Guerra ibrida, il piano sul tavolo della Difesa: dallo scudo aereo ai droni, cosa sapere
EconomiaIntroduzione
Uno scudo aereo ma anche una propria flotta di droni capaci di fronteggiare eventuali attacchi nella guerra ibrida. Questo è il piano a cui la Difesa sta già lavorando e che potrebbe essere uno dei temi sul tavolo del prossimo Consiglio di Difesa, convocato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per lunedì prossimo, che ha come ordine del giorno l'esame dell'evoluzione dei conflitti in corso e la valutazione delle minacce ibride e le possibili ripercussioni sulla sicurezza del nostro Paese. Ecco cosa sapere
Quello che devi sapere
Il vertice a Berlino
Nella giornata di ieri c'è stato il summit a Berlino per l'E5, il vertice sulla Difesa europea che unisce cinque nazioni: Italia, Francia, Germania, Polonia e Regno Unito. Dopo l'annullamento della visita a Washington, dove avrebbe dovuto incontrare il capo del Pentagono Pete Hegseth, il ministro Guido Crosetto ha incontrato nella capitale tedesca i vertici della Difesa degli altri Paesi e anche l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Kaja Kallas. "La commissaria europea Kallas ci ha fornito un dato importante: gli attacchi russi si rivolgono nel 93% dei casi contro obiettivi civili. Non c'è nulla di militare: si tratta di una guerra della Russia contro i cittadini ucraini. E l'Europa lo ha capito dal primo momento: per questo siamo al fianco dell'Ucraina", ha dichiarato il ministro Crosetto in conferenza stampa.
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Di cosa si è discusso nell'incontro
Tra i temi al centro dell'incontro la difesa dell'Ucraina. "Tocca agli Stati nazionali decidere il tipo di sostegno da dare all'Ucraina ed è chiaro che l'Ucraina ha bisogno di una difesa antiaerea più forte, e che quello che si può fare in aggiunta va fatto con urgenza", ha dichiarato l'Alto rappresentante dell'Ue per gli Affari esteri Kaja Kallas, a Berlino, rispondendo a una domanda di un giornalista ucraino, che ha chiesto se si possa immaginare che l'Ue e i paesi del gruppo E5 sosterrebbero la difesa antiaerea ucraina a partire dal territorio europeo, ad esempio con mezzi di difesa di lungo raggio dalla Germania. "L'Ue non ha a disposizione mezzi di difesa antiaerea, sono gli stati nazionali ad averli e tocca a loro decidere quale sostegno dare all'Ucraina", ha concluso. Al centro del dibattito anche l'organizzazione di una Difesa unica dell'Unione, con il ministro Crosetto che ha rimarcato come "la crescita degli investimenti della Germania sulla difesa è una garanzia per i cittadini europei. Questo significa essere Europa e affrontare in modo serio la situazione in cui viviamo".
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Come intende agire l’Italia
Su alcuni temi, come il rafforzamento dell'industria bellica ucraina, l’Italia sa già come muoversi. Del resto a ribadire che bisogna "prepararsi" per affrontare le incursioni dei droni che da mesi sorvolano i cieli d'Europa, bloccando in alcuni casi diversi aeroporti, è lo stesso Crosetto, il quale parla di "una strategia unificata contro la guerra ibrida dei droni: una catena di condivisione delle informazioni moderna tempestiva fra Difesa, Interno ed Enac". Lo scopo principale è di scongiurare rischi e sabotaggi in questa crisi internazionale con attacchi ibridi. Come ha dichiarato il titolare del dicastero della Difesa, con la guerra ibrida "abbiamo a che fare con un nuovo terreno di conflitto, che mette in difficoltà tutto il Paese. Pensate cosa significa un attacco cyber che colpisce un gruppo bancario o le poste il giorno in cui devono dare le pensioni. È un tema di cui non ci si rende conto perché non ha ancora toccato il quotidiano grazie alla nostra capacità di reagire e di fermare questi attacchi".
Il piano del Ministero della Difesa
Il piano che la Difesa sta studiando riguarda la sicurezza nazionale di tutte le infrastrutture: dovranno essere monitorate e protette in futuro, compresi gli aeroporti. Come il sistema già attivo negli aeroporti di Roma, dove in caso di rilevamento di un drone non autorizzato esiste un meccanismo di controllo con cui, se l'oggetto volante è a breve distanza, sarebbe possibile localizzarne il relativo telecomando per risalire rapidamente a chi lo sta manovrando. In caso contrario, quando ci si trova di fronte a droni considerati delle minacce, il protocollo ne prevede l'abbattimento.
Lo scudo aereo
Riguardo allo scudo aereo, nei progetti a lungo termine c'è l'acquisto di nuovi Samp-T, il sistema antimissile realizzato in collaborazione con la Francia, di cui due esemplari già forniti a Kiev e uno attualmente schierato in Estonia. Considerando che l'Italia ha soltanto due Samp T impiegati nel proprio territorio, le necessità numeriche sarebbero molto più alte, ma serviranno anche più lanciatori e un nutrito arrivo di missili Aster (del costo di circa due milioni di euro ognuno), che possono essere impiegati sia in ambito terrestre che navale.
I droni
Manca poi una flotta di droni di più recente generazione (ovvero più economici e di più piccole dimensioni) ma non si può escludere in futuro l'ipotesi di acquisire sistemi antidrone con laser. Un piano per una propria flotta di droni su scala nazionale, ma anche europea, prevede invece delle partnership industriali come la joint venture tra Leonardo, che fornirebbe sensori, telecamere e altre tecnologie, e Baykar, azienda turca che progetta i droni. Si va anche oltre e c'è l'idea di coinvolgere altri Paesi diventati leader in questo settore, come Ucraina e Polonia (soprattutto riguardo ai mini-droni). Serviranno investimenti ma si pensa anche a ridurre il più possibile i costi, anche in considerazione del fatto che non viene considerato dispendioso usare velivoli costosi come droni kamikaze. Per una Difesa efficace servirà però una rete europea per non vanificare gli sforzi delle singole nazioni.
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