Elettricità, come aumentare o diminuire la potenza del contatore. E i possibili vantaggi
EconomiaIntroduzione
Succede a tanti di dover riattaccare la luce quando scatta il contatore dell'energia elettrica, a causa magari dei troppi elettrodomestici in funzione. Se accade troppo spesso, è il segnale che serve aumentare la potenza impegnata, per fare sì che il contatore ne “tolleri” una maggiore quantità. In alcuni casi, però, può essere utile anche il percorso inverso: per questo l'Arera, Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ha stilato una guida. Ecco cosa sapere.
Quello che devi sapere
Perché decidere di aumentare la potenza
Ma perché si dovrebbe decidere di aumentare la potenza del contatore? Da un lato, l'incremento di potenza è spesso necessario per chi ha un elevato consumo energetico dovuto all'utilizzo contemporaneo di più elettrodomestici, in modo tale da evitare che il contatore salti frequentemente. Questo si verifica in particolare in abitazioni dotate di elettrodomestici ad alto assorbimento, come piastre a induzione o sistemi di climatizzazione che funzionano a corrente elettrica invece che a gas.
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Perché decidere di diminuire la potenza
Allo stesso modo, la riduzione della potenza è una scelta di chi, pur di risparmiare sui costi in bolletta, rinuncia a un'alta disponibilità di energia. Questa opzione è adatta a chi possiede pochi apparecchi elettronici o a chi, ad esempio, utilizza l'abitazione solo in determinati periodi dell'anno e quindi non ha un utilizzo intensivo dell'elettricità.
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Di quanto si può aumentare la potenza
Solitamente, la potenza contrattuale più diffusa per le utenze domestiche è di 3 kilowatt (kW); il contatore interrompe l'erogazione di corrente se il consumo istantaneo supera i 3,3 kW. Dal 2017, le opzioni di potenza disponibili sono aumentate, con la possibilità di incrementarla anche di soli 0,5 kW. La scelta va da un minimo di 0,5 kW a un massimo di 6 kW, con incrementi di mezzo kilowatt. Oltre i 6 kW, ci sono aumenti a scatti di 1 kW, fino a un massimo di 10 kW. A ogni kW aggiuntivo, il costo annuale in bolletta sale di circa 25 euro (IVA inclusa), secondo le stime di Arera. Un aumento che vada ad esempio da 3 a 5 kW comporta un costo annuale extra di circa 50 euro. A questa spesa fissa, poi, si devono aggiungere anche i costi una tantum per la modifica della potenza
Quanto costa aumentare la potenza
Ma quanto costa una simile operazione? In base alle nuove disposizioni, il costo per una modifica della potenza contrattuale è composto da due voci distinte. La prima è un importo prestabilito che copre i costi di gestione del fornitore, il cui ammontare cambia a seconda che il contratto sia nel servizio di Maggior Tutela, a Tutele Graduali o nel mercato libero. La seconda voce, invece, è un costo variabile che si applica solo quando si chiede un incremento della potenza e dipende da quanti kW aggiuntivi si desidera. Consideriamo un esempio concreto: se un cliente desidera aumentare la sua potenza da 3 a 4 kW, l'Arera ha calcolato che il costo totale sarà di 99,42 euro una tantum, IVA inclusa. Questo importo è così suddiviso: un importo fisso di 23 euro per il fornitore (valido per la Tutela e le Tutele Graduali) e un costo aggiuntivo di 61,26 euro per ogni kW extra, moltiplicato per 1,1
Perché può essere conveniente cambiare?
Spesso, però, non è semplice individuare la potenza più adatta alle proprie esigenze. Le normative introdotte nel 2017 per i consumatori domestici hanno introdotto degli sconti per ridurre l'onere finanziario iniziale e permettere una scelta più ponderata della potenza contrattuale, basata sull'uso effettivo dell'energia elettrica. Queste agevolazioni rendono più conveniente cambiare la potenza: l'importo per ogni kW aggiunto è ridotto di circa il 20%. Inoltre, è stato introdotto il "diritto al ripensamento": non è necessario pagare il contributo in euro/kW se la richiesta di incremento della potenza segue una precedente diminuzione sullo stesso contatore. In altre parole, se si ripristina il livello di potenza originario dopo averlo ridotto, questo costo aggiuntivo non è dovuto
Quanto costa diminuire la potenza
Costo decisamente inferiore se, invece, di decidere di diminuire la potenza del contatore perché non si raggiunge mai il massimale. In questo caso, può aiutare trovare sulla propria bolletta la voce “livello massimo di potenza prelevata” (o “potenza massima prelevata”), obbligatoria da parte del venditore. Questa voce è utile perché indica al consumatore quanta potenza massima ha prelevato per ogni mese fatturato. Se, ad esempio, abbiamo 3 kW e la potenza massima non raggiunge mai i 2,5, può essere il caso di diminuire di mezzo kilowatt.
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