Manovra 2026, allineamento delle accise: taglio sulla benzina, ma sul gasolio aumentano

Economia
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Introduzione

Lo scorso 17 ottobre il Consiglio dei ministri ha approvato la Legge di bilancio per il 2026. Tra le misure della bozza, che dovrà essere esaminata dal Parlamento, c’è anche un’accelerazione sull’allineamento delle accise di gasolio e benzina: il prelievo sui carburanti si riequilibra già dal primo gennaio prossimo, scendendo sulla benzina e salendo sul diesel. E non mancano le critiche al governo. Ecco cosa sappiamo

Quello che devi sapere

Cosa prevede la Manovra sulle accise

La Manovra, almeno nella prima bozza approvata dal Consiglio dei ministri e che dovrà passare il vaglio del Parlamento, prevede che benzina e diesel siano soggette alla stessa accisa già dal primo gennaio prossimo: la benzina scenderà di circa 4 centesimi, mentre il gasolio salirà della stessa somma e si arriverà in entrambi i casi a 672,90 euro per mille litri. “Ai fini del superamento del sussidio ambientalmente dannoso EN.SI.24, di cui al Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli, a decorrere dal primo gennaio 2026 sono applicate una riduzione dell'accisa sulle benzine nella misura di 4,05 centesimi di euro per litro e un aumento, nella medesima misura, dell'accisa applicata al gasolio impiegato come carburante", si legge nella bozza.

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L’accelerazione

L’allineamento delle accise di gasolio e benzina era già previsto, ma la Manovra accelera il percorso di cinque anni che era stato stabilito dal decreto legislativo dello scorso marzo. Il riequilibrio, quindi, dovrebbe scattare già dal primo gennaio 2026.

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Codacons: “Danni ad automobilisti”

La misura ha sollevato diverse critiche. Secondo Codacons, l'allineamento delle accise si tradurrebbe in un danno per gli automobilisti. “Se il governo vuole accelerare sulla strada del riallineamento delle accise deve anche studiare misure per garantire i diritti dei cittadini ed evitare distorsioni del mercato che vanno a danno degli automobilisti. Vanno previsti controlli serrati e sanzioni verso tutti gli attori della filiera dei carburanti che, allo scattare del taglio dell'accisa sulla benzina, non applichino le previste riduzioni dei prezzi alla pompa", ha sottolineato l’associazione.

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“Stangata sul gasolio”

Il Codacons ha puntato il dito anche contro quella che ha definito una “stangata sul gasolio”. “In Italia – ha ricordato – su un parco auto circolante pari a 40,5 milioni di vetture, il 42% è la quota di quelle alimentate a benzina e 40,9% quelle a gasolio: questo significa che a oggi circolano nel nostro Paese circa 17 milioni di auto a benzina e oltre 16,6 milioni di auto diesel”. La misura relativa alle accise sui carburanti, che prevede da gennaio 2026 un incremento dell'accisa sul diesel per 4,05 centesimi di euro, secondo l’associazione si tradurrà quindi in una stangata sulle 16,6 milioni di autovetture alimentate a gasolio circolanti in Italia.

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I calcoli del Codacons sugli aumenti

Secondo i calcoli del Codacons, un simile aumento della tassazione - considerata anche l'Iva al 22% - porterebbe un pieno di gasolio da 50 litri a costare 2,47 euro in più rispetto a oggi, con un maggior esborso su base annua, ipotizzando due pieni al mese, da +59,3 euro ad autovettura. A essere interessati dalla misura, come detto, sarebbero circa 16,6 milioni di automobili diesel sull'intero parco auto circolante italiano. Se si considera anche l'incremento da 1,5 centesimi scattato lo scorso maggio, il rincaro complessivo – continua il Codacons – è pari a 3,38 euro a pieno, +81,1 euro all'anno.

E la benzina?

A questo incremento del gasolio, avverte l’associazione, non corrisponderebbe una analoga riduzione per la benzina. “Come già osservato a maggio, quando l'accisa è aumentata di 1,5 centesimi di euro, il prezzo del gasolio alla pompa è immediatamente salito, mentre per la verde, pur in presenza di una riduzione dell'accisa da 1,5 centesimi, i ribassi sono stati minimi. Per tale motivo il Codacons ribadisce la richiesta al governo di inserire in Manovra controlli serrati sull'applicazione pratica della misura fiscale e sanzioni salatissime per chi non trasferirà ai distributori il taglio dell'accisa sulla benzina”, ha concluso l’associazione.

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Critiche anche da Assoutenti

Critiche sono arrivate anche da Assoutenti. "Il governo farebbe bene a intervenire per una riduzione complessiva della tassazione che pesa sui carburanti venduti in Italia e che porta i listini alla pompa praticati nel nostro Paese a essere tra i più cari in Europa", ha detto il presidente Gabriele Melluso a proposito del riordino delle accise.

Quanto pesano le tasse

Secondo i calcoli di Assoutenti basati sui dati del Mase riferiti all'ultima settimana, le tasse (Iva e accise) pesano per il 60% sulla benzina e per il 56,9% sul gasolio. Questo significa, spiega l’associazione, che su ogni litro di benzina venduto oggi nel nostro Paese 1,02 euro se ne vanno in tasse, 0,92 euro su ogni litro di diesel. E ancora, continua Assoutenti: “Solo nel 2023, ultimo dato ufficiale disponibile, della spesa totale di 70,9 miliardi euro per i carburanti, ben 38,1 miliardi sono finiti nelle casse dello Stato a titolo di Iva e accise”. "Una tassazione abnorme che porta i listini alla pompa di benzina e gasolio in Italia a essere tra i più alti in Europa, e a cui il governo farebbe bene a mettere mano attraverso una generalizzata riduzione della pressione fiscale sui carburanti", ha detto Melluso.

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Senza tasse, prezzo gasolio tra i più bassi in Ue

Sempre secondo i calcoli di Assoutenti, l'Italia si piazza al quinto posto in Europa per il prezzo alla pompa del gasolio più alto, al settimo posto per il prezzo della benzina. Se si guarda però ai listini al netto della tassazione, spiega l’associazione, l'Italia scende al tredicesimo posto tra i Paesi europei con la verde più costosa (0,679 euro al litro) e addirittura si piazza in fondo alla classifica, al ventitreesimo posto in Ue, per il prezzo del diesel (0,699 euro/litro). “Al di là del riordino delle accise chiesto dall'Ue, ribadiamo ancora una volta l'esigenza di aprire una riflessione a livello comunitario affinché si arrivi a un sistema unico di tassazione sui carburanti, identico in tutta Europa, anche per evitare che l'Italia perda competitività rispetto a Paesi dove i carburanti costano sensibilmente meno e impattano meno su famiglie, industrie e imprese", ha concluso Melluso.

Unc: “Vogliono fare cassa”

Sulla questione è intervenuto anche Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. “Prevedere la stessa accisa per diesel e benzina significa voler far cassa, se non sarà allineata a un livello inferiore rispetto a 672,90 euro per mille litri ora previsti. A dirlo non siamo noi ma il ministero dell'Ambiente che, nel varare il precedente riordino, lo ha scritto nero su bianco nel decreto”, ha detto. Nel decreto dello scorso maggio, ha spiegato, è scritto che "le maggiori entrate derivanti dalle variazioni delle aliquote sono destinate all'incremento del Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale. Alla previsione di maggiori entrate va aggiunto poi che, come da noi all'epoca denunciato, i soliti furbetti se ne approfittarono e la partita di giro tra chi avendo un'auto a gasolio avrebbe dovuto pagare 1,50 centesimi in più al litro, 1,83 conteggiando anche l'Iva al 22%, e chi avendo un'auto a benzina avrebbe dovuto pagare 1,83 euro in meno, non ci fu. In autostrada, per la benzina self service si registrò una ridicola riduzione di 0,1 cent (-5 cent per un pieno di 50 litri), mentre il gasolio rincarò di 1,5 cent al litro (+75 cent per un pieno), ossia 15 volte tanto. Ragione per la quale presentammo un esposto all'Antitrust, sul quale non abbiamo ancora avuto un riscontro". "Per questo il governo, se vuole riallineare le accise, oltre a farlo a un livello inferiore, dovrebbe anche prevedere sanzioni contro gli speculatori e contro chi non adegua le accise in modo corrispondente, altrimenti ci sarà una ancor maggiore stangata a danno degli automobilisti, con il beneplacito del governo che, grazie all'Iva, incasserà sempre più soldi", ha concluso Dona.

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