Bollette del telefono agganciate a inflazione e telemarketing: polemica su ddl Concorrenza
EconomiaIntroduzione
È polemica su alcuni emendamenti presentati in Senato al Ddl Concorrenza 2025. Fa discutere in particolare l’adeguamento all’inflazione delle bollette telefoniche, proposto da un gruppo di parlamentari di maggioranza. Ma si discute anche di altre norme che – è la preoccupazione – renderebbero il telemarketing dei call center più aggressivo e di altre ancora che limiterebbero le possibilità di risarcimento danni dei consumatori.
Quello che devi sapere
Ddl concorrenza, l’aumento delle tariffe telefoniche
Tra i primi a denunciare i rischi degli emendamenti è stata l’associazione Consumerismo No Profit, a partire dall’adeguamento delle tariffe telefoniche all’indice dei prezzi al consumo. In realtà la possibilità è già prevista, ma non in via automatica come suggerisce l’emendamento, seppur sulla base di clausole da inserire nei contratti. Si tratterebbe di un aumento che scatterebbe ogni anno e che non verrebbe considerato come una modifica delle condizioni contrattuali. È proprio questo il punto critica: “Significa che il consumatore non avrà possibilità di recedere gratuitamente dal contratto, come prevede oggi la normativa in caso di modifiche unilaterali delle condizioni contrattuali”, denuncia Consumerismo. L’unico caso in cui sarebbe ancora possibile recedere in via gratuita dal contratto è se l’aumento per l’inflazione toccasse offerte già attive al momento dell’entrata in vigore del ddl (sempre che le offerte in questione non fossero già state modificate nei 12 mesi precedenti).
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Cambio operatore e telemarketing aggressivo
C’è poi un’altra grande partita, quella sull’utilizzo a fini commerciali delle informazioni raccolte nelle operazioni di cambio operatore. Un emendamento al testo del ddl prevede la possibilità di utilizzare questo tipo di dati nell’ottica di proporre nuove offerte commerciali, pur subordinandolo al consenso dell’utente. Secondo Consumerismo tuttavia andrebbe a “spalancare le porte al telemarketing aggressivo”. Il punto è che, come dimostrano i fatti, non è raro che si ottenga il consenso dell’utente in maniera non del tutto trasparente. Al momento la normativa va infatti a vietare l’uso, per fini commerciali, dei dati disponibili nel database di portabilità (cioè il sistema in cui finiscono le nostre informazioni quando cambiamo operatore telefonico senza però cambiare numero).
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Assistenza telefonica a pagamento?
E ancora, tra le proposte di emendamento più discusse c’è anche quella che andrebbe a impattare sull’assistenza clienti, dando la possibilità agli operatori di telecomunicazioni di far pagare l’assistenza telefonica, tramite l’applicazione di una tariffa per poter accedere al servizio. Il testo fa salvi soltanto gli utenti vulnerabili.
Una possibile violazione del Codice del Consumo
"Mettere a pagamento l'assistenza per un problema subito è un abuso. I costi del servizio clienti sono già compresi nei canoni e nelle offerte commerciali", spiega Ciro Varriale, membro del Comitato Scientifico di Consumerismo No Profit. Si andrebbe a profilare una violazione non solo di alcune delibere dell’AGCOM, ma anche dell’articolo 64 del Codice del Consumo.
Termini ridotti per il risarcimento dei danni da incidente stradale
Un ultimo profilo di criticità era già emerso qualche settimana fa ed è contenuto in altri due emendamenti (di fatto identici, uno di Forza Italia e uno di Fratelli d’Italia). Qui si tocca un altro settore, quello degli incidenti stradali. In sintesi, si avanza l’ipotesi di ridurre a 90 giorni il termine di tempo entro cui presentare un’eventuale richiesta di risarcimento danni. Si andrebbe così a intervenire sull’articolo 2947 del Codice civile, che fissa a due anni il termine in questione (si sale a cinque anni per risarcimento danni da fatto illecito).
Le critiche dei periti
L’intento dell’emendamento è di combattere le frodi dell’Rc auto, ma anche su questo punto non mancano i dubbi. Tra le voci critiche c’è l’Aiped, Associazione Italiana Periti Estimatori Danni. “Non è una riforma, ma una limitazione dei diritti dei danneggiati. Una riduzione così drastica rischia di penalizzare gli assicurati e i danneggiati onesti, che spesso non dispongono immediatamente di tutta la documentazione necessaria. Nei casi più complessi - lesioni gravi, sinistri con più veicoli, controversie sulla dinamica - 90 giorni sono oggettivamente insufficienti per un'istruttoria completa", dice il presidente Aiped, Luigi Mercurio.
Le critiche di Assoutenti
La novità non convince nemmeno Assoutenti: “Limitare i tempi significa rendere più difficile far valere i propri diritti e spostare ulteriormente l'ago della bilancia a favore delle compagnie assicurative”.
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