Introduzione
Quello della “Costa Smeralda”, in Sardegna, è un marchio registrato. I 55 chilometri quadrati di costa gallurese, tra Rena Bianca e Poltu Quatu, un tempo erano conosciuti come Monti di Mola. Poi, nel 1962, il centinaio di pastori che ci vivevano vendettero per primi le loro terre al principe ismaelita Karim Aga Khan. Da lì in poi, è storia: da anni, in estate, il jet set internazionale si trasferisce nell’esclusiva località, tra spiagge bianche e acque cristalline. Ecco la storia di questo luogo e il giro d’affari che lo contraddistingue
Quello che devi sapere
La storia del Consorzio
Il Principe Karim Aga Khan volle il Consorzio Costa Smeralda, preceduto da una lettera d’intenti del 1961 e poi fondato ufficialmente il 14 marzo del 1962 a Olbia, al civico 193 di corso Umberto, davanti al notaio Mario Altea di Tempio. Erano circa 1800 gli ettari di terra inizialmente passati dai vecchi ai nuovi proprietari, tutti pronti a investire ingenti somme nelle bellezze della Gallura. Sei invece i nomi dei soci fondatori, come ricorda il sito del Consorzio: Karim Aga Khan, Patrick Guinnes, Felix Bigio, John Duncan Miller, Andrè Ardoin e René Podbielski.
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Gli obiettivi
Il Consorzio, senza scopo di lucro, fu costituito con un obiettivo ben preciso: controllare e governare lo sviluppo urbanistico, territoriale e architettonico della destinazione e contrastare quindi ogni tipo di speculazione edilizia. Per questo motivo si decise anche di istituire un Comitato di Architettura, incaricato di redigere i rigorosi piani di sviluppo e di assicurare un costante controllo architettonico dell’area. Lo scopo era garantire la conservazione del patrimonio naturale preesistente e concepire uno stile in grado di coniugare le bellezze naturali con gli elementi della tradizione costruttiva locale.
Le cifre
Tra le quote degli associati e il resto delle attività, secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, il Consorzio fattura circa 2 milioni di euro l’anno. Ma essendo un’associazione senza scopo di lucro, tutti i suoi ricavi vengono reinvestiti nella realizzazione di opere nel suo comprensorio. Controllato dal fondo sovrano del Qatar, che è il proprietario dei principali asset turistici a 5 stelle aderenti al Consorzio, quest’ultimo annovera al suo interno 22 spiagge. Il confine costiero è di oltre 55 chilometri.
Le attività
Sono presenti poi attività alberghiere come Cala di Volpe, Cervo, Romazzino, Pitrizza, la Marina di Porto Cervo e il Pevero Golf Club (tutti della Smeralda Holding). Ma ci sono anche spazi commerciali, uffici, appartamenti, bar, ristoranti, per un totale di quasi 4mila consorziati provenienti principalmente da Nord America, Nord Europa e, più recentemente, dal Medio Oriente.
Un giro d’affari di oltre mezzo miliardo di euro l’anno
Se al fatturato dei servizi consortili si sommano poi quelli della società Sardegna Resorts (il braccio operativo di Smeralda Holding), di Porto Cervo Marina, Safebay, Land Holding, si sfiorano i 160 milioni di euro. Si devono poi aggiungere anche i 93 milioni generati dal sistema aeroportuale di Olbia Costa Smeralda. In totale, come certifica uno studio dell’università UniOlbia, insieme al Cipnes Gallura, il lascito dell’Aga Khan in Costa Smeralda vale un giro d’affari di oltre mezzo miliardo di euro l’anno.
La presenza dei superyacht e la loro ricaduta economica
Sempre il Cipnes Gallura, in collaborazione con il Consorzio UniOlbia, ha svolto un'analisi sulla presenza dei superyacht nell'area fra Porto Cervo e Porto Rotondo nei mesi di giugno, luglio e agosto dal 2018 al 2023. Nel periodo analizzato, sono stati registrati complessivamente 16.624 superyacht e c'è stato un incremento di presenze del 33% fra il 2023 e il 2018. Il valore complessivo di questi 318 superyacht noti è di 16,4 miliardi di dollari. E, secondo uno studio di The House Ambrosetti per Genova fotr Yachting, la ricaduta economica sul territorio di un superyacht fra 36 e 50 metri è di 6.397 euro al giorno. L'impatto sale al salire delle dimensioni delle imbarcazioni: un superyacht fra 51 e 74 metri ha un impatto di 18.843 euro al giorno, uno fra 75 e 89 metri di 45.154 euro al giorno. Uno di oltre i 90 metri arriva a 40.3029 euro al giorno.
In quel tratto di mare, inoltre, ogni estate sono presenti 3.000 superyacht, la metà del parco mondiale, che registra circa 6.000 superyacht.
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