Alta velocità sull’Adriatica, Salvini: “Priorità”. Cosa prevede il progetto

Economia
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Introduzione

Per il ministro delle Infrastrutture "entro il 2027" ci saranno le prime gare, "per l'Alta velocità ferroviaria sulla rete adriatica marchigiana per passare a 300 all'ora in quello che è un territorio straordinario ma ancora troppo isolato". Con ogni probabilità, però, non si tratta di una nuova linea ferroviaria, ma della velocizzazione di quella attuale. 

 

Da ricordare che di recente è stato firmato il decreto di nomina del Commissario straordinario per la velocizzazione e il potenziamento della linea ferroviaria Adriatica: si tratta di Aldo Isi, amministratore delegato di Rfi che è incaricato ora di  "progettazione, affidamento ed esecuzione degli interventi finalizzati alla velocizzazione e al potenziamento della linea ferroviaria Adriatica". 

Quello che devi sapere

Salvini: "Alta velocità della dorsale Adriatica è una priorità"

"I 750 chilometri dell'Alta velocità della dorsale Adriatica sono per me e per questo governo una priorità come lo è stata l'autostrada del Sole per i nostri genitori e per i nostri nonni. Entro il 2027 le prime gare, i primi bandi per l'alta velocità ferroviaria sulla rete adriatica marchigiana per passare a 300 all'ora in quello che è un territorio straordinario ma ancora troppo isolato". Questa la roadmap tracciata il 4 agosto dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, durante la presentazione degli interventi del governo nelle Marche dove si vota il 28 e il 29 settembre.

 

Nel 2025 e 2026, ha aggiunto il leader della Lega, ci sarà "l'ascolto dei territori per superare ipotesi progettuali e polemiche del passato e la presentazione delle varie alternative. Il dibattito pubblico nel 2026 e entro l'inizio del 2028, dice il commissario, ma io sono un ministro che tende a tagliare i tempi, e dico entro il 2027, le prime gare".

 

Per approfondire:

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La velocizzazione della linea attuale

Ma quale potrebbe essere la portata effettiva di questo progetto? Se si trattasse realmente di una nuova linea ferroviaria ad Alta velocità sull’Adriatica, si parlerebbe, come calcola Il Corriere della Sera, di un’opera da 50 miliardi di euro. Invece, con ogni probabilità, si tratta “solo” della velocizzazione della linea attuale, con investimenti ridotti a un decimo. I treni, in questo caso, potrebbero viaggiare a una velocità massima di 200 chilometro orari, e non di 300.

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Le due ipotesi a confronto

Le due ipotesi, cioè Alta velocità vera e propria e velocizzazione della linea già esistente, sono alternative molto diverse fra loro. Il confronto principale è su costi e velocità. Una linea ferroviaria ad Alta velocità da Bologna a Bari costerebbe tra i 40 e i 50 miliardi di euro e i treni potrebbero viaggiare fino a 300 chilometri orari. Così, i tempi di percorrenza dal Sud al Nord si accorcerebbero sensibilmente, dato che oggi si impiega meno tempo a raggiungere Milano da Napoli (4 ore e 30 minuti) che da Pescara (4 ore e 44 minuti), nonostante quest’ultima distanza sia due terzi della prima. 

 

L’alternativa è invece solo la velocizzazione della linea esistente: costi pari a un decimo (5 miliardi da Bologna a Lecce), ma treni che potranno viaggiare fino a una velocità di 200 chilometri all’ora. Una linea ad Alta velocità vera e propria potrebbe poi essere fatta all’interno, liberando anche spazi sul litorale.

Meloni: "Marche al centro dell'Italia ma irraggiungibili"

Sulla posizione strategica delle Marche, che però ad oggi risultano ancora poco raggiungibili, è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni. "Come possiamo aiutare questi territori a fare ancora di più e meglio? Nella condizione di competere con tutti gli strumenti adeguati? Andando al cuore di quei problemi strutturali che" le Marche "si portano dietro da diversi anni e che per diversi anni non si era avuto il coraggio di affrontare: la questione centrale è quella del deficit infrastrutturale, questa regione vive un paradosso incredibile, è al centro dello Stivale ma è irraggiungibile e così non può combattere ad armi pari”.

 

Le parole di Meloni sono arrivate presentando ad Ancona gli interventi del governo per le Marche, occasione in cui la premier ha anche sottolineato che, in più, c'è il "sistema a pettine che parte dalla A14 e si sviluppa nell'entroterra dividendo in quadranti la regione senza avere una corrispondente infrastruttura per connettere velocemente le aree interne e le diverse valli marchigiane".

 

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