Pensioni, ipotesi stop all’aumento dell’età ma non per tutti: chi potrebbe interessare

Economia
©Ansa

Introduzione

Possibile novità in materia pensionistica nella prossima Manovra: l'aumento automatico di tre mesi di lavoro in più prima di andare in pensione di vecchiaia, che scatterebbe nel 2027, potrebbe essere congelato, anche se non per tutti. Ecco cosa sapere.

Quello che devi sapere

Governo al lavoro per ridurre l’impatto economico

Il costo della misura, intanto, è elevato e il governo, che non ne ha fatto cenno nel Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp), sta lavorando ad alcune norme per ridurre l'impatto economico. A riportarlo è Il Messaggero che rilancia un paio di ipotesi che sarebbero state trovate sui tavoli tecnici che stanno affrontando il dossier.

 

Per approfondire: Meno tasse e più bonus, gli incentivi per pensionati e autonomi che spostano la residenza

L’ipotesi

L'ipotesi principale, riporta il quotidiano, prevede che la sospensione dell'aumento dei tre mesi dell'età di pensionamento scatti soltanto per chi nel 2027 avrà già compiuto 64 anni. Per loro lo scalino dei tre mesi non ci sarebbe più. Questo significa, per esempio, che se un lavoratore ha 62 anni, pur avendo lavorato per 42 anni e 10 mesi si vedrà applicato l'aumento dei tre mesi. 

 

Per approfondire: Pensioni, 6 milioni di lavoratori in uscita entro il 2035: mancano giovani per sostituirli

pubblicità

Il costo

Il taglio della platea dei beneficiari sarebbe consistente. Secondo le prime stime il costo di questa misura scenderebbe da 1 miliardo l'anno a 300 milioni

L’alternativa

Ci sarebbe anche un'altra strada sul tavolo, riporta il quotidiano, che sarebbe stata proposta dalla Ragioneria generale. Far scattare per il 2027 almeno un mese di aumento dell'età di pensionamento. Cosa che potrebbe avvenire sia direttamente, sia passando per l'introduzione di una finestra mobile, vale a dire il periodo che passa tra il momento in cui si matura il diritto alla pensione e il momento in cui poi effettivamente si può lasciare il lavoro

pubblicità

L’ipotesi spiegata dalla Ragioneria

Il quotidiano ricorda che la Ragioneria "aveva posto anche un altro tema rilevante sul congelamento dell'adeguamento dell'età di pensionamento all'aspettativa di vita". In questo caso il nodo è quello dei coefficienti di trasformazione, cioè del moltiplicatore impiegato per distribuire, su base temporale, i contributi accumulati nel corso della carriera lavorativa, in relazione alla durata stimata della vita da pensionato. Quando l’aspettativa di vita cresce, gli importi versati devono garantire un sostegno economico per un periodo più esteso, motivo per cui i coefficienti tendono a diminuire: in questo modo si tende a controbilanciare l'aumento dell'aspettativa di vita

Quanto si ridurrebbero le pensioni

Prolungare l’attività lavorativa consente di limitare l’allungamento della fase pensionistica e di evitare che l’importo dell’assegno subisca forti riduzioni. Tuttavia, anche in assenza di un innalzamento dell’età di ritiro, questi parametri continuano progressivamente a calare. A questo proposito il quotidiano riporta anche una stima: la Ragioneria, spiega, ha calcolato che se l'adeguamento all'aspettativa di vita fosse cancellato senza intervenire sui coefficienti, le pensioni si ridurrebbero di circa il 9 per cento

pubblicità

Ipotesi Tfr sul tavolo

Il tema previdenziale non si limita alla sola uscita dal mercato del lavoro. Tra le ipotesi ancora in discussione figura, infatti, la proposta avanzata dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, che prevede la possibilità di andare in pensione a 64 anni con almeno 25 anni di versamenti. L’idea consiste nel convertire il Trf accumulato durante la carriera in una rendita integrativa, capace di incrementare l’assegno fino a una soglia minima di circa 1.600 euro mensili. Il modello ricalcherebbe in parte quello introdotto l’anno precedente per i lavoratori soggetti al sistema contributivo, ai quali è stato concesso di sommare la rendita dei fondi pensione integrativi a quella pubblica, così da raggiungere i requisiti della legge Fornero che permettono il pensionamento anticipato a 64 anni. Un traguardo anagrafico che, secondo Durigon, dovrebbe rappresentare la vera “età della libertà pensionistica”

M5S: “Dal governo nuovo peggioramento della Legge Fornero”

"Se le anticipazioni di stampa trovassero conferme nella prossima legge di Bilancio, saremmo di fronte all'ennesima truffa perpetrata dal governo sulle pensioni. Chi in campagna elettorale aveva assicurato agli italiani che avrebbe abolito la legge Fornero, in primis la Lega di Salvini-Durigon, ora si prepara ad aumentare di tre mesi l'età pensionabile dal 2027 - con la sola eccezione di chi, alla stessa data, avrà compiuto 64 anni. Di fatto, si tratterebbe a tutti gli effetti di un nuovo peggioramento della stessa 'legge Fornero'", ha dichiarato in una nota la capogruppo del M5S in commissione Bilancio al Senato Elisa Pirro. "Il tutto così com'è già avvenuto con le scorse manovre che hanno falcidiato le rivalutazioni finanche degli assegni dei pensionati del ceto medio, al solo fine di fare cassa. Non c'è da sorprendersi visto che il governo ha fatto all-in sul riarmo a scapito di sanità, istruzione, welfare. Abbiano almeno il buon gusto di chiedere scusa agli italiani presi in giro dalle loro false promesse", ha poi aggiunto.

 

Per approfondire: Pensioni scuola, ipotesi riscatto laurea a 900 euro l'anno per uscita anticipata a 60 anni

pubblicità