pagare un 25% di imposte in più non previsto oppure andare incontro al processo di appello per contestare l’Agenzia” conclude Battistini.
L’emendamento in manovra per cancellare la tassa
Nelle scorse ore, in una nota congiunta, la vicepresidente di Azione Giulia Pastorella ed il senatore Marco Lombardo, hanno scritto che "tassare di più i lavoratori che si ritiene facciano un lavoro immorale, seppure legale, non ha nulla di etico. È un vero e proprio abuso che non possiamo tollerare, per questo già in questa legge di bilancio abbiamo proposto di cancellare la tassa etica”. Il deposito dell'emendamento è uno step della campagna “Stop tassa etica”. Continueremo a lottare per cancellare definitivamente una discriminazione fiscale fondata su un giudizio morale, non su criteri di giustizia tributaria”.
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