Bonus ristrutturazioni, il 60% dei beneficiari lo utilizza per lavori condominiali. I dati

Economia
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Introduzione

Il CAF Acli ha analizzato i modelli 730 presentati quest'anno, evidenziando così la ripartizione dettagliata dei contribuenti che hanno beneficiato del bonus per il recupero edilizio. In questo modo si è finalmente potuto distinguere per la prima volta chi ha eseguito lavori nella propria casa da chi ha ricevuto l'attestato dall'amministratore per interventi su aree condominiali. Ecco cosa sapere.

Quello che devi sapere

La spesa media detratta

Secondo quanto emerge dai dati citati dal Sole24Ore, sei beneficiari su dieci del bonus ristrutturazioni lo hanno utilizzato per opere su parti comuni, con una spesa media detratta di 493 euro. Un dato interessante, visto che a partire da quest'anno ci sarà una riduzione delle agevolazioni previste

 

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Interessati il 50% dei 730 di lavoratori e pensionati

Tra i lavoratori e i pensionati che quest'anno hanno presentato la dichiarazione dei redditi tramite il CAF Acli, il 43,3% ha usufruito della detrazione per il recupero edilizio. Analizzando più in dettaglio, il 15% di questi ha svolto lavori esclusivamente su parti comuni, mentre il 17,3% ha investito solo sulla propria abitazione (come appartamenti, ville o case singole). La percentuale restante, circa l'11%, ha beneficiato dell'agevolazione per entrambe le tipologie di interventi. Di conseguenza, sei su dieci beneficiari hanno detratto spese relative a parti condominiali, pari al 26% del totale dei contribuenti che hanno usufruito del bonus

 

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Cala la spesa media rispetto al 2021

Rispetto agli anni passati, i dati del 2025 indicano un leggero aumento nel numero di dichiarazioni. La spesa media, che era scesa da 523 euro nel 2021 a 478 euro nel 2024, è tornata a salire fino a 493 euro, pur rimanendo al di sotto dei livelli del 2021. Questo andamento, che potrebbe apparire in contrasto con l'aumento dei costi nel settore edile, è probabilmente legato alla maggiore diffusione della cessione del credito

La contabilizzazione delle spese condominiali

La detrazione per le parti comuni viene spesso applicata più volte nella dichiarazione dei redditi, anche all'interno dello stesso condominio. Un esempio può essere un intervento sul locale caldaia a cui segue, dopo qualche anno, la messa in sicurezza di un cornicione o la tinteggiatura delle scale. In questo caso il CAF Acli ha sottolineato come nei modelli 730 del 2025 ogni contribuente abbia compilato in media 3,7 righe per agevolazioni relative a lavori condominiali, un dato che è rimasto stabile negli ultimi cinque anni. La spesa media di 493 euro è quindi la somma di diversi interventi più piccoli, ciascuno con una quota media di 133 euro a carico di ogni condomino

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La riduzione degli incentivi scoraggerà gli interventi?

La riduzione della detrazione al 36% sulle seconde case nel 2025 diminuirà il beneficio fiscale per i condòmini non residenti. Le successive modifiche previste per il 2026-2027, che porteranno la detrazione al 36% per le prime case e al 30% per gli altri immobili, coinvolgeranno anche i proprietari di abitazioni principali. Questo cambiamento potrebbe scoraggiare l'approvazione di lavori più consistenti durante le assemblee, un fenomeno già osservato prima della pandemia e in parte mitigato dalla cessione del credito e dallo sconto in fattura. Tuttavia, è probabile che l'impatto di questa stretta normativa sia meno marcato sui lavori di piccola entità, soprattutto se si tratta di spese modeste, e su interventi urgenti e non procrastinabili

Il 70% usufruisce di più bonus

Se il 30%, dei contribuenti ha inserito un solo rigo nella dichiarazione dei redditi per lavori condominiali, il restante 70% ha usufruito di più bonus:

  • Il 19,1% ha indicato due recuperi pluriennali;
  • Il 13,3% ne ha tre;
  • Il 37,6% ha compilato quattro o più righe, con un 8,5% che ha addirittura inserito più di otto bonus

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Cosa fare per chi vuole ristrutturare

E per chi vuole ristrutturare, cosa c'è da sapere? Come detto, a partire dal 2026 le percentuali del bonus casa sono destinate a diminuire. Per beneficiare delle attuali aliquote di detrazione, pari al 50% per la prima casa e al 36% per la seconda, è indispensabile avviare i lavori entro la fine di quest'anno. Trattandosi spesso di un investimento rilevante, poter recuperare fino al 50% della spesa (su un tetto massimo di 96 mila euro) offre un sollievo economico non indifferente, nonostante il recupero avvenga in dieci rate annuali di pari importo. È fondamentale, però, non solo iniziare i lavori entro il 2025, ma anche saldare le relative spese nello stesso periodo. Non è necessario che la ristrutturazione sia completata entro il 31 dicembre, ma è cruciale ricordare che i bonus seguono il principio di cassa: le spese sostenute nel 2026, anche per interventi iniziati quest'anno, saranno recuperate con le percentuali ridotte previste per il prossimo anno

 

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