Bonifico tra parenti nel mirino del Fisco? Quali causali inserire per evitare accertamenti

Economia
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Mancano pochi giorni al Natale e tra i regali sotto l’albero fioccano sempre più spesso i bonifici bancari, soldi immediati che genitori, nonni, zii elargiscono sul conto corrente di un familiare. Quello che può sembrare un gesto naturale tramite uno strumento di pagamento digitale che ha ormai soppiantato la tradizionale busta con i contanti, agli occhi del Fisco potrebbe indicare, al contrario, una potenziale “spia” di redditi non dichiarati. Ecco quali precauzioni adottare per evitare amare sorprese.

Quello che devi sapere

Gli accertamenti del Fisco e la presunzione legale relativa

Stando alle norme attuali sulle indagini finanziarie, (articoli 32 del D.P.R. 600/1973 e 51 del D.P.R. 633/1972) spetta all’Agenzia delle Entrate vagliare nel dettaglio le transazioni bancarie sospette. Dai bonifici ai versamenti e ai prelievi: ogni movimento di denaro potrebbe potenzialmente derivare da fonti occulte in base al principio della presunzione legale relativa e solo un chiarimento reso dal contribuente all’ente di riscossione tramite prova documentata può diradare il dubbio.

 

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Cosa dice in merito la Corte di Cassazione

Sul principio della presunzione legale relativa si è più volte espressa la Corte di Cassazione che ha ribadito come a prevalere debba essere sempre l'accertamento concreto dei fatti. Spetta in ogni caso al contribuente dimostrare con documentazione coerente l'origine delle somme ricevute.

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Il caso affrontato dalla Corte Tributaria della Puglia

L'onere di provare la natura del bonifico ha riguardato, in un caso concreto avvenuto in Puglia, i movimenti verso una società con socio unico. L'Agenzia delle Entrate aveva chiesto chiarimenti su cinque versamenti, due dei quali emessi dalla madre dell'imprenditore, pensionata, e dalla sorella, dipendente pubblico.

La decisione

In primo grado, la Commissione provinciale di Bari aveva dato ragione al Fisco, decisione ribaltata in Appello con i giudici giunti alla conclusione che i soldi fossero pienamente tracciabili. Nello specifico, i versamenti fatti dalle due donne sono stati ritenuti come pagamenti di tipo solidaristico nei confronti del parente. Madre e sorella del socio poi erano considerabili soggetti con redditi già tassati.

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La sentenza

La Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado della Puglia ha stabilito, con la sentenza n. 4378 del 31 dicembre 2024, che i bonifici ricevuti da familiari non assumono automaticamente rilevanza reddituale, a meno che l'Amministrazione non dimostri, in modo analitico e circostanziato, che si tratti di somme connesse ad attività imponibili.

Sostegno economico in famiglia fisiologico

Secondo la Corte, in sostanza, il supporto economico all'interno di una famiglia è da ritenersi fisiologico. Di conseguenza, un bonifico ricevuto da un parente stretto non può essere automaticamente ascritto come reddito occulto a patto che si riesca a risalire alla natura della somma.

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L'importanza di una causale corretta

Per far valere questo principio, serve dunque dimostrare la natura solidaristica della transazione. Un aiuto in questo senso arriva dalla corretta compilazione della causale, passaggio richiesto obbligatoriamente prima dell'emissione di un bonifico parlante. Da "regalo" a "sostegno familiare" fino ad "aiuto per l'acquisto della macchina": le informazioni che, anche con semplici parole, chiariscono il motivo del movimento contribuiscono a sminare il campo da potenziali sospetti.

La donazione

Ma il bonifico può essere paragonabile ad una donazione? Secondo gli articoli 769-809 del Codice civile, ciascun atto nel quale un soggetto arricchisce un altro senza pretendere nulla in cambio richiede, in linea di principio, un passaggio pubblico tramite atto notarile.  

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Donazioni dirette

Con una sentenza del 2017 (n. 18725) le Sezioni Unite della Cassazione hanno chiarito che l'ordine di bonifico non è una donazione in sé ma il mezzo con cui si dà esecuzione ad un accordo donativo già perfezionato. Dal punto di vista fiscale, gli ermellini hanno ribadito, in un'altra sentenza, la numero 7442 nel 2024, la differenza tra donazione diretta e indiretta. Nel primo caso, le donazioni formalizzati davanti a un notaio sono soggette a registrazione e, salvo esenzioni, al pagamento di un'imposta che deve tenere conto delle aliquote relative al grado di parentela.

Donazioni indirette

Sul fronte delle donazioni indirette, invece, la rilevanza fiscale scatta in caso di registrazione volontaria oppure a seguito di accertamento fiscale. A prescindere dal grado di parentela, in questi casi viene applicata una tassazione con aliquota massima dell'8% a titolo di sanzione.

 

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