Introduzione
Secondo il rapporto mensile stilato dall’Associazione bancaria italiana (Abi), si consolida la discesa dei tassi di mercato, iniziata a ottobre 2023 per effetto delle "sforbiciate" decise dalla Banca Centrale Europea. Nella prima parte di quest’anno i tassi di mercato a breve termine hanno visto un’ulteriore riduzione: a luglio infatti il tasso di riferimento, l'Euribor a 3 mesi, si è attestato in media all’1,99%, in linea con il dato di giugno ma inferiore di 85 punti base rispetto a dicembre 2024.
Quello che devi sapere
A giugno l’ultimo taglio della Bce
All’inizio di giugno l’istituto centrale di Francoforte ha ridotto per l’ottava volta consecutiva il costo del denaro di 25 punti base. La nuova riduzione ha portato il tasso sui depositi dal 2,25 al 2%. Quello sui rifinanziamenti principali tocca adesso il 2,15%, quello sui prestiti marginali al 2,40%.
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Il commento di Lagarde
Come ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde, i dati confermano il miglioramento delle prospettive economiche dell'Eurozona, con "la gran parte degli indicatori di inflazione di base" che "suggeriscono una stabilizzazione sostenibile all'obiettivo del 2%" nel 2025.
L’effetto sui mutui
La politica monetaria della Bce fa sentire i suoi effetti positivi anche sui finanziamenti concessi per l’acquisto della casa. Come evidenza l’ultimo rapporto Abi, a luglio il tasso di riferimento – l'Euribor a 3 mesi – si è attestato in media all’1,99%, in linea con il dato di giugno ma inferiore di 85 punti base rispetto a dicembre 2024 quando aveva toccato il 2,84%.
Tasso medio operazioni
A dare il polso della situazione è soprattutto il tasso medio sulle nuove operazioni per l’acquisto di abitazioni che stando all’analisi dell'associazione registra una variazione mensile nulla al 3,17%. In confronto al 4,42% registrato a dicembre 2023 il calo sfiora un punto percentuale. Scende anche il tasso medio sul totale dei prestiti sottoscritti negli anni che in un mese passa dal 4,08 al 4,02%. Nel quarto trimestre 2024, il tasso medio in Italia era sceso al 3,11%, dietro solo a Belgio e Spagna
Tasso lordo dei Bot
Nel primo semestre 2025, a calare è anche il tasso lordo dei Bot che in un mese scende di un punto base portandosi ora all’1,92%. Rispetto al 2,62% registrato a fine 2024 il tasso che misura il rendimento potenziale di un investimento in buoni ordinari del tesoro è diminuito di 70 punti base.
Tasso Irs a 10 anni
La situazione, come detto, appare diversa per i tassi che misurano gli investimenti di lungo periodo. Per quanto riguarda il tasso Irs (Interest Rate Swap) a 10 anni, indicatore di riferimento per i mutui a tasso fisso, Abi rileva un aumento di 8 punti base in un mese: dal 2,56 di giugno all’attuale 2,64%, superiore di 41 punti base in confronto alla fine dello scorso anno (2,23%).
Tasso Btp a 10 anni
Nei primi 17 giorni di luglio, il tasso lordo dei buoni del tesoro poliennali (Btp) è salito in media del 3,55%, 5 punti base in più rispetto al mese precedente e 21 punti sopra il dato di dicembre 2024, quando si era attestato al 3,34%.
Tasso su finanziamento imprese
Sul fronte delle imprese, il rapporto calcola che da giugno il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento è calato dal 3,66 al 3,56%, quasi 2 punti in meno se paragonato a dicembre 2023 (5,45%).
L’effetto sui mutui variabili
Con il calo dei tassi annui nominali (Tan) medi iniziato poco più di un anno fa, gli effetti si dispiegano sui mutui a tasso variabile che dipendono in misura maggiore dalle fluttuazioni del mercato. Secondo una stima pubblicata su Il Sole 24 Ore, ipotizzando la sottoscrizione di un mutuo da 150mila euro per 20 anni, la rata mensile è passata in un anno da 970 a 804 euro. Il risparmio mensile tocca i 166 euro e arriva a 40mila se si considera l’intera durata del finanziamento.
Tassi fissi stabili
Per quanto riguarda i mutui a tasso fisso, invece, il mercato italiano si è mantenuto nell’ultimo anno su livelli pressoché stabili. Rispetto al valore di fine 2024, il Tan è passato dal 3,08 al 2,75% per poi risalire negli ultimi mesi intorno al 3%. Prendendo come esempio la sottoscrizione di un mutuo da 150mila euro a 20 anni, la rata mensile fissa con un valore che a giugno si è posizionato sul 3,05% equivale a 836 euro, 32 euro in più in confronto al tasso variabile. Allargando l’orizzonte all’intera durata del finanziamento, la rata fissa ad oggi comporterebbe una spesa totale più alta di 7.700 euro sul variabile.
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