Tassazione sui dividendi, cosa cambia con la Manovra 2026. Chi pagherà di più
EconomiaIntroduzione
Come previsto nella Legge di bilancio approvata dal governo, dal prossimo anno le società che ricevono dividendi frutto di partecipazioni di minoranza potrebbero vedere un incremento della tassazione dall’1,2% al 24%. L’esecutivo conta di incassare oltre 1 miliardo di euro l’anno dalla misura che tuttavia divide gli alleati: ecco perché
Quello che devi sapere
Il regime fiscale attuale
L’esenzione, introdotta nel 2003 e finora mai modificata, prevede l’applicazione dell’imposta al 24% soltanto sul 5% della cedola. Per le società partecipanti l’onere fiscale effettivo non supera il punto e mezzo percentuale. Ad animare il provvedimento, varato durante il governo Berlusconi II, era stato soprattutto il tentativo di evitare una doppia tassazione verso le società che generano profitto e quelle che percepiscono i dividendi.
Per approfondire: La rubrica di Carlo Cottarelli: “Qual è il futuro delle stablecoin, le criptovalute dell’era Trump”
Cosa cambia in manovra
La stretta riguarda in particolare le aziende con quote di partecipazione inferiori al 10%. Al di sopra di tale soglia resta invece l’attuale franchigia con le cedole staccate che continuerebbero ad tassate non oltre l’1,2%.
Imprenditori Irpef e soggetti Ires
La proposta prevede che a partire dal 1° gennaio 2026, le distribuzioni di utili, riserve o altri fondi deliberate da soggetti Ires possano beneficiare dell'esclusione dalla base imponibile pari al 41,86% per gli imprenditori Irpef e al 95% per i soggetti Ires solo se la partecipazione non è inferiore al 10%.
Dividendi da società estere
Il nuovo regime fiscale si applicherebbe poi ai dividendi erogati dalle società che hanno la sede fiscale in Stati inclusi nella cosiddetta "white list".
Le entrate previste
Stando alla relazione tecnica che accompagna la Manovra, il gettito previsto per le casse dello Stato nel 2026 ammonta a 983 milioni, cifra destinata a salire a 1,071 miliardi nel 2027 e a 1,080 miliardi nel 2028.
Chi verrebbe escluso
Dal taglio dell’esenzione verrebbero esclusi i fondi di investimento e i piccoli risparmiatori. L’imposta al 24% scatterebbe invece per le holding e le società costituite da imprenditori che investono liquidità generata dall’attività o dalla vendita dell’azienda di famiglia. Ad essere colpite sarebbero inoltre banche e gruppi industriali che detengono partecipazioni inferiori al 10% in altre società. Tali soggetti sarebbero così incentivati a incrementare la partecipazione oltre la soglia minima oppure a dismettere l’intera quota.
Tajani (Fi): “Sui dividendi non sapevamo nulla”
Sulla conferma della norma il condizionale è d’obbligo: il cambio della tassazione sui dividendi s'inserisce nelle tensioni tra gli alleati di governo con Forza Italia che chiede correzioni durante l'esame parlamentare. “Credo che si debba correggere la parte che riguarda i dividendi, l'articolo 18, altre tasse assolutamente da cancellare per quanto ci riguarda”, dice il vicepremier Antonio Tajani che poi spiega di "non aver saputo nulla" sull'inserimento della norma bollata come “lontana da una visione liberale”.
Misiani (Pd): “Nella maggioranza è tutti contro tutti”
L’opposizione intanto interviene sulle tensioni nel centro-destra con il Pd che parla di una Manovra da “tutti contro tutti”. “I nodi si moltiplicano di giorno in giorno: dal contributo imposto alle banche, alla tassazione maggiorata sugli affitti brevi fino alla stangata sui dividendi che non piace a Tajani e ai fondi per le metropolitane di Milano e Roma tagliati sotto il naso di Salvini”, afferma Antonio Misiani, responsabile economico dei Dem.
Orsini (Confindustria): “Tre punti su cui dialogare”
La nuova tassazione sui dividendi entra poi nel confronto sulla Manovra tra governo e industriali con il leader di Confindustria Emanuele Orsini che mette in guardia dal rischio di una “doppia tassazione”. “Io credo che un Paese come il nostro non si possa permettere una doppia tassazione, su questo dobbiamo dialogare, stiamo dialogando in questi giorni”, afferma Orsini che chiede modifiche anche sulle regole relative a crediti d'imposta e fondo di garanzia per le Pmi.
Assoholding: "Rivedere modifica a tassazione"
Di "preoccupazione" sul nuovo regime fiscale relativo alle partecipazioni societarie di minoranza parla invece Assoholding, associazione di categoria delle holding italiane: "Le conseguenze sistemiche di tale intervento rappresenterebbe un arretramento strutturale rispetto ai principi di coerenza e stabilità del sistema tributario italiano" - si legge nel comunicato - "Se approvata, la norma stravolgerebbe l'assetto vigente della tassazione dei dividendi, minando principi cardine della fiscalità d'impresa consolidati da oltre vent'anni e introdotti con la riforma Ires del 2003, che istituì il regime della dividend exemption con la finalità di garantire la neutralità fiscale e prevenire la doppia imposizione lungo la catena partecipativa".
Per approfondire: Manovra, dalle metropolitane alle Olimpiadi: ecco tagli e finanziamenti previsti nel testo