Dazi, il loro impatto sulla spesa degli americani: aumenti per abbigliamento, cibo, auto
EconomiaIntroduzione
Il 7 agosto entreranno in vigore i nuovi dazi previsti da Donald Trump. La maggior parte degli esperti prevede a partire dall'autunno un inevitabile caro prezzi, con aumenti in vari settori: agroalimentare (dal vino al caffè), arredamento, giocattoli, elettrodomestici, computer, auto, scarpe e abbigliamento (importati per il 95%).
Finora diversi fattori hanno attutito l’impatto dei dazi: il loro rinvio, le scorte accumulate dalle aziende, le forniture ordinate con anticipo, la decisione delle società di assorbire i maggiori costi. Ma ora questa tregua sta per finire e i listini autunnali sono destinati a cambiare radicalmente.
Quello che devi sapere
Una perdita di reddito di 2.400 dollari per famiglia
Stando al Budget Lab di Yale, gli americani vedranno un'imposta media del 18,3% sui prodotti importati, l'aliquota più alta dal 1934. Il centro di ricerca politica indipendente ha stimato che i prezzi aumenteranno dell'1,8% nel breve termine a causa della guerra commerciale avviata dal presidente degli Stati Uniti: ciò equivale a una perdita di reddito di 2.400 dollari per famiglia
Per approfondire: Dazi, fino a 15 miliardi di costi annui per l’Italia. Cgia: "Quanto il ponte di Messina"
Gli Usa incasseranno 360 miliardi di euro all'anno
Intanto, con quelli introdotti in aprile, gli Stati Uniti hanno incassato finora 152 miliardi di dollari, circa il doppio dei 78 miliardi di dollari entrati nelle casse federali nello stesso periodo dell'anno fiscale precedente. Solo a luglio le tariffe hanno fruttato quasi 30 miliardi di dollari. E con l'imminente aumento delle tariffe si calcola che la cifra annuale sarà di circa 360 miliardi l'anno. Un flusso di entrate così consistente che potrebbe rivelarsi difficile da abbandonare. Lo ha spiegato al New York Times Joao Gomes, economista della Wharton School dell'Università della Pennsylvania: "Penso che questo crei dipendenza, che sia molto difficile abbandonare una fonte di entrate quando il debito e il deficit sono quelli che sono".
Su questo tema, intanto, lo stesso Trump ha avanzato l'ipotesi, il 4 agosto, che le "centinaia di miliardi di dollari" generati dai dazi potrebbero servire a "ridurre il debito pubblico", ma che potrebbero portare anche a una "distribuzione o un dividendo per i cittadini del nostro Paese, direi per le persone a medio e basso reddito".
Le aziende aumentano i prezzi
Le aziende stanno iniziando a scaricare sui consumatori la maggior parte dei costi legati ai dazi. E negli ultimi giorni Adidas, Procter & Gamble, Stanley Black & Decker e altre grandi aziende hanno comunicato agli investitori di aver aumentato i prezzi o di aver pianificato di farlo a breve per compensare l'onere delle tariffe. Tra queste EssilorLuxottica, il più grande produttore mondiale di occhiali, tra cui i Ray-Ban. Aziende come Walmart e i produttori di giocattoli Hasbro e Mattel avevano già avvertito che i dazi avrebbero portato a un aumento dei prezzi
Gli aumenti su calzature e abbigliamento
Come riferisce il Budget Lab di Yale, i dazi del 2025 colpiscono in modo sproporzionato l'abbigliamento e i prodotti tessili: nel breve periodo, i prezzi delle calzature aumentano del 40% e quelli dei vestiti del 38%. Nel lungo periodo invece i prezzi aumenteranno rispettivamente del 19% e del 17%
Sugli alimenti: i prodotti freschi sono i più cari nel breve periodo
Per quanto riguarda gli alimenti, il Lab di Yale invidua aumenti del 3,3% nel breve periodo e del 2,8% nel lungo periodo. I prodotti freschi sono inizialmente più cari del 7,0% e si stabilizzano nel tempo al 3,6%
Un'auto nuova costa fino 5.800 dollari in più
I prezzi degli autoveicoli aumentano del 12,0% nel breve periodo e del 9,4% nel lungo periodo, l'equivalente di 5.800 e 4.500 dollari in più rispettivamente al prezzo di un'auto nuova media del 2024
Il caffè dal Brasile
A risentire delle tariffe è anche il Brasile. Le esportazioni di caffè verso gli Stati Uniti, per esempio, sono scese drasticamente negli ultimi due decenni, passando dal 24,4% del totale nel 2001 al 12,2% nel 2024. A evidenziarlo è l’Indice di commercio estero (Icomex), studio della Fondazione Getulio Vargas (Fgv) pubblicato dopo l’annuncio della Casa Bianca dell’imposizione di dazi del 50% all’export brasiliano verso Washington. La presidenza brasiliana vuole negoziare e punta a ottenere condizioni migliori per i settori colpiti dagli aumenti, pari a circa il 35,9% dei prodotti
"I costi si accumulano, e a pagare saranno gli americani"
"La trasmissione dei maggiori costi al dettaglio tende ad essere molto graduale, ecco perché molte persone hanno la sensazione che non stia succedendo nulla", ha spiegato Alberto Cavallo, economista di Harvard. "Ovviamente, i costi si accumulano e alla fine saranno gli americani a pagare la maggior parte del costo di questi dazi", aggiunge
La Fed e i tassi
Il presidente della Fed Jerome Powell ha mantenuto fermi i tassi anche nell'ultima riunione per l'incertezza del quadro economico, con gli effetti dei dazi che "hanno iniziato a riflettersi più chiaramente sui prezzi di alcuni beni, ma i loro effetti complessivi sull'attività economica e sull'inflazione restano da vedere" in futuro. Le tariffe restano quindi un azzardo e potrebbero diventare un boomerang, anche elettorale, se i prezzi saliranno e l'economia rallenterà
Per approfondire: Dazi Usa, Giorgetti: “Si tratta ancora per definire esenzioni”