Isee, governo studia riforma: le ipotesi sul tavolo e come potrebbero cambiare i bonus
EconomiaIntroduzione
Il governo guidato da Giorgia Meloni sta studiando possibili modifiche al funzionamento dell'Isee. In vista della prossima Manovra, per evitare il rischio che bonus e contributi possano accavallarsi od ostacolarsi a vicenda oppure ancora essere a beneficio di un gruppo troppo ristretto di persone, il governo starebbe studiando una possibile modifica dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente per l’accesso a determinate prestazioni sociali: ecco cosa sapere.
Quello che devi sapere
A cosa serve l’Isee
La maggioranza degli incentivi pubblici in vigore si basa su precisi paletti economici, con soglie che determinano l’accesso e gli importi. Lo scopo dell’Isee è quello di fotografare la condizione economica dei nuclei familiari e viene calcolata attraverso la Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu). Il documento, da presentare all’ente che eroga l’agevolazione, al comune di residenza, a un centro di assistenza fiscale (Caf) oppure sul portale Inps, comprende i dati anagrafici, reddituali e patrimoniali del nucleo familiare ed è valido dal momento della sua presentazione fino al 31 dicembre successivo
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Il tavolo politico
Sul tema è intervenuta la ministra Eugenia Roccella, che alcune settimane fa ha detto: “Il governo sta costruendo un'azione più ad ampio raggio che prosegue a ritmo intenso in sede di tavolo tecnico-politico, le cui proposte conclusive contribuiranno a promuovere una società accogliente nella quale un figlio, oltreché una gioia privata, sia considerato una ricchezza per tutti", ha spiegato la ministra rispondendo al question time alla Camera
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Il bonus mamme e gli aiuti alle famiglie
L’aggiornamento più recente riguarda l’incentivo economico destinato alle madri occupate, che entro la fine dell’anno riceveranno in busta paga un contributo netto di 480 euro. Il beneficio, rivolto a chi presenta un Isee non superiore ai 40mila euro, non influirà sul calcolo dell’assegno unico, come precisato dalla ministra competente. Quest’ultima ha ricordato che tale prestazione, analogamente al bonus asilo nido e al sostegno per le nuove nascite, non viene considerata ai fini del reddito Isee. Lo stesso principio verrà mantenuto anche per il contributo destinato ai nati nelle zone montane, introdotto con la recente legge sulla montagna approvata in via definitiva dal Senato
L’esclusione dei titoli di Stato
Tra i passaggi già attuati nel processo di revisione dell’Isee, figura inoltre l’esclusione dei titoli di Stato. Fin dall’inizio della legislatura, infatti, il metodo di calcolo è stato rivisto, escludendo dal conteggio, fino a un limite massimo di 50mila euro per nucleo familiare, strumenti come buoni fruttiferi postali, libretti di risparmio e obbligazioni statali
La proposta della Lega
Sull'Isee pesa come detto anche la proprietà immobiliare. Il vicepremier Matteo Salvini ha sottolineato come l'attuale meccanismo di calcolo impedisca l’erogazione di una serie di bonus alle famiglie del ceto medio. “Se non hai un Isee abbastanza basso non hai bonus per l'asilo, per l'affitto, per la bolletta della luce. Solo che l'Isee risulta alto se hai una casa di proprietà, sei considerato ricco e sei eliminato. È una follia", ha sottolineato il leader del Carroccio. "La prima casa bisogna toglierla dal calcolo dell'Isee. Perché altrimenti i bonus vanno sempre ai soliti”, ha aggiunto
Come funziona il calcolo sulla prima e la seconda casa
Va però detto che al momento il valore dell’abitazione di proprietà non viene considerato per intero nell'ammontare totale dell'Isee. Dal calcolo sono infatti esclusi i primi 52mila euro del valore Imu della casa, al netto dell’eventuale mutuo residuo. La soglia aumenta poi di 2.500 euro per ogni figlio convivente oltre il secondo. Se il valore supera la franchigia, si considerano in ogni caso i due terzi della parte eccedente. In base alla proposta leghista, nel calcolo dell'Isee rimarrebbero la seconda casa e altri immobili i cui valori, al netto del mutuo, contribuiscono per intero a definire la situazione economica familiare
I dati relativi agli aiuti familiari
Nel periodo compreso tra gennaio e luglio 2025, le famiglie italiane hanno percepito assegni per un valore complessivo di 11,5 miliardi di euro. A questa cifra si sommano i 19,9 miliardi erogati nel 2024, i 18,2 miliardi del 2023 e i 13,2 miliardi riconducibili all’anno 2022. I dati emergono dall’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio Statistico dedicato all’Assegno Unico Universale (Auu). Nel 2025 i nuclei familiari beneficiari sono stati 6.168.734, per un totale di 9.755.848 figli a carico. L’importo medio per figlio, calcolato a luglio e comprensivo delle eventuali maggiorazioni, si è attestato attorno ai 172 euro. La cifra varia in base alla situazione economica del nucleo: si scende a circa 57 euro per chi non possiede un Isee o supera la soglia massima prevista (45.939,56 euro per il 2025), mentre l’importo massimo raggiunge i 224 euro per chi rientra nella fascia Isee più bassa, fissata a 17.227,33 euro
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