Introduzione
Sono ormai 6,5 milioni gli italiani residenti all'estero, un dato in "costante crescita", tanto che oggi il numero dei nostri connazionali oltre confine supera di un milione quello degli stranieri in Italia: è quanto emerge dal Rapporto Italiani nel Mondo 2025 della Fondazione Migrantes. Nel documento si legge che "al 1° gennaio 2025 gli iscritti all'Aire (Anagrafe Italiani residenti all'estero) sono 6.412.752 milioni. Si tratta di cittadini che vanno ad aggiungersi alla popolazione residente calcolata dall'Istat in 58.934.177, di cui 5.422.426 stranieri".
Rispetto ai soli residenti con cittadinanza italiana (53.511.751), quindi, su 100 residenti 12 vivono fuori dei confini nazionali (11,9%). Rispetto invece al totale della popolazione residente (italiani + stranieri), l'incidenza di chi risiede all'estero sulla popolazione residente in Italia cala di un punto percentuale (10,9%). Secondo il Rapporto Migrantes, "l'impatto della mobilità per l'Italia e la sua popolazione è, da sempre, importante e in costante crescita da venti anni e, in particolare, da dieci anni a questa parte". Ne è prova l'aumento persistente delle iscrizioni all'Anagrafe dei cittadini residenti oltre confine: nell'ultimo anno si tratta di oltre 278 mila iscrizioni (+4,5% in un anno), quasi 479 mila nell'ultimo triennio (+8,1%), oltre il doppio dal 2006 (+106,4%).
Quello che devi sapere
Dove vanno gli italiani
Inoltre, emerge dal Rapporto Italiani nel mondo di Migrantes che gli italiani che emigrano preferiscono l'Europa. Infatti il 53,8% degli iscritti all'Aire è in Europa: sono oltre 3,4 milioni. Invece il 41,1% risulta essere in America: sono 2,6 milioni, di cui solo 490 mila in quella del Nord. Le comunità di italiani più numerose nel mondo restano quella argentina, che conta 990 mila persone, e quella tedesca con 849 mila.
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Da dove provengono gli italiani all’estero
Dal punto di vista delle regioni, il Mezzogiorno continua a rappresentare il principale bacino di origine degli italiano all’estero, con il 45 per cento degli iscritti all’Aire. Oltre 2,5 milioni, il 39,2% del totale, riguardano invece il Nord Italia e circa 1 milione il Centro (15,7%).
Quanti sono nell’Unione Europea
Dal 2006 al 2024 l'Europa ha assorbito oltre 1,25 milioni di espatri, pari al 76 per cento del totale, e accogliendo anche il 60 per cento dei rimpatri pur con un saldo negativo che supera le 762 mila unità. Se si considera il solo perimetro dell'Unione Europea, includendo anche il Regno Unito per garantire continuità statistica, il saldo migratorio sfiora le 459 mila persone: il dato corrisponde al 56 per cento della perdita complessiva.
Il ruolo del resto del mondo
Secondo il rapporto Migrantes è proprio lo spazio europeo di libera circolazione il vero epicentro della mobilità italiana, con una capacità attrattiva nettamente superiore a quella extraeuropea e con un impatto decisivo sulla demografia nazionale. Per quanto riguarda invece il resto del mondo i volumi tendono a mantenersi più contenuti, e non incidono in modo determinante sulla dinamica complessiva fotografata nell’analisi.
In quali Paesi vanno gli italiani
Per quanto riguarda invece i Paesi di destinazione, Regno Unito e Germania restano i due poli principali della mobilità italiana: Londra ha infatti raccolto negli ultimi vent'anni 289 mila partenze, mentre Berlino è a quota 248 mila. Nella top5 delle destinazioni si trovano poi Svizzera (166 mila), Francia (162 mila) e Spagna (106 mila).
I saldi migratori con gli altri Paesi
Osservando poi i saldi migratori, quelli maggiormente negativi si registrano con i Paesi nei quali si concentra quasi il 60 per cento dell'intera emigrazione italiana recente: Londra presenta infatti un passivo di 207mila persone, Berlino 124mila, Parigi 117mila, Berna 97mila e Madrid 74mila.
Dagli Stati Uniti all’America Latina
Nell’analisi risulta invece significativamente più contenuto il peso dei grandi Paesi extraeuropei: Stati Uniti e Canada raggiungono insieme 102 mila espatri e 54 mila rientri, mentre l'Oceania registra un saldo negativo di 22 mila unità. In controtendenza è invece l'America Latina, che presenta un lieve saldo positivo dovuto soprattutto ai percorsi di cittadinanza delle comunità di origine italiana.
L’iscrizione all’Aire
È inoltre importante segnalare che a partire dall'1 gennaio 2024 è entrato in vigore un nuovo regime sanzionatorio per chi non si iscrive all'Aire pur essendone obbligato: è stato introdotto dalla legge 213 del 2023, e prevede multe che vanno da 200 a mille euro per ciascun anno di mancata registrazione fino a un massimo di cinque anni. Secondo il Rapporto Italiani nel Mondo, la misura ha già prodotto un sensibile aumento delle iscrizioni e un miglioramento della qualità dei dati anagrafici, contribuendo a delineare un quadro più accurato dei flussi reali.
A cosa servono i dati degli italiani all’estero
L'aggiornamento dell'anagrafe consente di leggere con maggiore chiarezza fenomeni come l'invecchiamento della comunità all'estero, la crescita della componente femminile - che risulta essere aumentata del 115% negli ultimi due decenni - e l'elevata presenza di persone in età lavorativa, che supera il 60 per cento del totale. Si tratta di cambiamenti che incidono sulle politiche diplomatiche, sui servizi consolari e sulla rappresentanza degli italiani all’estero.
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