Accordi vacanza-lavoro, dal Giappone all'Australia: le opportunità per gli italiani
EconomiaIntroduzione
Il modello del “working holiday” è nato in ambito anglosassone, ma si è rapidamente diffuso in tutto il mondo. Oggi, oltre 60 Paesi hanno attivato programmi simili, spesso in forma bilaterale.
E in Italia? Con la Legge 17 settembre 2025, n. 136, il nostro Paese ha ufficialmente ratificato l’accordo con il Giappone, offrendo ai giovani la possibilità di soggiornare fino a 12 mesi a Tokyo e dintorni, con la possibilità di lavorare per un massimo di sei mesi, anche con lo stesso datore di lavoro. Ma ci sono anche accordi con altri Paesi. Ecco cosa sapere
Quello che devi sapere
Gli accordi vacanza-lavoro
Un anno per viaggiare, lavorare e crescere. Questo è l’obiettivo degli accordi vacanza-lavoro, strumenti di cooperazione bilaterale che uniscono turismo, occupazione e scambio culturale. L’Italia ha ufficialmente ratificato l’accordo con il Giappone all’interno di un programma che sta ampliando progressivamente la rete di collaborazioni, con l’obiettivo di diventare un hub attrattivo per i giovani talenti internazionali.
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L’accordo con il Giappone
Gli accordi rappresentano una risposta concreta alla domanda di esperienze internazionali. E, al tempo stesso, sono un modo offrire ai giovani italiani la possibilità di partire, ma anche di tornare con competenze nuove e una visione più ampia. L’accordo con il Giappone, firmato a Roma nel 2022 e ora divenuto operativo, rappresenta molto più di una semplice opportunità di viaggio. È un tassello di una strategia più ampia che mira a rafforzare i legami tra Italia e Paesi Terzi, promuovendo la mobilità giovanile e la reciproca conoscenza culturale.
Gli accordi dell’Italia con gli altri Paesi
Attualmente, l’Italia ha accordi attivi con: Australia, Nuova Zelanda, Canada, Corea del Sud, Hong Kong e - come detto - Giappone (accordo ratificato il 26 settembre 2025). Questi accordi sono rivolti a giovani tra i 18 e i 30/35 anni e mirano a promuovere la conoscenza reciproca tra i Paesi attraverso soggiorni prolungati e attività lavorative temporanee.
Chi entra in Italia con questo tipo di visto può lavorare senza bisogno di un nulla osta, purché il lavoro sia accessorio rispetto al soggiorno. In generale, è possibile lavorare per massimo sei mesi, e non più di tre mesi con lo stesso datore di lavoro, salvo deroghe previste da specifici accordi.
L’accordo con il Canada, invece, aggiornato nel 2022, è particolarmente articolato e prevede tre categorie tra cui:
- vacanze-lavoro (come negli altri accordi),
- giovani lavoratori con contratto già ottenuto
- e tirocinio internazionale per studenti universitari.
Come funzionano i visti
I partecipanti al programma possono immergersi nella vita quotidiana di un altro Paese, lavorando in settori come turismo, ristorazione, agricoltura o servizi. Il visto, rilasciato a titolo gratuito, consente di svolgere attività lavorative senza necessità di un permesso specifico, purché il lavoro sia accessorio rispetto al soggiorno turistico. Ogni Paese stabilisce annualmente il numero di visti disponibili, garantendo un equilibrio tra apertura e controllo.
Le regole
Ci sono regole ben precise da rispettare. Tra cui:
- Il permesso di soggiorno per vacanze-lavoro non è rinnovabile né convertibile in altre tipologie di permesso;
- ogni anno viene stabilito un numero massimo di visti rilasciabili per ciascun Paese partner;
- il programma è pensato per favorire la mobilità giovanile, lo scambio culturale e l’arricchimento personale e professionale dei partecipanti.
La conversione del permesso di soggiorno per vacanze-lavoro
Il permesso di soggiorno per vacanze-lavoro non può essere rinnovato e non può essere convertito, ma consente al suo titolare di svolgere attività lavorative senza limitazioni di settore d'impiego, come viene ricordato sulla pagina Integrazionemigranti.gov.it.
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