Manovra, prevista assunzione di 6mila infermieri. Sindacati: “Non ci sono”. La situazione
EconomiaIntroduzione
Nella Manovra per il 2026 del governo di Giorgia Meloni, approvata dal Consiglio dei ministri lo scorso 17 ottobre, sono previste più risorse per la sanità. L’investimento, ha spiegato la premier in una conferenza stampa dopo il Cdm, permetterà tra le altre cose di assumere il prossimo anno 6.300 infermieri, 1.000 medici e di avere per entrambe le categorie buste paga più robuste (con incrementi, secondo le stime, pari a circa 1.630 euro nel primo caso e 3mila nel secondo). Per i sindacati, però, questo piano potrebbe essere di difficile attuazione perché gli infermieri sono troppo poco e quelli che lasciano sono in aumento: a pesare non sono solo gli stipendi, ma anche i carichi di lavoro e la qualità della vita. "Dove troveremo 6mila infermieri da assumere subito da qui a un anno?", si chiedono. Ecco cosa sta succedendo
Quello che devi sapere
La Manovra
La Legge di bilancio per il 2026 approvata dal Consiglio dei ministri, che ora deve passare attraverso l’esame del Parlamento, prevede ulteriori risorse per il settore sanità rispetto a quelle già previste dalla scorsa Manovra: 2,4 miliardi in più. L’obiettivo di questo investimento, secondo il governo, è anche quello di assumere il prossimo anno 6.300 infermieri e 1.000 medici. Non solo: si punta a buste paga più robuste, con incrementi pari a circa 1.630 euro per gli infermieri e 3mila per i medici.
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I dubbi dei sindacati
I sindacati, però, hanno sollevato dei dubbi. La norma nella Manovra che prevede un'iniezione di risorse negli organici della sanità pubblica con l'assunzione di 6.300 infermieri e 1000 medici, hanno sottolineato, potrebbe essere di difficile attuazione. Il motivo? Gli infermieri sono troppo pochi: secondo la Federazione degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), nei soli ospedali pubblici ne mancano circa 70mila. Inoltre, sono sempre di più quelli che lasciano il servizio pubblico. Gli abbandoni non sono solo una questione di stipendi, ma anche di carichi di lavoro e di qualità della vita.
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“Dove li troviamo?”
Della questione ha parlato anche Marco Ceccarelli, segretario nazionale del Coina, il sindacato delle professioni sanitarie. “Dove troveremo 6mila infermieri da assumere subito da qui a un anno?”, ha detto. E ancora: “Non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia. Gli stipendi degli infermieri e delle professioni sanitarie non mediche devono essere adeguati agli standard europei e al mutato costo della vita. Non possiamo più accontentarci di indennità parziali o aumenti che lasciano intatto un divario insopportabile. In Germania o in Francia un infermiere guadagna il doppio, anche oltre. In Italia, dopo anni di sacrifici e il peso della pandemia, restiamo ai margini: precari, sottopagati, costretti a turni massacranti". Secondo Ceccarelli, quindi, l'indennità da 1.630 euro “non basta a fermare la fuga”. "Il cittadino rinuncia alle cure e l'infermiere rinuncia alla vita familiare. La crisi non è astratta: è nelle corsie, nei pronto soccorso, nei reparti senza personale", ha concluso.
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La richiesta di chiarimenti sui soldi
Tra le parti sociali, inoltre, ci sono dubbi sull'entità dei vantaggi economici annunciati. Così, i sindacati chiedono chiarimenti anche sull'aumento dell'indennità per gli infermieri. Secondo i dati ufficiali, hanno spiegato, l'indennità di specificità per gli infermieri dovrebbe valere circa 1.630 euro lordi annui, pari a circa 136 euro lordi al mese. Ma le risorse stanziate in questa Manovra ammontano a 195 milioni: divisi tra 285mila infermieri del Ssn equivalgono a circa 696 euro lordi annui, cioè 57 euro lordi al mese, meno di 40 euro netti. "Se davvero è così – ha sottolineato Antonio De Palma di Nursing Up – allora i 1.630 euro non derivano tutti da questa Manovra, ma anche da aumenti già previsti e non ancora applicati. Si rischia di spacciare come nuova conquista ciò che era già in bilancio. Insomma se arriviamo a poco meno di 90 euro netti di aumento per gli infermieri, è davvero perché una metà di questi erano quelli che già ci toccavano? Ci troviamo davanti a numeri, almeno da quello che leggiamo, che non convincono affatto e che meritano chiarimenti immediati".
Le assunzioni
Contestati anche i numeri sulle assunzioni. "Si era parlato di 10mila assunzioni di infermieri nel 2026 per arrivare a 25-30mila entro il 2028. Ora invece si scende a soli 6mila. Ancora una volta si corregge il tiro al ribasso e la voragine di infermieri mancanti rispetto agli standard europei resta intatta. Restiamo agli ultimi posti in Europa per stipendi. Con meno di 40 euro netti in più al mese non si trattiene nessuno, né si restituisce dignità a chi tiene in piedi ospedali e territori".
L’erosione degli stipendi
Riguardo agli stipendi, il più recente studio del Nursind parla di pesante erosione. I calcoli mostrano che con il passaggio da livelli a categorie e poi ad aree, un infermiere dal 1990 a oggi ha perso circa 2.500 euro (1.135 sullo stipendio base e 1.320 su altre voci). Con 40 anni di anzianità la perdita supera gli 8.500 euro.
Sanità e Legge di bilancio
Tornando alla Manovra, il governo ha spiegato che con le risorse stanziate in sanità si punta molto sugli organici: non solo con nuove assunzioni, promesse dal ministro della Salute Orazio Schillaci, ma anche con aumenti di stipendi e incentivi per frenare l'abbandono di medici e infermieri delle strutture pubbliche. Oltre a quanto stanziato dalla precedente Legge di bilancio per la sanità, per il 2026 si aggiunge uno stanziamento di 2,4 miliardi di euro e l'obiettivo, ha detto la premier Giorgia Meloni, è quello di continuare in questa direzione per arrivare a fine legislatura con risorse aggiuntive tali da raggiungere circa 30 miliardi. L'incremento del Fondo per l'anno 2026 di 2,4 miliardi di euro si aggiunge a quanto già programmato per lo stesso anno con la Legge di bilancio 2025, determinando un finanziamento complessivo per il 2026 di 142,9 miliardi di euro, superiore di oltre 6,3 miliardi rispetto al finanziamento per l'anno 2025.
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